La storia della Schola Cantorum dal 1933 ad oggi

Pianezze racconta uno dei gruppi che animano la vita del paese.

La storia della Schola Cantorum dal 1933 ad oggi
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Nel 334 Papa Silvestro I fondò la prima Schola Cantorum. Una scuola corale destinata ad accompagnare le funzioni religiose. Anche Pianezze ha la propria storia riguardante la Schola Cantorum. Un gruppo di parrocchiani, appassionati di canto liturgico, volevano animare le Sante Messe attraverso le musiche di Don Lorenzo Perosi e di Arnaldi.

La storia della Schola Cantorum dal 1933 ad oggi

I cantori della «Messa Grande», chiamata anche «Messa Ultima» erano circa una trentina e a dirigere per primo fu Lorenzo Caron. Dal 2009 il nuovo direttore è Luca Vendramin, sindaco di Pianezze, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Vicenza e già direttore del coro «La vose del Tésena» di Sandrigo per 22 anni, fondatore del coro «Ana Marostica» e, come si definisce lui, organista «di campagna». Vendramin porta con se’ l’incisione di sei cd di musica corale e una carriera di esecutore di qualche centinaio di concerti in Italia ed in Europa, anche come clavicembalista in orchestre con repertorio barocco.

«La Schola cantorum di Pianezze è nata il 17 Aprile 1933 ad opera di alcuni parrocchiani con la passione del canto e specialmente quello liturgico. Come tutte le schole cantorum, erano composte all’epoca da cantori che praticavano le Liturgie. Il primo direttore fu Lorenzo Caron, che firmò anche lo statuto del coro e lo guidò per decenni. Grande impulso fu dato da Don Gino Pasinato, grande appassionato di musica sacra che oltre a dirigere la corale, ha fatto installare il nuovo organo a canne nel settembre del 2002. La direzione quindi fu affidata alla prof.ssa Rosangela Ponso, insegnante di musica, che nel tempo ha fatto crescere il gruppo dal punto di vista tecnico, con lezioni di respirazione ed emissione vocale, migliorando la qualità dei cantori e delle esecuzioni. Fino ad un decennio fa la Schola cantorum si proponeva anche in concerti sacri e profani sia in ambito locale che fuori regione, come ad esempio a Locarno, Farigliano, Castelcastagna, Roma. Ora i tempi sono cambiati. Le Chiese desolatamente vuote, le Liturgie frettolose delle “rassegnate” unità pastorali, portano ad un canto più breve, ad accompagnamenti “essenziali”. Sicuramente rispetto agli albori il livello tecnico ed espressivo è migliorato, come la qualità delle esecuzioni che sono raffinate, mai esibizionistiche, i testi dei canti sono più pertinenti e legati alla Messa, ma i numeri non sono più quelli dell’epoca d’oro. Attualmente è formata da 20 elementi che mantengono intatta la passione per il canto corale solenne».

Quali eventi organizzate?

«Ancora oggi il compito della Schola cantorum è quello di animare al meglio le Liturgie e le processioni. Ogni anno organizza un concerto in collaborazione con il Comune e la Proloco in occasione delle festività Natalizie il 5 gennaio denominato “Aspettando la Befana”. Nell’occasione invita altri cori per poi festeggiare la fine delle festività, con un momento conviviale curato dal gruppo alpini di Pianezze. La collaborazione fra gruppi ed associazioni è fondamentale per la crescita dell’evento».

Come si promuove nel territorio?

«Nel 2011 il coro ha inciso un cd dal titolo “Tra fede e poesia” proponendo i migliori canti del suo repertorio, ma con armonizzazioni nuove ed accompagnati da orchestra d’archi. All’interno del cofanetto, che contiene anche un breve documentario in DVD sulla storia di Pianezze, ci sono canti sacri di vari autori e canti popolari di Bepi De Marzi. In particolare, è presente una versione tutta nuova, e mai incisa prima, del celeberrimo “Signore delle Cime” con accompagnamento orchestrale il cui arrangiamento è stato scritto da Lorenzo Signorini».

Quali sono i migliori pezzi del repertorio?

«Sono dei corali di Bach, arie di Mozart, Vivaldi, Perosi, Gounod (per stare nella tradizione), alcuni salmi di “Turoldo/Passoni/De Marzi” ed alcuni canti più moderni di Frisina. In ambito popolare/profano, spiccano i canti di Bepi De Marzi, Marco Majero e Mario Lanaro».

Quali progetti avete in futuro?

«Lo scopo del coro attualmente è quello di continuare nella sua “vocazione” di promotore del bel canto corale, curando la qualità delle esecuzioni, mantenendo vivo il senso di comunità con spirito di condivisione e di servizio. Le prove del martedì sera, cui invito altri cittadini ad unirsi, portano i cantori a rinsaldare l’amicizia e la condivisione, nella comune passione di cantare, mettendo in musica la poesia così come dice De Marzi: “So dove l’erba nasconde la rugiada, so dove i grilli accordano i violini, so dove il vento si ferma quando trema, so dove nasce la voglia di cantare”. Solo così la Schola Cantorum diventa cultura nella tradizione».

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