AAA Cercansi lavoratori, ne mancano 43mila in provincia di Vicenza
A Palazzo Bonin Longare l’incontro con Veneto Lavoro. Il bilancio occupazionale veneto è positivo nel 2024, ma nel vicentino si è arrestato rispetto agli anni precedenti

Nonostante il bilancio occupazionale veneto, nel 2024 si sia chiuso positivamente, registrando un aumento di 28.500 posti di lavoro dipendente, il risultato è, tuttavia, inferiore rispetto a quello degli ultimi anni, a conferma di un rallentamento della crescita. Sono aumentate le posizioni a tempo indeterminato e diminuito l’apprendistato mentre crescono il tempo determinato, il parasubordinato ed i contratti part-time.
E' certamente scarna la nostra sintesi sull'andamento del mercato del lavoro, alla quale però, il 30 gennaio 2025, riunitisi a Palazzo Bonin Longare, sede di Confindustria a Vicenza, i rappresentanti regionali della Agenzia Veneto Lavoro che si occupa di politiche per l’occupazione e gestisce i Centri per l’impiego, con la rappresentanza della stessa Confindustria Vicenza e della Camera di Commercio vicentina, hanno aggiunto:
"Ci servono 43 mila lavoratori".

Critico gap
Il preoccupante sbilancio registrato tra domanda e offerta di lavoro va ricercato nel calo delle natalità che in Italia parte da lontano, tanto che oggi mancano lavoratori giovani un po’ in tutte le categorie.
Ecco allora che a Palazzo Longare sono emerse ipotesi di sinergia tra pubblico e privato utili ed efficaci per uscire dall'impasse: la Camera di Commercio, ad esempio, partecipa già ad un progetto per attirare argentini con origini venete nelle imprese vicentine e si è parlato poi di piani di formazione al lavoro per stranieri .
In questo quadro di rallentamento economico, mancherebbe un lavoratore per ogni due posti vacanti.
Come trovare le professionalità mancanti?
“Non possiamo ignorare che mancano le professionalità di cui abbiamo bisogno – ha detto Alberto Favero, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle relazioni industriali – e che sono 43mila le posizioni scoperte. Dobbiamo agire – ha aggiunto - per rafforzare il legame tra le imprese e le risorse umane disponibili, lavorando insieme per garantire un equilibrio tra domanda e offerta. In questo senso, i Centri per l’impiego potrebbero essere determinanti”.
Le strategie dei Centri per l’impiego vicentini
Chiamata in causa, Lisa Lora, dirigente di Veneto Lavoro per Vicenza, ha esposto le iniziative dei Centri per l’impiego all’insegna della:
"Facilitazione dell’accesso ai servizi erogabili dai Centri che dovrebbero raggiungere gli interessati con webbinar, newsletter dedicate alle imprese, eventi di recruiting ed incontri sul territorio. Un insieme di azioni, insomma, che in questi anni ha favorito un incremento dei livelli di occupabilità e inserimento lavorativo degli utenti del Centro per l’impiego".
Su come far incrociare domanda e offerta si è espressa Elisa Andreozzi di Veneto Lavoro per Vicenza, che ha parlato di:
"Servizio gratuito dei Centri, per una preselezione dei candidati, finalizzata un elenchi di profili in linea con le posizioni offerte”.
Susanna Casellato che per Confindustria Vicenza che si occupa di formazione aziendale e Lisa Rigadello, dei servizi per l’impiego di Vicenza che hanno citato:
"Strategie «sperimentali» per favorire l’incrocio domanda-offerta, quali accompagnamento al lavoro e tirocinio".
Silvia Cavallarin, coordinatrice Veneto Welfare, dal canto suo ha presentato il "Registro regionale delle imprese virtuose in materia retributiva di genere e pari opportunità nel lavoro".

Della delicatezza delle dinamiche e delle interazioni delle imprese con il capitale umano di loro interesse, ha poi parlato Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, a chiusura dei lavori.
Insomma, dove lo trovo il lavoro?
A conclusione di quanto sopra esposto, qualcuno potrebbe chiedersi: "Ma quali sono le professioni più richieste?"
Abbiamo perciò cercato di capirlo sempre con l'aiuto di VenetoLavoro, scoprendo che se in generale per quanto riguarda il Veneto, data la sua vocazione turistica, questo è il settore in maggiore sofferenza, spostandoci alla industrializzatissima Vicenza, le fìgure più ricercate sono quelle ad alta ed altissima professionalità.
L'estrema professionalità, peraltro sembra sinonimo anche di poca mobilità perché una volta assunta, la persona che vale, nessuno più la molla, né quella molla il lavoro, perché anche economicamente soddisfatta.
Chi però è quotidianamente sul campo ed alle prese con i problemi prospettati è, ad esempio, Sandro Venzo Presidente Mandamentale degli Artigiani di Bassano del Grappa e, chiestogli se avesse qualche cosa da dirci sull'argomento, è un fiume in piena:
"Purtroppo lottiamo ogni giorno per un cambio di mentalità. Quando si parla di fabbrica, il giovane pensa sempre alla catena di montaggio e ad una tuta blu, magari sporca di olio. Non è più così!"
Cosa intende:
"Intendo che oggi la fabbrica è moderna, pulita anche nel settore metalmeccanico - venga a visitare la nostra - e, salvo che non parliamo di una fonderia, ci si muove in camice bianco avanti a macchine a controllo numerico per la realizzazione di stampi e dime uniche e preziosissime. In fabbrica trovi la mensa e magari anche la palestra".
Beh, ma allora...
"Allora i giovani mantengono una idea distorta e preferiscono ingrossare le fila dei fattorini della grande distribuzione, pensi un po'".
Grazie, ma le citiamo o no, alcune professioni mancanti?
"Guardi, in metalmeccanica sono saldatori, fresatori, disegnatori ed addetti al controllo numerico. In edilizia piastrellisti ed elettricisti. Noi facciamo la fila fuori dagli istituti tecnici e professionali per accaparrarci i neo diplomati alla cui formazione finale provvediamo direttamente sul campo".