L’informazione tra pensiero critico e libertà 

Monica Andolfatto, giornalista e Segretario del Sindacato Giornalisti Veneto, apre il 25esimo anno accademico dell’Università de La Rosa.

L’informazione tra pensiero critico e libertà 
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L’informazione tra pensiero critico e libertà

Conoscenza, fatica, metodo, memoria, critica, inclusione, rispetto, libertà, impegno. Una lectio magistralis incisiva e determinata quella di Monica Andolfatto, giornalista del Gazzettino a Venezia e Segretario del Sindacato Giornalisti del Veneto, che mercoledì mattina ha aperto il 25esimo anno accademico dell'Università de La Rosa. Tema dell'intervento è stata l'informazione, quella stampata tradizionale e quella social legata al rapido sviluppo della rete che oggi tutto coinvolge e tutto sembra voler travolgere. Finita per ben due volte nel mirino della criminalità organizzata in Veneto con ripetute intimidazioni a seguito di sue ricerche e pubblicazioni, Monica Andolfatto ha coinvolto i corsisti e gli ospiti presenti in un’attenta analisi del contesto dell’informazione che oggi si evolve con potenzialità preziose, ma a volte insidiose, mezzi potenti che vanno studiati e usati con competenza. L'analisi, fatta attraverso riflessioni, esempi e puntuali rimandi agli articoli della legge dell’Ordine dei Giornalisti e rivolta a chi lavora nel campo dell’informazione e a chi ne fruisce, è partita da quello che deve essere il bagaglio quotidiano di un buon giornalista e quindi di un buon cittadino, la conoscenza, attraverso lo studio e l'analisi della realtà, il rispetto della verità sostanziale dei fatti che impone la lealtà e la buona fede, l'esercizio critico nei confronti di ciò che si riporta, l'uso di un linguaggio semplice e mai banale che includa e non escluda. Che differenza c'è tra carta stampata e rete? Nessuna. Alla base e sopra a tutto, uno solo deve essere lo strumento sovrano: la funzione critica del giornalista a cui seguono consapevolezza, responsabilità e formazione da parte del lettore. Oggi la rete regala velocità, immediatezza, quantità nei dati e nelle informazioni. Potenzialità che vanno accolte e utilizzate al meglio con attenzione consapevole per far fronte alle insidie e ai pericoli in agguato. «Ad allarmare è il giornalismo che si accontenta della superficie dei fatti, che non approfondisce, fatto di presa diretta e poco di analisi e confronto, fatto di video foto battute, che non sente la necessità dell'impegno, un giornalismo che riflette il mondo in cui è immerso, quello di internet, fatto di frasi brevi, toccanti e scioccanti». La qualità, in rete e sulla carta, è sempre garantita dal cronista, dall'esperto che firma l'articolo, che valuta le fonti, che ci mette la faccia, che risponde in prima persona di quello che scrive. Deve essere chiaro come, nell'era dei social, occorre formare e coltivare ancora di più il proprio pensiero critico. Una lectio magistralis forte e precisa, condivisa e ripresa nello spirito dagli interventi degli ospiti: la Presidente del Cif di Rosà Graziella Franzanchini, del Cif provinciale Maria Loretta Bertoldi, l’assessore Fabio Vivian in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, tutti i docenti presenti.

«La cultura e l'informazione non sono merce che deve rispondere alle regole del mercato – ha concluso Monica Andolfatto – Sono un bene pubblico, come l'acqua, come l'aria e come tali vanno tutelate e valorizzate».

Un omaggio personale infine da parte della relatrice al fondatore e rettore dell’Università Silvano Bordignon, suo insegnante al liceo e formatore:

«Ripeto le parole che lui mi ha insegnato: ci vuole coscienza, fatica, memoria, critica, inclusione, rispetto, libertà».

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