Roberto Ciufoli conquista tutti con il suo laboratorio al Politeama

«Il corpo è la prima battuta che si deve imparare. La mia opinione personale è che le battute siano l’ultimo punto di arrivo di uno studio su un personaggio, un lavoro teatrale».

Roberto Ciufoli conquista tutti con il suo laboratorio al Politeama
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Roberto Ciufoli conquista tutti con il suo laboratorio al Politeama

Non ci si aspetta di trovarlo per strada a Marostica, e invece... Volto conosciutissimo di tv e teatro, (ex Premiata Ditta) doppiatore molto attivo, l’attore Roberto Ciufoli è in città per un laboratorio teatrale appena conclusosi al Politeama, invitato da Maurizio Panici. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.

Il corso appena finito partiva dal fatto che il corpo è una battuta.

«Il gesto è molto importante nella recitazione, certe volte vale addirittura come sosituzione delle parole. In generale invece c’è una scarsa attenzione a questo, una ricchezza che non va dimenticata».

Sicuramente avrai fatto divertire gli allievi, che avranno imparato la lezione. La loro risposta?

«Di grandissima attenzione. Il corpo è la prima battuta che si deve imparare. La mia opinione personale è che le battute sono l’ultimo punto di arrivo di uno studio su un personaggio, un lavoro teatrale».

Movimento del corpo e suo studio inteso come psicologia, allora.

«Assolutamente. Il fatto stesso che questo lavoro dà l’occasione di entrare nella vita di qualcun altro è un’occasione mica da poco».

Sapere che si è entrati in molte case attraverso gli sketch televisivi, soprattutto con la Premiata Ditta che effetto fa?

«Sicuramente forte. Si diventa uno di famiglia proprio perchè il pubblico ti può guardare da casa, sul divano. Con l’attore di cinema o teatro si ha un altro tipo di soggezione. In quel caso è il contrario, è lo spettatore che va a casa di un altro, per dire».

Ad aprile farai «The Man of Jesus» con regia di Panici, chiudendo la stagione teatrale proprio qui a Marostica, dove non eri mai stato. Cosa si deve aspettare il pubblico?

«Non c’ero mai stato, e mi ha colpito molto, devo dire. Per quello spettacolo la miglior aspettativa da avere è non averla e lasciarsi sorprendere. Quello che ci si può aspettare è comunque qualcosa che emozionerà, con un bel testo, che appare laico, ma ha tanta religiosità. E poi con un cacciatore di atmosfere sonore come Papa Dj  e una regia sapiente sarà certamente uno spettacolo originale».

Prima di allora, invece, a dicembre sarai a Thiene con « A Christmas Carol –  Canto di Natale». Vuoi dare un arrivederci  a presto ai nostri lettori?

«Certamente, e con piacere. Vi aspetto tutti il 21 dicembre al teatro Comunale».

Perchè è  faticoso portare la gioventù a teatro?

«La scuola ha una grandissima responsabilità, fa vedere la cultura sempre come qualcosa di pesante. Basterebbe proporla meglio».

Come vedi da fuori il progetto del teatro di comunità curato da Maurizio Panici a Marostica?

«E’ la persona giusta nel posto giusto. Una persona con idee, voglia di fare, con un territorio che risponde ottimamente. Perfetto no»?

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