a Monte di Malo

Speleologo salvato da una grotta, tutti i dubbi del sindaco Squarzon sulle operazioni di salvataggio

La riflessione provocatoria del primo cittadino: "Mi auguro che in futuro certi eventi vengano gestiti con una comunicazione più trasparente e puntuale, rapportata alla reale gravità dell’evoluzione dei fatti"

Speleologo salvato da una grotta, tutti i dubbi del sindaco Squarzon sulle operazioni di salvataggio
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Questo sabato, 23 marzo 2024, uno speleologo di Schio è rimasto bloccato in una grotta a Monte di Malo, riportando una ferita alla testa. Dopo diverse ore, le operazioni di salvataggio si sono concluse con successo, tuttavia, il primo cittadino Mosè Squarzon nelle ore seguenti ai fatti ha avuto da ridire su quanto accaduto. Ad essere contestata, infatti, l'errata comunicazione tra ciò che è successo all’interno della grotta e quanto invece è stato riportato pubblicamente.

Speleologo bloccato nella Grotta della Pissatela a Monte di Malo

Ore di forte apprensione per lo speleologo Simone Poletto, 40 anni di Schio, che nella giornata di sabato 23 marzo 2024 era rimasto ferito e bloccato all'interno della Grotta della Pissatela, a Monte di Malo.

Il 41enne, che si trovava secondo di cordata, era precipitato poiché si era staccata la roccia su cui si trovava fissato l'ancoraggio a cui era assicurato. Con lui era rimasto uno dei compagni, mentre un terzo era uscito a dare l'allarme.

Fortunatamente, a seguito di una delicata operazione di soccorso, il malcapitato è stato portato in salvo con successo in condizioni non preoccupanti.

Operazioni di soccorso

La polemica del sindaco Squarzon: "La situazione andava gestita meglio"

All'intervento hanno preso parte soccorritori provenienti da tutta la VI Delegazione speleo, compresi i disostruttori in caso fosse stato necessario utilizzare microcariche per allargare passaggi stretti. A loro si sono aggiunti anche speleologi dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia nonché la Commissione nazionale disostruzione.

Il 41enne, intanto, era seguito costantemente dai sanitari: dopo avergli fatto indossare la muta, sono stati superati i tratti verticali per contrappeso fino all'uscita.

Operazioni si salvataggio

Insomma, un salvataggio andato nel migliore dei modi, che tuttavia ha scatenato qualche polemica. E' stato proprio il primo cittadino di Monte di Malo, Mosè Squarzon, ad avere da ridire sull'organizzazione dei soccorsi.

Se in un primo momento si era congratulato per l'eccellente lavoro di tutti con un post su Facebook, l'indomani è giunta una nuova dichiarazione dai toni piuttosto polemici.

Mosè Squarzon, sindaco di Monte di Malo

Squarzon ritiene che non ci sia stato un adeguato modo comunicativo tra quanto accadeva all’interno della grotta e quanto veniva riportato all’esterno.

"Devo essere sincero, ed esprimere il mio pensiero, nel rispetto di chi, con il proprio lavoro, mette ogni giorno la sua vita a repentaglio per aiutare gli altri. Ieri è stato il giorno dei soccorsi, il giorno in cui bisognava correre, il giorno in cui trovare le energie e le persone disponibili per fornire soccorso. Oggi permettetemi di fare una riflessione, che magari sarà anche ritenuta provocatoria, ma questa notte non ho dormito, pensando a quello che sarebbe potuto accadere se le cose fossero andate diversamente, e pensando allo spiegamento di forze che ci sono state per effettuare il massimo sforzo utile a portare in salvo il ferito.

La grotta è ritenuta piuttosto pericolosa, e negli anni è stata anche protetta con una grata, sono noti anche dei movimenti franosi che si sono verificati al suo interno, esponenzialmente probabili con le condizioni meteo delle ultime settimane, che hanno portato nel nostro territorio diversi smottamenti e cedimenti di parti rocciose. Ritengo che tutti possiamo esercitare le nostre passioni in libertà, ma che forse sia molto più importante farlo nel rispetto della nostra Vita e soprattutto cercando di ridurre il rischio al minimo indispensabile soprattutto per le ricadute verso la nostra società, in particolare verso le squadre di emergenza, il pronto intervento, e le forze dell’ordine.

Decine di uomini, forze dell’ordine, soccorso speleo, elicottero, ambulanza si sono precipitati in località Lore, per aiutare nelle operazioni di soccorso, forze dell’ordine che, magari, sono state distratte dai loro compiti nelle nostre strade per assicurare la sicurezza contro i predoni che quotidianamente assaltano le nostre case.

Facendo una riflessione, ritengo che ad una certa ora non ci sia stato un’adeguato modo comunicativo tra quanto accadeva all’interno della grotta e quanto veniva riportato all’esterno. Sono felicissimo dell’estrazione dell’infortunato, anzi, se avessi potuto avrei fatto anche di più, oltre ad allertare la Protezione civile Pasubio Alto Vicentino, che si è prodigata immediatamente nell’eseguire quanto richiesto, ossia nell’attrezzare dei gazebo a parete, con brandine, stufa di riscaldamento, generatore elettrico ed illuminazione, consegnando anche del cibo per i soccorritori.

Quello però che, a mente fredda, mi è parso chiaro, è che dalle ore 16:45, ora in cui mi è stato chiesta l’autorizzazione per poter utilizzare le microcariche esplosive, si è giunti alle 21, senza che fosse avvenuto nulla, ma soprattutto quando c’è stato richiesto un impegno di uomini, oltre a quelli che già c’erano, per andare avanti per tutta la notte o anche di più. Allestito il tutto, da una parte per fortuna, l’incidentato è stato estratto prima di mezzanotte, con la sua collaborazione attiva cosa che è estremamente positiva, ma che ha messo in risalto una poca comunicazione su quelle che erano le condizioni dell’infortunato, che ci hanno tenuto parecchio in ansia, e quella che invece era la situazione reale.

Molti uomini, molte energie, molte famiglie, hanno avuto l’angoscia per la situazione che si era creata; mi auguro che in futuro certi eventi, vengano gestiti con una comunicazione più trasparente e puntuale, rapportata alla reale gravità dell’evoluzione dei fatti".

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