Accordo sui dazi, Confindustria Vicenza: "Non è assolutamente soddisfacente per l'Europa"
Doccia fredda per l'export italiano e vicentino in particolare

L'incontro tra Europa e Stati Uniti, rappresentati da Ursula von der Leyen e Donald Trump in Scozia si è concluso con un 15% di dazi alle esportazioni europee verso gli Usa e l'applicazione partirà senza altri indugi dal 1° agosto.
Accordo sui dazi, Confindustria Vicenza: "Non soddisfacente per l'Europa"
Forse non ci si poteva aspettare di meglio anche se meglio, la von der Leyen pensava che potesse andare la contesa tra Europa ed Usa, così da scongiurare una guerra commerciale.
Probabilmente ora ciascuno Stato europeo, anche separatamente vorrà dimostrare di saper ottenere di più, finendo così per indebolire la coalizione; si vedrà.
Intanto, Barbara Beltrame Giacomello, Presidente di Confindustria Vicenza ovvero la provincia con l’export pro capite più alto d’Italia, la pensa così:
"Attendiamo di vedere il testo definitivo e i termini tecnici e reali dell'accordo che, fin qui, non è assolutamente soddisfacente per l'Europa".
Passare dal 5 al 15% di dazi con un dollaro debole, per mantenere il 50% sull'acciaio costerà 750 miliardi in acquisti energetici in 3 anni e 600 di ulteriori investimenti.
Se Mario Draghi riteneva che mantenere la sua competitività l'Europa avrebbe dovuto investire 750 miliardi l'anno per colmare il gap con gli Americani, ora il gap raddoppia.
Così, quello che la stampa vende per un successo della von der Layen, sembra un accordo che avvantaggerà solo la controparte, e ciò nonostante tra NATO e G7, l'Europa si sia già impegnata per acquisti di armi e gas dall'America.
Insomma, la presidente della Commissione Europea, anche sui temi economici non si sarebbe dimostrata all'altezza.
Continua la Giacomello:
"Sembra che la nostra rappresentante non si sia ancora resa conto che l'Europa è fatta da gente che lavora, da manifattura che crea valore aggiunto e occupazione, e non da slogan e ideologia. È inspiegabile che sia stata eletta per un secondo mandato dopo i disastri del primo, nonché del suo Green Deal. Dopo questa ultima debacle, l'Europa deve darsi una scossa. Contiamo che i paesi manifatturieri del continente abbiano uno scatto d'orgoglio per il bene dei cittadini europei, perché la strada intrapresa è quella del declino”.