"Quattro passi nella storia" al Castello Inferiore di Marostica

La presentazione degli Atti del Convegno sulla Grande Guerra e una mostra fotografica.

"Quattro passi nella storia" al Castello Inferiore di Marostica
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"Quattro passi nella storia" al Castello Inferiore di Marostica

Nell’ambito della rassegna “Quattro passi nella storia”, curata dal Gruppo Storia in collaborazione con la Città di Marostica, sabato 2 novembre, alle ore 18, al Castello Inferiore di Marostica, inaugura la mostra fotografica “Il Fronte veneto della Grande Guerra - Cento anni, cento fotografie”, una esposizione copiosa e molto approfondita che gode del patrocinio della Città di Asiago, che ha prestato il materiale, dopo il successo della prima edizione della mostra curata da Paolo Pozzato e Mauro Passarin.

L’inaugurazione sarà preceduta, alle ore 17, nella Sala Consiliare, dalla presentazione degli Atti del Convegno “1915-1918 Marostica in grigio verde”, realizzato nel 2018 nell’ambito del Centenario della Grande Guerra, e che, grazie a numerosi esperti, ha visto una disamina ad ampio raggio su Marostica nei suoi vari ed articolati rapporti con la guerra combattuta a poca distanza, in diretto contatto con il fronte e con tutte le sue conseguenze. Gli Atti del Convegno, ora pubblicati, riportano i preziosi interventi di Giuseppe Antonio Muraro, Paolo Tagini, Paolo Volpato, Franco Scarmoncin, Mario Scuro, Paolo Pozzato, Albano Berton, componendo un tassello fondamentale della storia della città.

Giuseppe Antonio Muraro ha illustrato il contesto storico relativo a Marostica durante i primi anni di guerra, l’atteggiamento neutralista di una parte della popolazione, come l’eminente concittadina Arpalice Cuman Pertile, e la posizione interventista di coloro che appartenevano all’Associazione “Trento-Trieste”. Ha descritto come si mosse l’amministrazione comunale di fronte allo scoppio della guerra, citando la figura di Giuseppe Boschetti, da lui definito “il sindaco della guerra” perché amministrò Marostica dal 1914 al 1919. Ha approfondito anche la difficile situazione economico-sociale, ricordando la rivolta dei lavoratori delle trecce e dei cappelli di paglia di Marostica, Pianezze, Molvena, Crosara, Conco e Lusiana tra il 12 ed il 15 marzo 1915.

Paolo Tagini, ricordando il ruolo di Marostica che, fin dall’inizio della guerra, era diventata sede di comandi e di smistamento delle truppe, di ospedali militari, di depositi di armi e di munizioni, ha evidenziato i momenti di difficile gestione da parte dell’amministrazione comunale che si era trovata ad affrontare tantissime difficoltà anche economiche: il profugato, l’organizzazione delle truppe, il passaggio dei reparti che provocava la distruzione dei campi coltivati, il taglio di grandi quantità di legna per le esigenze dell’esercito, che si evince dalle richieste dei danni di guerra avanzate dai singoli cittadini durante e dopo il conflitto. Tagini ha definito “sacra unione” il rapporto tra militari, amministrazione e popolazione, soprattutto nel biennio 1917-1918, anni in cui si avviò una completa militarizzazione del nostro territorio.

Lo storico Paolo Volpato ha analizzato brani, tratti da pagine di diario, lettere e testi letterari in cui si parla di Marostica durante gli anni di guerra. Scritti di militari, uomini comuni, ma anche di personaggi divenuti poi scrittori famosi come Emilio Lussu, Carlo Emilio Gadda ed Ernest Hemingwaysoldati che salivano o scendevano dalle trincee dell’altopiano e che ci hanno lasciato delle preziosissime testimonianze scritte, ricordi che ci forniscono un affresco di come fosse allora la nostra città, il transito dei militari, le incursioni aeree, i colpi di artiglieria, le trincee, la sanità, soprattutto l’atmosfera che qui si viveva impregnata di dolore, ma anche di atti di generosità e di altruismo.

