Sede di Vicenza

Coin chiuderà a San Donà, Filcams al lavoro per salvare il punto vendita di Vicenza

Il 2026 comincerebbe con 16 dipendenti a rischio trasferimento e quelli dell'indotto a casa

Coin chiuderà a San Donà, Filcams al lavoro per salvare il punto vendita di Vicenza
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Coin è in crisi, ma al lavoro per il suo rilancio ed è alle prese con una procedura di composizione negoziata della crisi stessa ed avrebbe chiesto al Tribunale civile di Venezia delle misure a tutela dei creditori come ad esempio la autorizzazione a cedere quote societarie all'Istituto Europa Investimenti a fronte di crediti bancari già acquisiti.

La crisi nazionale

Questo è quanto succede nelle stanze di magistrati, commercialisti e consulenti per i quali ultimi, intanto, la ristrutturazione aziendale passerebbe per la chiusura di sette negozi nei prossimi due anni.

A livello nazionale, il piano riguarderà 92 dipendenti sui 1.331 a libro paga.

La crisi locale

Per quanto riguarda il Veneto, si tratta della sede di San Donà di Piave che chiuderà entro il primo quadrimestre del 2025, e del punto vendita di Vicenza che potrebbe chiudere ad inizio 2026 quando i 13 dipendenti verrebbero riassorbiti nelle sedi di Treviso, Padova e Mestre.

IL NEGOZIO DI VICENZA:

Cecilia de' Pantz, Segretaria generale Filcams Cgil Veneto, in proposito ci ha comunicato:

"Ieri 20 febbraio 2025 in Regione si è aperto il tavolo di crisi su Coin Spa con primo incontro interlocutorio per cercare soluzioni alternative allo spostamento dei lavoratori presso altre filiali. Ci auguriamo si riesca a mantenere aperto il punto vendita di Vicenza, mentre per San Donà sono già state proposte soluzioni positive".

L’incontro, coordinato da Giuliano Bascetta dell’Unità di crisi di Veneto Lavoro, ha visto la partecipazione della Direzione lavoro regionale, la direzione dell’azienda e le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

A margine dell'incontro, l'Assessore regionale al lavoro, Valeria Mantovan ha detto:

“Avevamo già avuto modo di apprezzare la qualità del piano di rilancio presentato da Coin in sede ministeriale e la volontà aziendale di procedere verso soluzioni condivise con le parti sociali e con le istituzioni. Nel confronto di oggi abbiamo rappresentato, insieme alle parti sindacali, le nostre preoccupazioni per le chiusure annunciate. Se per i 7 lavoratori di San Donà si è aperto uno spiraglio, rimango perplessa sul sito di Vicenza che conta 16 lavoratori diretti, oltre a quelli dei brand presenti nella struttura con i corner e ai lavoratori delle imprese di servizi”.

Ha poi continuato l'Assessore:

Coin è parte della storia di Vicenza. Abbiamo chiesto all’azienda, insieme alle parti sindacali, di valutare possibili alternative alla chiusura del punto vendita, anche alla luce del piano comunale di rilancio del centro storico. Quanto ai costi l'azianda è stata invitata a rivedere gli accordi con i locatori anche ridimensionado gli spazi. La ditta ha assicurato il negozio di Vicenza resterà aperto per tutto il 2025 e che nessuna alternativa è preclusa".

Coin - La sede di Vicenza

Due parole abbiamo voluto farle anche con Fabio La Russa che era presente al tavolo regionale in quanto Segretario provinciale Filcams Cgil:

"Mi unisco alle perplessità già espresse tanto dalla nostra Segretaria regionale che dall'Assessore al lavoro. Il negozio Coin di Vicenza è storico e le sue porte si aprono sul salotto buono della Città. Evidentemente sarà anche costoso, ma il rilancio di un marchio importante ed anch'esso tradizionale, non dovrebbe privarsi di un tale palcoscenico.

Un palazzo come quello, che si affaccia sulla via più importante di Vicenza, sarà già all'attenzione di qualche cordata multinazionale che sicuramente non lo utilizzerà con lo stile che il luogo merita.

Per quanto a noi noto, Coin a Vicenza è ancora attrattivo ed il fatturato è lì a dimostrarlo. Un serio piano di rilancio industriale non dovrebbe privarsi di quel sito ma, appunto, farne una piattaforma di lancio.

Da sindacalista ribadisco che a 16 dipendenti verrebbe chiesto di cominciare a fare i pendolari, e con loro perderebbero subito il posto gli impiegati del piccolo indotto al servizio del punto vendita.

Su tutto questo abbiamo sensibilizzato anche il Sindaco Giacomo Possamai. Speriamo di risucire a salvare i posti di lavoro".

 

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