Sciopero generale, blocco degli straordinari e dei supplementari da parte dei dipendenti Lidl
La flessibilità si traduce in turni di lavoro insostenibili, mentre le poche richieste fatte dai lavoratori rimangono sempre disattese

Filcams Cgil Vicenza si unisce al resto del Veneto e dell'Italia nella giornata di sciopero generale indetta per oggi 24 maggio 2025 ed anche il rappresentante provinciale Fabio La Russa si aggiunge al coro dei colleghi:
“Le lavoratrici e i lavoratori di Lidl meritano rispetto: non è accettabile che a fronte degli utili milionari raggiunti dalla multinazionale, a loro non venga concesso nulla. Anche Lidl come tante aziende della distribuzione lamentano la mancanza di personale, ma quando si tratta di redistribuire la ricchezza prodotta non sono mai disponibili!”

Ai rappresentanti Cgil, si sono aggiunti quelli di UilTuCS che hanno rincarato la dose:
"Manifestiamo per un lavoro più dignitoso e con maggiori tutele. Serve rilanciare la contrattazione per dare dignità al lavoro e alle persone"
Le Segreterie Provinciali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTuCS hanno quindi confermato l'adesione allo sciopero nazionale dei dipendenti di Lidl per l'intero turno di lavoro: presidi sono stati organizzati dalle 9:00, fino alle 12.00.

Lo scioppero è stato indetto a seguito dell'insoddisfacente incontro del 14 maggio 2025 quando a Bologna con la direzione di Lidl Italia è stato trattato il rinnovo del Contratto Integrativo.
Le proposte, dicono i sindacati, sono state insufficienti: basti pensare che dopo due mesi di trattativa includevano soltanto buoni spesa e una tantum.

"Insomma - si unisce anche il vicentino La Russa ai colleghi delle altre province - le proposte di Lidl sono del tutto insufficienti e non rispettose del contributo col quale i lavoratori concorrono agli eccezionali risultati aziendali che da cinque anni espongono utili, sia pur prima delle imposte, miliardari".
Filcams, Fisascat e UilTuCS hanno proposto diverse soluzioni per aumentare il salario dei dipendenti, tra cui un salario variabile legato a obiettivi condivisi, una parte di lavoro fisso aggiuntivo mensile e il riconoscimento di buoni pasto, ma nessuna di queste opzioni è stata accettata da Lidl.
Se a questa insoddisfazione economica, si aggiunge la critica rivolta alla organizzazione del lavoro, la turnistica ed il part time non volontario, ce n'era abbastanza per far saltare il banco: l'azienda, infatti, impone un modello organizzativo di estrema flessibilità, che alla fine si traduce in turni di lavoro insostenibili, mentre le poche richieste fatte dai lavoratori rimangono sempre disattese.
Sciopero generale a parte, lo stato di agitazione prevedeva anche il blocco degli straordinari e dei supplementari:
"Lidl Italia deve rivedere le proprie posizioni e valorizzare il lavoro dei propri dipendenti che percepiscono salari inadeguati ed indecorosi a fronte dei dividendi milionari al cui ammontare contribuiscono”.