I gioielli da scoprire

Torna l'Ottobre del FAI 2023, le aperture eccezionali a Vicenza e provincia

Sabato 14 e domenica 15 ottobre verranno aperti alle visite luoghi solitamente inaccessibili o poco noti

Torna l'Ottobre del FAI 2023, le aperture eccezionali a Vicenza e provincia
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Torna l’Ottobre del FAI, il grande evento dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia, che sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 aprirà eccezionalmente 700 luoghi inaccessibili o poco noti in oltre 350 città. Vediamo insieme i gioielli da (ri)scoprire a Vicenza e Provincia

Torna l'Ottobre del FAI 2023, le aperture eccezionali a Vicenza e provincia

Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023, il pubblico potrà meravigliarsi di fronte alla ricchezza e alla varietà dei tesori di storia, arte e natura che si celano, inaspettati e stupefacenti, in ogni angolo della Penisola: tra questi si scopriranno palazzi storici, ville, chiese, castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti produttivi. Saranno in programma, inoltre, itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici.

Sul sito giornatefai.it è consultabile l’elenco di tutte le aperture previste in occasione delle Giornate FAI d’Autunno. Per accedere alle visite è sufficiente presentarsi in loco durante gli orari di apertura indicati nella scheda descrittiva di ciascun luogo. Sul posto, i volontari FAI forniranno tutte le informazioni necessarie per la visita e le indicazioni sui tempi di attesa.

Chi si iscrive preventivamente al FAI su www.iscrivitialfai.it, è già iscritto o si iscrive al FAI in loco, ha accesso prioritario. Gli iscritti al FAI, inoltre, possono beneficiare dell’ingresso esclusivo ai luoghi a loro riservati (sempre segnalati sul sito) e di vantaggi per la partecipazione ad alcune delle visite speciali che le Delegazioni FAI possono decidere di organizzare.

I luoghi aperti in provincia di Vicenza

Ma sul nostro territorio quali saranno i luoghi che si potranno visitare? Scopriamo insieme i gioielli aperti sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 a Vicenza e provincia.

Grafiche Tassotti- Bassano del grappa

Le Grafiche Tassotti sono a San Lazzaro una piccola frazione appena fuori del centro storico di Bassano del Grappa con un passato travagliato ma ora centro residenziale immerso nel verde della campagna bassanese. E' meta di grandi passeggiate specie nel periodo autunnale.Iniziato come una piccola stamperia di volantini pubblicitari con una vecchia macchina da stampa e un ciclostile Gestetner è diventato una delle grafiche più conosciute a livello nazionale ed estero. Famose le sue carte e oggetti di cancelleria che riportano i disegni dei Remondini, i più grandi stampatori bassanesi dei secoli scorsi. Sono due dinastie, lontane nel tempo, che sono in realtà la continuazione della prima. Grazie alla Famiglia Tassotti, la grande eredità dei Remondini non è andata persa.

 

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

La stamperia è un luogo di lavoro privato e quindi non aperto al pubblico, ma grazie all'amicizia che la Famiglia Tassotti ha con il FAI e la nostra Delegazione, per la prossima GFA apriranno le loro porte: un'occasione unica, imperdibile ed emozionante.

Teatro comunale G. Verdi- Lonigo

Unico teatro storico dell'Ottocento della provincia di Vicenza, dedicato a Giuseppe Verdi, il Teatro Comunale sostituì il settecentesco Teatro dei Concordi per l'esigenza di dare alla città di Lonigo «un luogo accessibile al ceto impiegatizio, operaio e contadino».

Costruito su progetto di Giovanni Carraro, fu inaugurato il 23 ottobre 1892 con la rappresentazione di "Un ballo in maschera" di Giuseppe Verdi e ospitò importanti nomi della lirica e della prosa. Trasformato in sala cinematografica e poi chiuso per un profondo restauro che ne addossò un edificio di servizio, fu riaperto nel 1993 e da allora ospita annualmente una ricca stagione di prosa, musica e danza.

