Usa a Vicenza

Nuovo appaltatore dei servizi logistici, si avvale delle Legge italiana e licenzia i dipendenti dalla base americana

Legittima e chiusa senza tanti convenevoli la vertenza tra nuovi appaltatori nelle basi americane ed ex dipendenti. Pagata la sanzione massima

Nuovo appaltatore dei servizi logistici, si avvale delle Legge italiana e licenzia i dipendenti dalla base americana

Ricorderanno i nostri lettori la vertenza “Caserma Ederle e Del Din” della quale avevamo dato conto anche noi e che vedeva 32 lavoratori in odore di licenziamento da parte del nuovo subappaltatore dei servizi logistici e di manutenzione: a fine estate, infatti, la nuova azienda SkyBridge Tactical Italy srl aveva inviato il preavviso ai dipendenti della basi americane di Vicenza.

Per la verità, in quella occasione (si veda il link sopra pubblicato) noi avevamo raccolto la confidenza di un lavoratore della base, che non lasciava ben sperare. Quello, infatti, ci aveva espresso le sue perplessità sul fatto che i colleghi ora alle prese col licenziamento dai privati appaltatori, prima fossero anch’essi diretti dipendenti del Comando dal quale, però, si sarebbero licenziati per passare alle migliori condizioni economiche offerte loro dalle ditte private che lavorano nelle basi. (In copertina: una foto d’archivio presa dalla Caserma Ederle) E la pera è caduta vicino all’albero.

La musica non è cambiata, anzi

Giovanna Manuzzato, segretaria generale Filt Cgil di Vicenza, la quale aveva sollecitato un incontro tra le parti al tavolo regionale per il Lavoro, non avendo la sua richiesta sortito alcun effetto, dichiara:

“In totale spregio alle Istituzioni e approfittando della legislazione italiana l’azienda sub appaltatrice italiana, ha tirato dritto per la sua strada, licenziando senza pietà e senza nemmeno tentare di discutere l’accordo. Il risultato? Una trentina di lavoratori e lavoratrici con altissima professionalità sono stati lasciati senza reddito, senza prospettive, senza risposte”.

Non ci saranno accordi

“Senza l’accordo la procedura di mobilità – continua la Manuzzato – i criteri di scelta dei lavoratori da licenziare diventano opachi, arbitrari, spesso discriminatori: paradossalmente saranno tutti sacrificabili “nel rispetto della legge”.

Al tavolo regionale, infatti, non si sono cercate transazioni, ma accettato di pagare il massimo risarcimento: circa 12mila euro a dipendente da pagarsi all’Inps,  lasciando 29 dei lavoratori al loro destino ancorché ve ne fossero alcuni in categoria protetta”.

I lavoratori che hanno mantenuto il pass di entrata nelle caserme statunitensi, erano stati scelti per tempo dai manager che, sempre a detta della Manuzzato:

“Si sono comportati in modo spregevole nei confronti dei lavoratori italiani” e conclude così il suo comunicato: “Quando il sistema permette licenziamenti collettivi senza accordo, quel sistema è marcio”.

Giovanna Manuzzato il giorno della elezione
Giovanna Manuzzato, il giorno della elezione a segretaria Filt

E’ la normativa italiana che lo ha consentito

“Il mancato accordo sindacale, previsto dalla Legge n. 223/91, è una vergogna nazionale conclude, che rende il lavoro in Italia sempre più precario, sacrificabile, invisibile. E’ il segno che si possono sacrificare il lavoro e la vita delle persone, nel rispetto della norma”.