Giulia Rigon è morta massacrata di calci e pugni
Mercoledì è stato effettuato l'esame autoptico sulla commessa 31enne: la donna sarebbe stata aggredita fuori dal camper. L'allarme è stato lanciato diverse ore dopo...
E' stata uccisa, massacrata di botte, picchiata a mani nude, forse anche presa a calci, fatta sbattere con la fronte contro il gradino del camper in cui è stata trovata senza vita. Poi è stata trascinata sanguinante fino a dentro il veicolo e da quel momento in avanti, fino a quando poi è stato lanciato l'allarme, è stata lasciata lì ad agonizzare. Quando è arrivata l'ambulanza non c'era più nulla da fare.
Giulia Rigon è morta massacrata di calci e pugni
Sarebbe questo il quadro emerso, secondo le primissime indiscrezioni, dopo l'autopsia eseguita ieri, mercoledì 22 dicembre 2021, sul corpo di Giulia Rigon, la 31enne di Asiago trovata senza vita domenica mattina in un camper in sosta nella periferia di Bassano del Grappa. Camper che da qualche tempo era divenuto la casa della commessa, ospitata dal compagno Henrique Cappellari.
Sarebbe stato lui, dieci minuti prima delle 7 di domenica mattina, a contattare prima il padre della donna, poi, la centrale dei soccorritori del Suem. Il 29enne al momento risulta indagato in stato di libertà per omicidio aggravato anche se, il fidanzato avrebbe negato la sua responsabilità nella morte della donna spiegando che si sarebbe trattato di un incidente.
Una caduta, insomma, dal gradino del camper. Ma già dai primi accertamenti, questa versione sembrava non convincere gli inquirenti. Il corpo della donna, dipendente in un supermercato a Romano D'Ezzelino, mostrava escoriazioni, lividi, sembrava insomma essere stata colpita ripetutamente.
La versione del compagno non convince
Lui, però, è rimasto fedele alla sua linea. Ha spiegato di aver visto la donna a terra, distesa con il viso sull'asfalto, fuori dal camper, come se fosse caduta. Ma sono molti gli elementi poco convincenti. Prima di tutto quei segni evidenti sulla fronte, compatibili, con il contatto violento contro lo scalino del camper, come se fosse stata sbattuta a terra contro la parte più spigolosa del gradino.
Come se, in sostanza, la commessa si trovasse a quell'altezza, forse a carponi, oppure distesa sull'asfalto. E poi ci sono le altre ferite sul corpo: tante, forse troppe per essere semplicemente segnale della sua goffaggine, come è stata definita la donna dal fidanzato.
Ora però si deve attendere. Servono almeno due mesi per il deposito della relazione anche se già dai primi rilievi, la procura potrebbe autorizzare ulteriori azioni. Anche perché sembra che la 31enne dopo la tragedia sia stata pulita e rivestita...
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