All'interno il Teatro è rimasto immutato. Il foyer presenta una decorazione in legno rosa, verde oliva e crema (opera dell'intagliatore leoniceno Giuseppe Regagioli) in vago stile liberty, con logge dei piani superiori che si aprono sull'ingresso. La decorazione pittorica della sala quella originale del veneziano Giuseppe Dolcetta, che nel tondo rosa-azzurro del soffitto rappresenta il Trionfo di Apollo e nel boccascena putti e mazzi di fiori. Le poltroncine sono in velluto rosso, colore ripreso dal sipario con stemma della città di Lonigo e bordi dorati. L'illuminazione del foyer e della sala è opera di maestri vetrai di Murano. Tra i Direttori d'orchestra più celebri dell'800 che hanno diretto al Teatro di Lonigo, si annovera il Maestro Antonino Palminteri.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
I visitatori verrano accompagnati dai Narratori del Gruppo FAI Giovani di Vicenza e gli Apprendisti Ciceroni dell'Istituto di Istruzione Superiore di Lonigo "Rosselli-Sartori nel Teatro G. Verdi per scoprirne la storia e i segreti. Tra velluto rosso e logge decorate, si respirerà l'aria delle sere ottocentesche in Teatro.

Basilica dei Santi Felice e Fortunato- Vicenza

La Basilica dei Santi Felice e Fortunato si trova in Corso dei S.S. Felice e Fortunato, non distante dalla Stazione ferroviaria e a circa 1 Km a ovest del centro di Vicenza. E' situata ad ovest della città di Vicenza, non lontano dalle mura e poco discosta dal tracciato dell'antica via consolare Postumia, che collegava Genova con Aquileia. In epoca romana, nell'area, esisteva una necropoli pagana cittadina. Oggi, nel complesso edificale dell'antico monastero benedettino annesso alla Chiesa del Santi, ha sede l'Istituto Tecnico Piovene.

La Basilica, intitolata ai Santi martiri Felice e Fortunato, è una chiesa di Vicenza la cui origine risale al IV secolo; il suo aspetto attuale romanico è dovuto soprattutto alla ricostruzione del XII e ai restauri del XX secolo. Per oltre un millennio alla basilica fu annessa la più importante abbazia benedettina del territorio vicentino. La chiesa che ammiriamo oggi, costruita su un antico sepolcreto romano, venne eretta quando le spoglie dei martiri (decapitati nel 303 ad Aquileia durante la persecuzione di Diocleziano) furono riportate nella città natale. Tra il IV e il V secolo, data la grande devozione nei confronti dei santi divenuti patroni della città, la Basilica fu ampliata. Data l'importanza, l'abbazia di San Felice ottenne, nel corso dei secoli, numerose donazioni.

La Basilica è parte di un complesso monumentale di età paleocristiana e si presenta nelle forme della ricostruzione romanica risalente alla seconda metà del X secolo.La facciata, con resti di affreschi di XI secolo, è in cotto e su di essa spicca il portale che un'iscrizione precisa essere del 1154 ad opera di Pietro Veneto. Il campanile, che alla base presenta conci d'epoca romana, venne costruito nel X secolo ma in gran parte rifatto dopo il terremoto del 1117. La chiesa internamente si presenta a tre navate, molto ampia la centrale e più contenute le due laterali, le cui murature sorreggono il tetto a capriate. Un arco di trionfo separa la navata maggiore dall'abside, sotto la quale, nel X secolo, fu ricavata una cripta per ospitare le reliquie dei martiri prima collocate nel martyrion. Numerosi sono i resti archeologici e i frammenti di mosaici al di sotto dell'attuale pavimento, mentre, tra le decorazioni, si segnalano opere di Antonino da Venezia e di Giulio Carpioni.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Le Giornate FAI di Primavera saranno occasione per visitare una basilica costruita nel IV-V secolo, appena fuori la cinta muraria della città. In passato ospitava pellegrini che venivano ad onorare le salme dei due Santi a cui è dedicata, oggi è possibile ascoltare gli aneddoti legati ai due santi . Si potrà visitare la cripta, databile alla seconda metà del XII secolo, che fu edificata per conservare le reliquie dei due martiri, Felice e Fortunato. La Basilica, di stile romanico, è sobria, ma elegante, e i suoi bellissimi mosaici, posti al centro della costruzione, emozionano ancora perché risalgono ai tempi del primo edificio. Ma la visita è l'occasione per scoprire le opere di un pittore come il Carpioni, che, nei secoli successivi, hanno impreziosito la magnifica basilica romanica.

