«Mk da Miki», sapore e qualità in un morso

I burger di Michele Guglielmin, originali e unici per i loro ingredienti ricercati, sono diventati il peccato di gola di molti avventori.

«Mk da Miki», sapore e qualità in un morso
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«Mk da Miki», sapore e qualità in un morso

A varcare la soglia del numero 53 di via Marcadella a Pove del Grappa si rischia di entrare nel terzo girone dell’Inferno, dedicato da Dante ai «Golosi», coloro che eccedono la giusta misura nel dedicarsi ai piaceri del cibo e delle bevande. «Mk da Miki» è il peccato di gola che ognuno di noi vuole concedersi, quello per cui si affronterebbe anche la terribile legge del contrappasso. Di fronte al profumo della carne che esplode nei sapori vivaci, davanti alla verdura che scricchiola croccante sotto i denti nella sua naturale essenza, avvolti dal pane spiritoso declinato nelle su diverse ricette, non si riesce a resistere ai piatti succulenti dello chef Michele Guglielmin. La sua passione inizia fin da piccolo, quando l’arte della cucina lo stuzzica e questa sua ispirazione giovanile non lo lascia più andare, stimolandolo a diventare un cuoco autodidatta che non si ferma di fronte a nulla, che con perseveranza riesce a realizzare tutto ciò che gli passa per la mente, portando sulla tavola curiosi abbinamenti. Giorno dopo giorno il sogno inizia a diventare pratica, prima come dipendente nel centro storico bassanese e poi come titolare di un locale nella piazza di Pove del Grappa. Poi, il desiderio di avere uno spazio unico, caratteristico e memorabile lo spinge in una location che stimola l’estasi al primo sguardo. Qui il laboratorio di idee prende forma, Mk diventa una realtà in cui il burger è l’essenza del sapore, l’assemblaggio dall’equilibrio perfetto di ingredienti unici, materia prima di qualità che viene preparata in modo esclusivamente espresso. Nulla è surgelato, nulla è precotto, tutto arriva nella cucina sotto le dita dello chef che ricerca, seleziona, sperimenta con consapevolezza e prepara l’opera d’arte del gusto cercando sempre di mantenerne l’integrità.

L’onestà del prodotto al centro del piatto, sotto gli occhi di colui che poi assaporerà tra la lingua e i denti il paradiso che conduce alla porta dei condannati al vizio capitale. Un piacere, però, che vale la pena provare ad ogni costo e che crea dipendenza: il ritorno dopo il primo assaggio è una garanzia. Non solo per lo straordinario prodotto nato dall’originalità dello chef, che declina la sua idea di burger in una quarantina di tipologie diverse, che vengono poi cambiate stagione dopo stagione, ma anche per l’accoglienza che si riceve non appena ci si siede al tavolo della sala. Non si entra in un locale, ma si viene introdotti in una famiglia, dove si viene chiamati per nome, coccolati e viziati con estrema professionalità. Nessuno è un numero di fronte alle creazioni di Michele e alle attenzioni del fratello Mauro, che gestisce la sala in modo eccellente, non tralasciando alcuno al suo sguardo, non facendo alcuna preferenza e accarezzando le anime di tutti coloro che si lasciano trasportare dal piacere del buon cibo. Qualcuno di questi, tra gli abituali, ha trasportato il suo gusto anche sulla carta, prendendo il nome di un Mikiburger, il desiderio di ogni avventore. Sedervi tra le sale dallo stile vintage americano, vi trasporterà quindi in un’esperienza unica, pronti ad assaporare non più un piatto frettoloso ma un momento di piacevole abbandono a quello che da un semplice panino si è evoluto diventando un capolavoro del gusto.

L’«Americano», l’opera che ha dato inizio alla storia di «Mk da Miki»

L’«Americano», un nome che racchiude in sé i sapori, i profumi e il sogno dell’oltreoceano. Lo chef Michele Guglielmin un tempo ha intrapreso un viaggio di piacere a New York, che è diventato poi un viaggio di scoperta. Innamoratosi del cibo americano, vuole così trasportarlo e trasformarlo in una realtà italiana. Torna nel suo Paese e mette le mani in pasta, creando così il burger che darà inizio al sogno culinario che lo porta oggi ad «Mk da Miki». Si tratta di un burger formato da pane ai cinque cereali, carne di angus, cipolla di tropea caramellata, peperoni grigliati, formaggio cheddar, bacon croccante e per finire l’uovo all’occhio di bue che caratterizza questo piatto e lo rende il pilastro del menù. Un’esperienza che fa volare la mente in un altro paese, che riempie la bocca di sapori vivaci, frizzanti e briosi.

Questa è stata la ricetta che ha dato inizio alle numerose idee ed ai diversi assemblaggi dello chef. Non si è però fermato alla carne, nel suo menù ci sono anche opzioni che vedono come protagonista il pesce o le verdure. Il tutto è accompagnato da una vasta scelta di bevande, tra le quali spiccano i dodici tipi di birra alla spina proposti alla clientela, accompagnati poi da una selezionata carta dei vini e da qualche cocktail. Tuttavia, il piatto che non è scritto nel menù e che è compreso nel prezzo di ogni vostro ordine è e sarà sempre uno: la passione. Quest’ultima non mancherà mai sul vostro tavolo, sarà la linfa vitale di ogni morso con cui assaporerete le creazioni di «Miki», un nome che diventa garanzia di una serata all’insegna del buon cibo e della serena convivialità.

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