Bassano

Inchiesta morte Michele Merlo, la conferma della perizia: “Ci fu negligenza”

Resta, secondo i periti, l'incognita del nesso di causa.

Inchiesta morte Michele Merlo, la conferma della perizia: “Ci fu negligenza”
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Proseguono le indagini sulla morte di Michele Merlo e arriva la conferma della perizia: ci fu negligenza e imprudenza.

Inchiesta morte Michele Merlo

Proseguono le indagini per fa luce sulla morte di Michele Merlo, in arte Mike Bird, ex concorrente di X Factor e di Amici di Maria De Filippi deceduto il 6 giugno 2021 a causa di un'emorragia cerebrale provocata da una leucemia fulminante.

I Carabinieri del Nas hanno sentito più volte il papà di Michele, Domenico che ha spiegato che 10 giorni prima del decesso era in vacanza con la moglie e il cane del figlio in Trentino Alto Adige e in quell’occasione ha saputo dell’ematoma alla gamba sinistra che però il figlio non riusciva a spiegare la sua provenienza. La Procura di Vicenza ha scritto nel registro degli indagati Pantaleo Vitalino, 40enne con studio a Rosà, medico di base che il 26 maggio 2021 visitò Michele.

Secondo il pm il medico di base poteva accorgersi che l’ematoma poteva essere qualcosa di molto più grave e che bastava ordinare gli esami del sangue per accorgersi che era in atto un’infezione.

La conferma della perizia: “Ci fu negligenza”

È stata discussa nel pomeriggio di giovedì 29 settembre 2022, davanti al gip la perizia medica disposta dalla procura sulla morte di Michele Merlo. Dal documento, redatto dagli esperti nominati dal tribunale, emerge che ci sarebbe la conferma che al medico di base Pantaleo Vitaliano sia imputabile la “negligenza” e “imprudenza”.

E’ bene sottolineare che i periti hanno precisato che non c’è la certezza assoluta che la corretta e puntuale terapia avrebbe salvato Michele Merlo. Per questo motivo il giudice per le indagini preliminari ha deciso di rimettere gli atti al pubblico ministero che dovrà decidere se rinviare a giudizio il medico di base. Il legale della famiglia Merlo, l'avvocato Marco Dal Ben ha precisato all'Ansa che:

"L'udienza ha confermato con grande chiarezza come secondo i periti vi sono elementi di responsabilità colposa e negligenza. Ci sarebbe dovuto essere un percorso diagnostico che non c'è stato. Resta, secondo i periti, però l'incognita del nesso di causa, ovvero l'elemento capace di stabilire quanto una diagnosi tempestiva avrebbe pesato sulla salvezza di Michele".

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