Palazzo Valmarana Braga-Vicenza

Nel cuore della città di Vicenza, provenendo da Corso Palladio e percorrendo il primo tratto di Corso Antonio Fogazzaro, si innalza, a sinistra, il maestoso Palazzo Valmarana Braga. Il palazzo, pur avendo una posizione di rilievo sulla strada, si integra perfettamente con i fabbricati limitrofi.

Il maestoso Palazzo Valmarana Braga sorge nell'area ove vi era una vasta proprietà dei Conti Valmarana; nel 1565 Isabella Nogarola, vedova di Giovanni Alvise Valmarana, stipulava un contratto con l' "impresario" Pietro da Nanto, per costruire, in loco, un grande palazzo su progetto di Andrea Palladio. A causa del bombardamento del 18 Marzo 1945, l'edificio fu scoperchiato, subendo gravi danni nella parte superiore e negli interni del primo e del secondo piano. Sarà il Conte Dott. Luigi Braga Rosa, acquistato dalla famiglia Valmarana il palazzo in rovina nel 1960, ad iniziare il restauro e la ricostruzione delle parti demolite dalla guerra.

Palazzo Valmarana è una prestigiosa dimora cittadina progettata dall'architetto Andrea Palladio nel 1565, inserito nell'elenco dei 23 monumenti palladiani della città, che fanno parte del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. La facciata di Palazzo Valmarana presenta un'opera di grande modernità, che nel 1565 non aveva precedenti. In seguito al bombardamento rimase intatta e costituisce tuttora uno dei rari esempi che conservano il proprio rivestimento di intonaci e marmi originali.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

La visita proposta in occasione delle Giornate FAI permetterà di ammirare un palazzo vicentino che, grazie alla dedizione e passione della proprietaria Francesca Braga Rosa, che ne ha curato il restauro nel rispetto del bene, conserva ancora il sapore del passato nei suoi ambienti riccamente e variamente decorati, negli affreschi policromi, tra i quali spiccano quelli dello Zelotti, e nei dettagli architettonici di una dimora cinquecentesca nel cuore della città. Sarà interessante scoprire i dettagli del restauro in facciata, ma soprattutto angoli particolari e storia di un prestigioso palazzo, dimora per secoli di nobili vicentini, commissionato a Palladio da una delle prime donne che si interessavano di mercatura e commercio, Isabella Nogarola Valmarana. Durante le nostre giornate sarà possibile conoscere anche aneddoti che ne sono legati e visitare alcune delle eleganti stanze, tutte perfettamente arredate e decorate.

Villa Pisani Bonetti- Bagnolo di Lonigo

Villa Pisani, ubicata nella frazione di Bagnolo, nel comune di Lonigo, è tra le prime ville progettate dall'architetto Palladio Andrea. Commissionata nel 1542 dai fratelli Pisani di Venezia, Villa Pisani Bonetti è nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1996. Sorge in prossimità del fiume Guà, in un punto strategico. Ideata come villa di campagna, come indica la presenza di barchesse ad essa adiacenti, presenta un parco che si colloca dietro all'edificio.

