Da Cismon a Cima Grappa con sosta alla scuola del Col del Brocco
Scuola e chiesetta di San Giuseppe abbarbicate sul massiccio

In giro per il Massiccio del Grappa, così selvaggio e, proprio per questo, attraente, durante le vostre passeggiate alla scoperta di come ci si viveva tra malghe per l’alpeggio, malghe di mezza montagna dove si trasforma il latte prima di portare a valle il formaggio, sul versante sopra Cismon del Grappa (oggi frazione del Comune di Valbrenta), potreste imbattervi nella scuola voluta dal regime fascista nel territorio montano di Cismon in località Col del Brocco che come scuola ha funzionato addirittura sino agli anni ’70.

La scuola
Era stato lo stesso Mussolini a volere che ai bambini residenti in territori disagiati non dovesse mancare l’istruzione e anche un territorio tipicamente di “sinistra” come quello della Valbrenta non sottostimò l’opportunità e ne approfittò ancorché l’indicazione venisse dalla parte avversa.
Così la scuola di montagna del Col del Brocco, fu eretta nel 1925 in pietra di “biancone” locale e divenne punto di riferimento per centinaia di ragazzi cui si dedicavano maestri che per raggiungerla dovevano percorrere le ripide mulattiere che segnavano il dislivello di 1.061 mt da fondo valle alla scuola, dove poi passavano mesi di isolamento e gelide nottate nella stanza ricavata sopra l’aula scaldata solo da una stufa a legna. A fianco alla scuola anche la chiesetta di San Giuseppe (foto sotto).
Lo stabile era appunto essenziale: al piano terra c’erano l’aula ed i servizi, al piano superiore l’alloggio dell’insegnante. L’immobile era addossato al monte e si aggiunse alla scuola di valle ad evitare che i ragazzi figli di montanari rimanessero ignoranti come i loro genitori.

A valle, si diceva, vi era già la scuola elementare dono della monarchia austriaca, che dopo il trattato di Vienna, con l’annessione del Lombardo-Veneto, diede a Cismon un maestro, un medico e una levatrice e dopo l’annessione al Regno d’Italia, la scuola divenne “comunale” a frequenza obbligatoria.
Tornando in Grappa, al Col del Brocco, fino a quando fu costruita la scuola, ogni tanto saliva il sagrestano di Cismon che radunati i montanari in qualche stalla, insegnava loro a mettere la firma.

L’edificio, in massima parte pagato coi soldi dei recuperanti, fu ampliato nel 1943 e divenne punto di ritrovo per la comunità e di appoggio per le escursioni in quota.
I maestri
Per le difficili se non proibitive condizioni nelle quali erano costretti a vivere, gli insegnanti non avevano vita facile né lunghe permanenze in Grappa e si susseguivano a ritmo sostenuto poiché non resistevano all’isolamento, alla fatica delle mulattiere e dei sentieri, alla mancanza di case vicine dove scambiare una parola e ricevere un sorriso.

In un racconto pubblicato dalla rivista "La gusella" da cui è tratta anche la foto sotto, spiega bene la situazione il maestro Fausto Pelloso cui la cattedra fu assegnata ad ottobre 1935: "Di buon mattino salivo la strada per iniziare il mio primo giorno. Prima di me avevano insegnato il mastro Cortese di Campolongo, e il maestro De Cicco, venuto nientemeno che da Napoli, che resistette meno di 30 giorni, poi, venuta la prima neve, non si fece più vedere, ritenendo opportuno ritornare al sole della sua città. In quegli anni la scuola era popolatissima, avevo in classe non meno di 40 alunni, riuscii anche ad organizzare un corso serale con più di 30 persone di ogni età".
Gli allievi
Alla scuola di Col del Brocco i frequentatori arrivavano con qualsiasi condizione meteorologica, dalle malghe della Mognola, del Col del Prai, del Fogher, di Val Lavello e del Forcelletto, attraverso sentieri impervi che richiedevano anche ore di cammino (nella foto di copertina, una raccolta degli attrezzi per la trasformazione del latte, con cui si provvedeva al sostentamento)
Se la neve era troppo alta, qualcuno si faceva portare in groppa all’asino condividendo il basto con qualche fascio di legna per alimentare le stufe della scuola dato che contribuire al riscaldamento era un obbligo di tutti. Chi non aveva l’asino si faceva aprire la strada dai genitori che poi tornavano alle loro attività.

L’ultima campanella
L’ultima è suonata nel 1970 quando ormai c’erano meno di una decina di alunni; maestra tale Annalisa Cecconello Vanin, di Cismon del Grappa.