Crisi Valbruna

La crisi delle Acciaierie è figlia delle vicende immobiliari della consorella di Bolzano

In mancanza di un cambio di rotta da parte della politica altoatesina, non è più scontata la continuità produttiva dello stabilimento

La crisi delle Acciaierie è figlia delle vicende immobiliari della consorella di Bolzano

La crisi delle Acciaierie Valbruna a Vicenza è figlia delle vicende altoatesine della consorella di Bolzano, relative alle destino del compendio immobiliare bolzanino, scatenate da un bando di gara per la loro cessione che potrebbe mettere a rischio circa 1.800 posti di lavoro tra Bolzano e Vicenza.

Perché Vicenza

Perché gli stabilimenti di Vicenza sono complementari a quelli di Bolzano, venendo meno i quali, collasserebbe anche l’impianto vicentino.

Le contestazioni al bando

Il bando viene criticato dalle parti sindacali, poiché i punteggi attribuiti alle offerte penalizzerebbero la continuità produttiva siderurgica, ed a poco è valso l’intervento del Governo che considera la produzione strategica: la Provincia di Bolzano non ha ritirato la gara e la Regione Veneto reagirebbe con un ricorso al Tar.

Cause principali

Scadendo la concessione, la Provincia di Bolzano ha indetto una gara pubblica per assegnare le aree, i cui criteri penalizzano fortemente l’attività industriale storica, favorendo interessi immobiliari e ambientali.

I sindacati denunciano criteri del bando ispirati a logiche politiche locali, piuttosto che alla salvaguardia dell’occupazione e del settore strategico.

Mentre, infatti, il Ministero ha riconosciuto la produzione di Valbruna come strategica (anche per la difesa), la Provincia continua per la sua strada.

Situazione attuale e risvolti occupazionali

Sono in agitazione le maestranze di Bolzano e Vicenza con migliaia di lavoratori e sindacati (Fiom, Fim, Uilm) ad alzare la voce e protestando contro quelle che sembrano solo ragioni politiche piuttosto che industriali, in spregio alle ragioni dell’occupazione e del radicamento delle acciaierie al loro territorio.

Morgan Prebianca

Proprio Morgan Prebianca (Segretario Generale Fiom Cgil Vicenza, nella foto sopra) e Giancarlo Puggioni ( Segretario Generale Cgil Vicenza nella foto sotto) hanno cercato di far amplificare la protesta tramite le televisioni locali, ammettendo che fino a metà gennaio 2026, non è dato sapere se la Provincia di Bolzano propenderà per le ragioni del lavoro e per le supposte ragioni ambientali che farebbero sparirà l’acciaieria di Bolzano e, di conseguenza quella di Vicenza.

Giancarlo Puggioni

Noi ne avevamo scritto così

Il 4 novembre 2025, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si è tenuta una riunione sulla situazione dello stabilimento bolzanino di Acciaierie Valbruna Spa ed il bando di gara per la concessione del diritto di superficie da parte della Provincia di Bolzano.

Essendovi uno stabilimento anche a Vicenza, all’incontro ha partecipato anche il Comune di Vicenza, appunto, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, i consulenti aziendali , la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione del Veneto e le organizzazioni sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.

Il Ministro Adolfo Urso in una delle tante visite alle industrie venete
Il Ministro Adolfo Urso in una delle tante visite alle industrie venete

Nell’incontro tutti hanno concordato sul fatto che si tratti di produzioni strategiche per le quali la Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrebbe giocarsi la cosiddetta “Golden Power“.

Ciò salverebbe le aree da una dismissione che le destinasse ad usi diversi da quelli attuali, considerata l’importanza che la Acciaierie Valbruna  hanno nell’economia dell’industria metalmeccanica regionale e, quanto a Vicenza,  per  i 1.150 addetti che vi lavorano, oltre all’indotto.

Valbruna

Valbruna, fondata nel 1925 ha festeggiato i suoi primi 100 anni da leader nella produzione di prodotti lunghi in Acciai Inossidabili e Leghe di Nichel.

Essa è una società privata con 2.800 dipendenti ed una produzione annua di 300.000 tonnellate di acciai speciali ad alta qualità.

Valbruna dispone di quattro stabilimenti produttivi, 2 in Italia (Vicenza e Bolzano), 1 negli Stati Uniti (Fort Wayne, IN) e uno recentemente acquisito in Canada (Welland, Ontario); oggi è fra i principali complessi industriali del settore, grazie alla sua vasta e strategica rete distributiva che assicura la capillare presenza commerciale nei mercati di riferimento in Italia e nel mondo.

Valbruna a Bolzano
Valbruna a Bolzano (Foto da sito aziendale)

Cosa succede allora?

Come detto, succede che Acciaierie Valbruna, nonostante la dichiarata responsabilità sociale e ambientale starebbe valutando la dismissione degli impianti bolzanini, cosa che, dato il legame con quelli di Vicenza, la porterebbe ad abbandonare le produzioni in Italia.

Tutto ciò sarebbe considerato inaccettabile, per i motivi detti in apertura, dai rappresentanti dei lavoratori e dalle Istituzioni dal livello locale a quello governativo, passando per quello regionale.

Il Ministro Adolfo Urso

“Qualsiasi minaccia alla sua continuità produttiva potrebbe comportare l’esercizio dei poteri speciali da parte del Governo. Spetta ora alla Provincia autonoma di Bolzano prenderne atto e valutare ogni possibile soluzione compatibile con la strategicità dello stabilimento siderurgico”.

Ora invece

Ora, invece, sembra non abbiano ancora attecchito in Provincia di Bolzano, le parole del Ministro, con la possibilità che esercitando la cosiddetta “Golden power” e con essa il veto rispetto all’adozione di determinate delibere, atti e operazioni delle imprese che gestiscono attività strategiche in specifici settori.

Né, in mancanza di un cambio di rotta da parte della politica altoatesina, sembra più scontata la continuità produttiva dello stabilimento.