La realizzazione di Villa Pisani a Bagnolo costituisce per la carriera del giovane Palladio un vero punto di svolta. I fratelli Vettore, Marco e Daniele Pisani fanno infatti parte dell'élite aristocratica veneziana, con conseguente netto salto di scala nella committenza palladiana sino ad allora soprattutto vicentina. La villa è stata restaurata nel 1993.

Nel progetto di Villa Pisani l'obiettivo di Palladio è ambizioso: realizzare una dimora di campagna che sia adeguata ai raffinati gusti dei fratelli Pisani e al tempo stesso in grado di offrire una risposta concreta e razionale in termini di organizzazione di tutto il complesso degli annessi agricoli. Un ricco dossier di disegni autografi, oggi conservati a Londra, documenta l'evolversi del progetto palladiano. Nelle prime ipotesi si affollano suggestioni derivanti dalle architetture antiche e moderne visitate nel viaggio a Roma appena compiuto accanto a elementi più specificamente veneti: la disposizione delle stanze, la loggia serrata da due torrette come in villa Trissino a Cricoli o il potente bugnato sanmicheliano della facciata sul fiume.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Grazie alla generosa disponibiltà della Proprietà, per la sola Domenica 15 Ottobre i visitatori verrranno accompagnati in un percorso storico e artistico a Villa Pisani Bonetti dai Narratori del Gruppo FAI Giovani di Vicenza e gli Apprendisti Ciceroni dell'Istituto di Istruzione Superiore di Lonigo "Rosselli-Sartori. Una visita per conoscere e ammirare una tra le prime ville del celebre architetto Andrea Palladio.

Chiesa di Santa Caterina- Vicenza

La chiesa di S. Caterina è situato nell'area di una chiesa del Duecento e nel contesto di un monastero di benedettine. Sorge nel margine sud della città di Vicenza, lungo l'omonima contrada, a pochi passi dall'arco delle Scalette che permettono di salire a piedi a Monte Berico. Un tempo la via era denominata "la strada degli Umiliati", dal nome del primo gruppo laico che vi si era stabilito, perché caratterizzata da una elevata concentrazione di monasteri.

La chiesa venne eretta nel 1672 sull'area di un'altra più antica e più piccola, fondata nel 1292, nel contesto di un monastero di benedettine. Del monastero rimane qualche traccia custodita all'interno dell'edificio religioso. All'origine vi si era insediata una comunità di Umiliati, che nel 1292 costruì la chiesa dedicata a santa Caterina di Alessandria, nel 1326, però, passò alle monache benedettine. Nel ‘600 la chiesa subì un ampliamento e fu quasi completamente ricostruita con il completamento della facciata nel 1672, grazie soprattutto al consistente finanziamento del giurista vicentino Giovanni Maria Bertolo, avvalendosi, per il progetto, dell'amico architetto Antonio Pizzocaro.

L'edificio è costruito in stile rinascimentale, l'interno della chiesa è un monumentale complesso ricco di marmi pregiati, sculture del Marinali, ciclo di affreschi dedicati a Santa Caterina, tra cui opere del Carpioni e del Maffei. E' qui che è sepolto Giovanni Maria Bertolo, parrocchiano di Santa Caterina e illustre giureconsulto vicentino del ‘700, che donò alla città di Vicenza la sua cospicua raccolta libraria, nucleo primitivo della civica "Biblioteca Bertoliana".

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Con il FAI sarà possibile, in un luogo familiare, conoscere la bellezza di marmi e decorazioni. Ci si soffermerà poi sui dipinti, con particolare attenzione ai cicli che adornano le pareti , alla loro raffinatezza e varietà disegnativa, osservando dettagli che molto spesso sfuggono al visitatore. Soprattutto sarà possibile, grazie agli Apprendisti Ciceroni, scoprire due gioielli: la cripta della chiesa e il refettorio delle benedettine, quest'ultimo una vera sorpresa. Sarà l'occasione per conoscere più da vicino questo luogo di culto e di compiere un viaggio alle origini del complesso.

Maggiori infromazioni sul sitohttps://fondoambiente.it/

 

 

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