Laboratorio del Benessere, per chi vuole la felicità

Francesca e Gregorio, insieme come coppia nella vita e nel lavoro, portano avanti un progetto che nasce dalle loro esperienze di vita.

Laboratorio del Benessere, per chi vuole la felicità
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Laboratorio del Benessere, per chi vuole la felicità

"Che cos’è la felicità?". Questa è la domanda che appare in grande sulla descrizione dell’associazione culturale sportiva dilettantistica «Laboratorio del Benessere» di Francesca Tamai e Gregorio Leone Scarsi. Seduti davanti a me e di fronte al loro «portale» che ci trasporta in un’altra dimensione, questa coppia racconta la propria storia fatta di coraggio e passione.

Come nasce questa realtà ?

«Nasce da due entità distinte, due percorsi che si sono poi uniti nella vita e nella professione».

F. «Prima di questo lavoravo nel settore alberghiero, con la gestione dei centri benessere, una cosa completamente diversa. Però, all’età di vent’anni, a causa di una crisi, mi ero avvicinata al mondo olistico, iniziando anche a gestire dei gruppi di crescita personale e di meditazione. Ma dopo qualche tempo ho lasciato e la pausa è durata circa 8 anni.
Poi, è arrivata la seconda crisi e ho capito che dovevo iniziare a fare dell’altro, la mia passione era quella di prendermi cura delle persone, del loro benessere. Ho quindi lasciato le mie pseudo certezze fatte di uno stipendio fisso e di un lavoro stabile per buttarmi nello studio. Così, ho raggiunto un diploma di shiatsu e medicina olistica, che ho integrato con una formazione triennale di counseling e di respiro. Ho iniziato a collaborare con associazioni e studi paramedici, lavorando con clienti di altri centri a Verona, Trento e Bassano. Ma poi sentivo che dovevo aprire qualcosa che avesse la mia visione» .
G. «Il fatto che qualcosa ci abbia fatto incontrare è indubitabile. Anche io, dopo aver lavorato per moltissimi anni da un notaio come impiegato, con un buono stipendio, ho deciso di lasciare questa realtà. Infatti, avevo sempre avuto la passione del mondo olistico, tanto che nei weekend seguivo dei corsi intensivi e mi dedicavo alla meditazione. Inoltre, fin da giovane ho sempre avuto una curiosità nei confronti delle persone, di cosa le spingesse a stare nel mondo e a sopravvivere. Avevo capito già allora che non volevo lavorare per le persone ma stare con le persone. Conducevo così una doppia vita, che ho deciso poi di incanalare in un’unica strada. Quindi, quando ho incontrato Francesca abbiamo pensato a questo progetto, un’idea che ha al centro le persone, aiutarle con strumenti e collaboratori esterni con cui i clienti trovano la loro alchimia. Infatti, crediamo che il nostro lavoro non debba essere rinchiuso in quattro pareti, ma aperto ad una rete di collaborazioni, per capire e sostenere al meglio la mente, il corpo e lo spirito di una persona»

Nel vostro centro di cosa vi occupate precisamente ?

«Siamo counselor, professionisti disciplinati ai sensi della legge 4/2013, e quindi operiamo in counseling integrale olistico sia individuale che di gruppo. Poi ci occupiamo di costellazioni familiari, ossia insegnare dei metodi di presa di coscienza, capire che cosa rimane bloccato nella nostra vita e affrontare e sciogliere questo nodo, guardandolo anche da un’altra prospettiva. Ci occupiamo poi di respiro consapevole, di shiatsu e reiki, di ginnastica armonizzante e di tecniche di meditazione».

Avete collaborato anche con l’amministrazione comunale?

«Sì, in ambito del festival della famiglia. Ci siamo resi disponibili per un percorso di serate che insegnavano ad ascoltare e a comunicare nel giusto modo nella propria famiglia. Speriamo di poter collaborare anche in un prossimo futuro».

Come agisce il lavoro di counseling?

«Si tratta di un percorso che può variare, ma che sostanzialmente si compone di un massimo di dodici incontri in cui la persona definisce il proprio obiettivo, così da essere uno stimolo e prendersi una responsabilità concreta. Alla fine sarà lo stesso individuo a trovare le risposte ai suoi problemi, essendo indirizzato nel dialogo dalle nostre domande precise e mirate. Trattiamo adolescenti, coppie, singoli adulti e anche gruppi di persone».

Ora state ancora studiando come prendervi cura delle persone?

«Ci siamo entrambi iscritti all’università per laurearci in psicologia, per essere ancora più vicini al comprendere l’essere umano. Ciò non toglie che il nostro approccio al cliente, anche in futuro, sarà quello che manteniamo oggi. Infatti, lo stesso inventore del counseling, Carl Rogers, sosteneva che questo approccio diverso metta a proprio agio la persona che ritrova in sé un’energia forte che le apre mondi a lei sconosciuti e che la rende autonoma nel risolvere le proprie problematiche, soltanto grazie ad un supporto mirato. Ad ogni modo non smetteremo mai di studiare, per essere sempre aggiornati su metodi e tecniche da utilizzare».

Una coppia nel mondo del lavoro e nella vita che ha capito e compreso il proprio destino, che sa approcciarsi all’altro e aiutarlo a scalare le montagne che a volte sembrano insormontabili. Il loro non è solo «il fare un lavoro che piace», ma è uno stile di vita che permea dalle loro stesse esistenze.

 

 

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