«Magia dei colori», il teatro che ricorda Marta

La fondatrice era una giovane di Campagnari che solo un mese dopo aver fatto nascere questo sogno è stata portata via dalla malattia.

«Magia dei colori», il teatro che ricorda Marta
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«Magia dei colori», il teatro che ricorda Marta

Si fa presto paragonare la storia della compagnia teatrale «Magia dei colori» ad una fiaba che si racconta ai bambini. Si comincia dal nome stesso, che rievoca a qualcosa di fantasioso. Ma a rendere questo gruppo davvero magico è la storia di colei che l’ha fondato. Marta era una giovane di Campagnari che, nonostante le difficoltà che le ha riservato la vita, quotidianamente svolgeva in modo impeccabile il ruolo di mamma. Assieme agli altri genitori, cercava di svolgere qualche piccola attività per finanziare la scuola dell’infanzia. Un giorno ha deciso di inseguire il suo sogno, coinvolgendo non solo gli altri genitori, ma anche i figli. La compagnia teatrale «Magia dei colori» è nata proprio così nel 2010, per contribuire alle necessità della scuola. Ma le favole purtroppo a volte hanno risvolti negativi e, nemmeno un mese dopo la fondazione, un male incurabile ha fatto in modo che Marta diventasse un angelo. Aveva fatto in tempo a curare la regia del primo spettacolo. Gli amici hanno quindi deciso di proseguire il suo sogno. Anno dopo anno i bambini sono diventati ragazzi e con i soldi raccolti si è cercato di aiutare chi ne aveva bisogno, come i terremotati delle Marche e varie associazioni, tra cui la «Orthopedadics onlus» di Bologna che cura le persone in Africa. Anche Giovanni Piccolo, un bambino affetto da Eminelia Tibiale in queste settimane sta affrontando le cure in America grazie al loro aiuto. E’ stato coniato così un nuovo motto che dice «Aiutateci ad aiutare». Attualmente la compagnia conta 60 elementi di un’età compresa dai 6 agli 80 anni. A farne parte ci sono anche Pietro e Sara, i figli di Marta. In occasione della sagra di Laghi, la compagnia ha voluto fare un esperimento particolare di fronte al pubblico di casa, dove genitori e figli per una volta si sono scambiati i ruoli. Spiega meglio come è nata questa iniziativa Tiziano Campagnolo, il presidente:

«Si tratta di un laboratorio teatrale che vede i ragazzi impegnati dietro le quinte e gli adulti in scena nel ruolo di attori. Lo scopo è quello di far capire ai ragazzi come si fa a costruire uno spettacolo, come aprire un copione, come modificarlo per il gruppo, come allestire come nascono i costumi ambientati nella scena, la scenografia e altro ancora. Ovviamente non sono stati lasciati soli, al loro fianco c’era la regista Laura Candiotto e qualche adulto che li ha aiutati in questo lavoro. Abbiamo rappresentato un’opera in dialetto veneto intitolata “E do morose” di Rino Gobbi che tra l’altro era presente alla serata. Una storia che si svolge in un paesino di campagna dove il protagonista, tra divertenti imprevisti, deve scegliere la fidanzata tra due contendenti. Ad oggi arriviamo a fare circa una decina di spettacoli all’anno in tutto il Veneto. La nostra è una compagnia teatrale vera e propria, in quanto in tutti questi anni ci siamo formati in maniera professionale. Nei giorni antecedenti allo spettacolo, arriviamo a trovarci praticamente ogni giorno per le prove. Per il prossimo anno stiamo studiando come festeggiare a dovere il nostro decimo compleanno».

 

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