Banche del territorio: difficoltà per le aziende bassanesi

«Imprenditori coraggiosi che non desistono nonostante una burocrazia asfissiante che non risparmia niente e nessuno».

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Banche del territorio: difficoltà per le aziende bassanesi

La città del Grappa, da tempo  in prima linea nella concentrazione di sportelli bancari, comincia ora a soffrire anche nell’elargizione del credito. Un grido d’allarme lanciato dal presidente di Confcommecio Bassano Paolo Lunardi che mette in luce:

«Gli imprenditori coraggiosi che non desistono nonostante una burocrazia asfissiante che non solo costa ma non risparmia niente e nessuno. Ma anche di imprenditori coraggiosi che non mollano nonostante un accesso al credito sempre più difficile e che deve essere riformato per valorizzare i nostri consorzi di garanzia, da sempre al fianco degli associati, e talvolta, come ben sappiamo, anche a costo di metterci del proprio».

La riforma delle banche di credito cooperativo, insieme a certe fusioni, hanno tolto risorse all’economia del territorio. Ci sono istituti bancari che chiudono i rubinetti dei piccoli fidi perché non hanno più la convenienza a gestirli, ma ci sono ancora altri istituti di credito che abbandonato il territorio come sede, a loro volta fanno fatica a concedere prestiti. Oggi la città del Grappa non ha una banca di riferimento.

Cosa ci riserverà il futuro nel comparto del mercato del credito?

Cosa ci riserverà il futuro nel comparto del mercato del credito? Le prime risposte arrivano dalla sede regionale della Banca d’Italia che ha nel dottor Paolo Ciucci il suo direttore. Analizzata l’evoluzione del sistema bancario e del rapporto su l’economia del Veneto.

La struttura

«In Veneto, alla fine del 2018, erano presenti con almeno uno sportello 97 banche di cui 28 con sede amministrativa in regione. In questo quadro è proseguito, per il decimo anno consecutivo, il processo di razionalizzazione della rete territoriale facendo scendere il numero degli sportelli bancari a quota 2499 che significano 302 sportelli in meno rispetto all’anno 2017. Una dinamica più intensa nel Veneto rispetto alla media nazionale e che ha riguardato banche prevalentemente appartenenti ai primi cinque gruppi. Il livello di “bancarizzazione”, pari a 51 sportelli ogni 100mila abitanti, nel 2018 rimane tuttavia più elevato alla media nazionale. E così, a fronte della riduzione fisica degli sportelli, è proseguito invece l’aumento della diffusione dei canali alternativi di contatto fra le banche e la clientela. Il numero dei contratti via internet banking, in rapporto alla popolazione veneta, risulta pressoché raddoppiato nell’ultimo decennio. La quota di bonifici effettuati online ha difatti raggiunto, nel corso dell’anno 2018,  una percentuale pari al 65,5%».

L’andamento della domanda e dell’offerta del credito

«Secondo l’indagine regionale sul credito bancario, si è arrestata nel secondo semestre del 2018. Con la domanda di prestiti che è rimasta sostanzialmente invariata in tutti i principali settori produttivi e che ha certamente risentito del venire meno della domanda di contributi relativi a richieste per la realizzazione di investimenti. E secondo le previsioni la domanda di finanziamenti dovrebbe registrare una flessione anche nella prima parte di quest’anno. Peggiorate invece le condizioni di offerta al credito con un irrigidimento delle condizioni di accesso ai prestiti. Passando alle richieste di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, vi è stata una lieve accelerazione nel corso del 2018 mentre nel secondo semestre dell’anno si è invece stabilizzata la domanda per il credito al consumo, dopo un quinquennio di crescita».

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