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Caso Nadia Chiarello: oggi la riesumazione del corpo, dopo 45 anni

La riesumazione del corpo di Nadia Chiarello, prevista per oggi, 20 settembre, potrebbe finalmente far luce su una tragedia rimasta senza risposte per quasi mezzo secolo.

Caso Nadia Chiarello: oggi la riesumazione del corpo, dopo 45 anni
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Oggi, dopo 45 anni di misteri e dubbi, sarà riesumato il corpo di Nadia Chiarello, la 17enne trovata morta nel 1979 ad Arso di Chiampo. La Procura di Vicenza ha riaperto il caso, sospettando un omicidio, mentre la famiglia non ha mai creduto alla versione dell'incidente stradale.

Una svolta dopo 45 anni

A distanza di 45 anni dalla tragica scomparsa di Nadia Chiarello, il mistero intorno alla sua morte potrebbe finalmente trovare una soluzione. Nella giornata di oggi, 20 settembre 2024, verrà riesumato il corpo dal cimitero di Nogarolo Vicentino, con la speranza di ottenere nuove prove che possano chiarire i fatti.

L'articolo di giornale sulla morte di Nadia

La ragazza di 17 anni, residente a Chiampo (Vicenza), venne trovata morta nel gennaio del 1979 in una zona innevata ad Arso di Chiampo, nove giorni dopo la sua scomparsa. All'epoca, le indagini si conclusero con la versione ufficiale di un incidente stradale, ma la famiglia Chiarello non ha mai creduto a questa ricostruzione.

Scomparsa per nove giorni

Nadia scomparve il 10 gennaio 1979 dopo aver terminato il suo turno di lavoro, alla Conceria Italia di Chiampo. Le ricerche iniziate quasi subito non portarono a risultati, e il suo corpo fu ritrovato solo nove giorni dopo, adagiato in una buca nella neve vicino alla conceria.

L'autopsia condotta all'epoca indicò come causa della morte un trauma cranico, attribuito a un incidente stradale, e il caso fu archiviato come omicidio colposo. Tuttavia, nessun colpevole venne mai individuato.

Una lotta lunga decenni

Barbara Chiarello, sorella di Nadia, non ha mai accettato la tesi dell'incidente. Troppi, secondo lei, gli elementi che non tornano. Il corpo della ragazza, infatti, sembrava essere stato "adagiato" nel punto del ritrovamento, un dettaglio che contrasta con l'ipotesi di un investimento stradale.

"Questo è stato un omicidio, perché quella sera abbiamo guardato noi familiari in quel posto", afferma Barbara in un'intervista al TGR Veneto. "Avevo 10 anni, e ricordo di aver tirato fuori mio padre da quel buco, dove è stata messa mia sorella. Io non voglio dare la colpa a nessuno. Sono qua perché voglio verità e giustizia su mia sorella"

Un'inquietudine che ha accompagnato la famiglia per quasi mezzo secolo, lasciando aperta la ferita del dubbio.

La riesumazione

La giornata di oggi si potrebbe rivelare una svolta per il caso di Nadia. La Procura, infatti, ha disposto un nuovo esame autoptico e tossicologico, a cui parteciperanno anche i consulenti dell’associazione Penelope, che da tempo supporta la famiglia Chiarello nella loro ricerca della verità. Gli esperti cercheranno di individuare eventuali elementi che possano confermare o smentire la tesi dell'omicidio, che oggi appare sempre più probabile.

Oltre alle incongruenze legate alla scena del ritrovamento, altri episodi inquietanti hanno alimentato il sospetto che Nadia non sia stata vittima di un semplice incidente. Nel 1981, due anni dopo la morte della ragazza, il padre ricevette una lettera minatoria. Più recentemente, i fiori sulla tomba di Nadia sono stati vandalizzati in quattro occasioni.

"Ci fa pensare che abbiamo dato fastidio, che ci sia qualcuno dell’epoca ancora in vita che ha avuto un ruolo nella scomparsa di Nadia", spiega Chiara Parolin, Avvocato dell'Associazione Penelope.

Una lotta incessante per ottenere giustizia, quella della famiglia Chiarello. Il padre di Nadia, deceduto nel 2008, non ha mai smesso di cercare risposte, ma non è riuscito a vedere riaperto il caso. Oggi, Barbara spera che la riesumazione del corpo possa finalmente portare alla luce nuovi elementi in grado di chiarire quanto accaduto a sua sorella.

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