Franco Scarmoncin ha affrontato il tema dei caduti, in particolare quelli di Marostica. Ha messo in evidenza il ruolo dei monumenti, dei cimiteri di guerra, degli ossari e dei sacrari militari per l’elaborazione del lutto a livello locale e nazionale. Ha analizzato la struttura del monumento posto in piazza all’angolo del Doglione e le vicende che portarono alla sua edificazione nel 1926, interpretando la rappresentazione scultorea dell’artista Aurelio Mistruzzi. Ha approfondito le cause del decesso dei militari ricordati nel monumento, (non tutti purtroppo) morti in combattimento o in seguito alle ferite o alle malattie contratte al fronte.

Mario Scuro ha voluto riportarealcuni piccoli fatti, episodi occasionali vissuti dai nostri soldati, tratti dalla memorialistica, dai diari, in particolare attraverso le parole del padre, l’alpin Bepi.Ha illustrato le pessime condizioni dei soldati in trincea, la divisa, i tribunali militari, ma anche i sentimentivissuti dai soldati,la tensione che logorava i nervi e la presenza incombente della morte. Inoltre ha analizzato i vari monumenti ai caduti presenti, oltre che a Marostica, a Marsan, a Vallonara, a Valle San Floriano, a Pradipaldo, a Crosara, a San Luca e a Laverda.

Paolo Pozzato ha concentrato il suo intervento sulla figura del professor Giovanni Nicolli, un amico con cui ha condiviso la passione per la storia, mettendo in evidenza ilsuo contributo alla comprensione della Prima Guerra Mondiale. Ha ricordato la pubblicazione realizzata a quattro mani nel 1991, 1916-1917Mito e antimito. Un anno sull’Altopiano con Emilio Lussu e la Brigata Sassariin cui, attraverso un’attenta analisi, i due storici hanno messo a confronto il libro di Lussu con i fatti e gli eventi, un lavoro che ha permesso di cogliere anche gli aspetti storici più lacunosi.

Albano Berton, dopo aver fornito delle brevi note biografiche su Giovanni Nicolli, ha voluto ricordare l’amico e lo studioso, un “uomo di cultura discreto e schivo, ma di grande spessore, per l’onestà intellettuale e l’apertura culturale”. Oltre all’insegnamento egli coltivava numerosi interessi che andavano dalla storia, alla geografia, alle tradizioni popolari, all’alpinismo.

«È grazie all’impegno e alla volontà di studiosi e ricercatori del territorio- commentano il sindaco della Città di Marostica Matteo Mozzo e il consigliere delegato alla Biblioteca Marialuisa Burei che anche la nostra Città ha firmato nel 2018 un contributo significativo alla Celebrazione del Centenario della Grande Guerra. Ne sono testimonianza gli atti di questo Convegno e l’accurata e appassionata pubblicazione che ha accompagnato la mostra “Marostica e la Grande Guerra. Memorie della città e testimonianze inedite”, un progetto che ha visto impegnati importanti storici locali, coordinati dal Gruppo Storia, che con la sua attività sta contribuendo a riscrivere e a far emergere aspetti inediti del passato di Marostica. Come le immagini fotografiche di quella mostra, più delle parole, hanno avuto la forza di raccontare, esprimere e sintetizzare scenari, atmosfere ed emozioni di questo imponente quanto tragico avvenimento che ha segnato la vita anche delle nostre terre, così la pubblicazione dei contributi emersi nel Convegno garantirà alle generazioni future la memoria di uomini e donne loro malgrado protagonisti di eventi epocali». 

Si ricorda che gli Atti del Convegno sono dedicati alla memoria di Giovanni Nicolli (Marostica, 17 settembre 1939 – Bassano del Grappa, 8 giugno 2007), importante studioso dell’evento bellico, che espresse il suo amore per la terra d’origine non solo attraverso la passione per gli Alpini e la montagna e lo studio del primo conflitto mondiale, ma anche nell’impegno civico per la Città.

Sempre nell’ambito della rassegna“Quattro passi nella storia”, nella Chiesetta San Marco alle ore 20.30, ad ingresso libero, sono i programma due presentazioni di libri: l’8 novembre “Nessuno è rimasto ozioso - la prigionia in Italia durante la Grande Guerra”(interverrà l’autrice Sonia Residori) e il 22 novembre “Vittorio Veneto- luci e ombre di una vittoria”(interverrà l’autore Paolo Pozzato).

La mostra è visitabilefino al 17 novembre,dal martedì alla domenica,  con orario 10.00 - 12.00 e 15.00 - 18.00. Ingresso libero.

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