Erik Pretto: Autonomia del Veneto e Quota 100 Come verranno gestite ora le battaglie portate avanti dalla Lega di Salvini?
Erik Pretto: Autonomia del Veneto e Quota 100 Come verranno gestite ora le battaglie portate avanti dalla Lega di Salvini?
E’ uno dei deputati vicentini più conosciuti. Un uomo semplice, marito premuroso e padre di un bellissimo bambino. Erik Pretto vive a Marano ma fa la spola tra il suo paese e Roma, dove siede in Parlamento tra le fila della Lega. Abbiamo voluto intervistarlo per capire che aria tira dopo la caduta del Governo «Conte 1» e il passaggio del suo partito dalla maggioranza ai banchi della minoranza.
Come ha vissuto, in qualità di parlamentare, la caduta del Governo nato dall'intesa tra M5S e Lega?
«La caduta del Governo Lega - M5S è stato un fatto politico inevitabile dovuto allo stallo decisionale al quale si era giunti da qualche mese. Il primo anno di Governo ci ha dato molte soddisfazioni in quanto, seppur con la logica del compromesso, abbiamo potuto raggiungere dei risultati politici importanti come Quota 100, la predisposizione dei rimborsi ai risparmiatori traditi dalle banche, il decreto sicurezza e la legittima difesa. In seguito agli straordinari risultati che la Lega ha raggiunto a livello amministrativo, regionale ed europeo alle recenti elezioni, evidentemente fra i colleghi di Governo era nato un sentimento di invidia che aveva provocato il rallentamento di qualsiasi processo decisionale. Una situazione di paralisi che decisamente il nostro Paese non si può permettere».
Il capogruppo Lega alla Molinari, nel suo discorso fatto alla Camera in occasione della fiducia al nuovo Governo giallorosso, ha parlato di "Governo che piace a Berlino, Parigi e Bruxelles". Lei cosa ne pensa di queste dichiarazioni? Conte si è davvero lasciato sopraffare dai meccanismi europei?
«E’ un dato di fatto che Giuseppe Conte, il quale doveva essere una personalità super partes in grado di guidare un Governo formato da due partiti con identità profondamente diverse, sia diventato di fatto il capo politico del M5S. Questo passaggio determinante ha avuto come conseguenza la trasformazione della linea politica stessa del M5S, che è passato dall'essere uno dei principali promotori della necessaria riforma dell'Europa ad essere la stampella che ha consentito a questo sistema europeo di auto sostenersi. Infatti l'elezione della Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen con i voti determinanti del M5S, su proposta dei Governi di Francia e Germania, è stato un fatto politico molto grave che ha tradito lo spirito rivoluzionario del Movimento. Evidentemente da quel momento è nata una forte sinergia fra Macron, Merkel e Conte che ha certamente contribuito alla nascita del Governo giallo - rosso».
Come avete reagito alla mozione di sfiducia mossa dal capogruppo Lega Salvini nei confronti del premier Conte?
«La mozione di sfiducia nei confronti del Premier Conte non è altro che la formalizzazione di una sfiducia personale e politica che si era venuta a creare nei confronti di Giuseppe Conte in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri. Un atto dovuto che aveva l'intenzione di ufficializzare la posizione della Lega nei confronti di un Governo che non era più in grado di compiere scelte importanti per il Paese».
Parliamo della famosa Autonomia del Veneto e della battaglia che la Lega, nella persona dell'ex ministro Stefani, ha portato avanti incontrando lo sbarramento dell'altra parte di Governo, ovvero quella diretta dai 5 Stelle. Secondo lei, ora che gli equilibri sono cambiati, quale sarà la sorte del Veneto? Si andrà avanti con la lotta per l'autonomia o finirà tutto nel dimenticatoio?
«L'importante lavoro di confronto fatto dall'ex Ministro Erika Stefani con gli apparati ministeriali e le rappresentanze regionali è stato significativo e propedeutico alla concreta realizzazione del percorso dell'autonomia che il Veneto ha avviato grazie al referendum popolare del 22 ottobre 2017 per volontà del Governatore Luca Zaia. Nessun nuovo Governo potrà evitare di vedere questa forte istanza proveniente dal nostro territorio. Ricordando che, in fase di campagna referendaria, sia il M5S che una parte del PD si dichiaravano a parole favorevoli all'autonomia del Veneto, auspichiamo che ora vogliano dare seguito ad una richiesta che evidentemente è più identitaria che politica. La Lega si pone l'obiettivo di sorvegliare affinché questo percorso prosegua nel modo corretto».
Veniamo alla riforma delle pensioni, "Quota 100". Secondo lei l'attuale governo manterrà la linea voluta dalla Lega nella scorsa legislatura o cambierà le carte in tavola? Se succedesse questo, come pensa la Lega e i suoi rappresentanti a Palazzo di reagire?
«Quota 100, e più in generale il superamento della Legge Fornero, è una storica battaglia della Lega ed uno dei risultati più importanti ottenuti dal precedente Governo. Una riforma fortemente sostenuta dai cittadini, come dimostrano le 180.000 adesioni finora pervenute. Alla luce di ciò, sarebbe politicamente folle che il nuovo Governo decidesse di cancellare questo istituto che la Lega intende difendere, se fosse necessario, nelle sedi istituzionali e nelle piazze».
Come vede, a livello politico nazionale, il prossimo futuro? Chi vorrebbe vedere al Governo?
«Alla luce dei recenti eventi politici, siamo sempre più convinti del fatto che Matteo Salvini sia l'unica personalità politica sufficientemente autorevole per guidare un Governo che riporti al centro dell'agenda politica temi fondamentali per il rilancio del Paese come la riduzione delle tasse, la gestione dell'immigrazione, la difesa degli interessi nazionali., la realizzazione di infrastrutture, il sostegno alle famiglie e la riforma della giustizia».