La ciclostorica bassanese ricorda il campione
Alessandra Sara Vanin ha conosciuto il grande ciclista dei nostri tempi e ha partecipato all’ultimo saluto nella chiesa di Paladina.
La ciclostorica bassanese ricorda il campione
Immagini e ricordi di un eroe che non c’è più. E’ questo che mette sul tavolo Alessandra Sara Vanin, la ciclostorica bassanese, che a poche ore dal funerale del grande campione di ciclismo Felice Gimondi, vuole raccontare la loro amicizia.
«La prima volta che l’ho visto è stato un paio di anni fa grazie a sua figlia Norma. Con lei ho fatto alcune pedalate in diverse località italiane, ma ho conosciuto suo padre solo quando sono andata ad una conferenza di Norma a Bergamo. Mi ricordo che le dissi “tuo padre è un leone ruggente, è evidente che è lui il custode e protettore della famiglia”. Un vero esempio, oltre al fatto che fino all’ultimo ha partecipato a pedalate storiche e ad eventi, con la sua presenza dava forza e grinta ai partecipanti. Lui aveva un paio di motti che usava sempre: “Non mollare mai” e “poche chiacchiere e menare”, nello sport come nella vita. Poi alla fiera di Vicenza, lo stesso Gimondi, ha pedalato sulla mia bicicletta degli anni Venti. Era così salito per la prima volta su una bici di quell’epoca e per me è stato a dir poco un’onore prestargliela. Ricordo bene l’espressione che aveva in viso».
Non solo lei a ricordarlo con tanto affetto, ma anche i suoi numerosi fan. A dimostrarlo la pagina Facebook «Felice Gimondi's Friends», gestita da Leo Ventura, grande fan e sostenitore di vecchia data del campione e grande amico della famiglia. Foto, ricordi e video fanno da padroni negli ultimi giorni. Non mancano nemmeno alcune immagini del funerale, che è stato celebrato da don Vittorio Rossi e da monsignor Mansueto Callioni.
«E’ stato davvero un momento commovente. Da brividi» afferma Alessandra.
«Oltre al fatto che sono accorse migliaia di persone nella località di Paladini, la cerimonia è stata davvero coinvolgente e straordinaria. Poi, la meravigliosa voce di Leslie Abbadini, che ha cantato durante il funerale diversi brani tra cui l’Ave Maria di Franz Schubert, non ha fatto altro che amplificare le emozioni. A chiudere l’ultimo saluto è stata la lettura della lettera scritta con profondo affetto da sua figlia Norma e letta dal cugino Massimo. E’ stata anche ricordata la sua forte devozione e fede, tanto che donò la sua Maglia Gialla alla Madonna della Cornabusa».
Tra i banchi anche chi indossava la maglia originale della Salvarani, quella con cui vinse il Giro d’Italia, qualcuno la sventolava anche fuori dalla chiesa al passaggio del feretro, mentre qualcun altro l’ha voluta appoggiare sulla bara. Silenzi e lacrime hanno scandito quei momenti, che non verranno mai dimenticati. Anche Alessandra nel suo cuore avrà sempre uno spazio dedicato al suo campione, sarà per questo che in una delle prossime manifestazioni a cui parteciperà indosserà la maglia Salvarani pedalando in sella alla sua bici Bianchi, la stessa su cui pedalava il campione. Il ricordo, così, manterrà per sempre in vita il campione di ciclismo Felice Gimondi.