Sul Massiccio

La scuola di montagna di Col del Brocco ed il museo di Val Lavello

Alla ricerca dei tempi andati con la testimonianza dei protagonisti dell'epoca

La scuola di montagna di Col del Brocco ed il museo di Val Lavello

Erano in Val Lavello, sul Massiccio del Grappa, il 27 settembre 2025, a visitare la casa che fu del botanico bassanese Alberto Parolini, gli appassionati della montagna e della sua storia interessati alle offerte culturali della “Costenaro Eventi“.

Gruppo di visitatori intrattenuto da Angelo Chemin (foto di Marta Maria Fontana e Massimo Serena)

Con loro, era ospite anche la maestra Annalisa Cecconello, ultima insegnante, nel 1970, della scuola montana di Col del Brocco – oggi comune di Valstagna, un tempo Cismon –  che la comitiva ha visitato nella stessa bellissima giornata autunnale.

Il museo etnografico

Nella “casera”, oggi di proprietà di Ivano Costenaro, lo storico Angelo Chemin vuole che, come detto, abbia vissuto anche il grande scienziato e botanico Alberto Parolini.

L’edificio ha subito un importante restauro conservativo proprio sotto la supervisione dell’attento Angelo Chemin, ed oggi racconta la vita che si conduceva sul Massiccio nel secolo scorso. Esso è visitabile in gruppo, su prenotazione.

La casa è in Val Lavello, sopra Cismon del Grappa, ed ospita nell’annesso fienile, un piccolo museo etnografico.

Fienile e casera in Val Lavello (foto di Marta Maria Fontana e Massimo Serena)

La stalla-fienile (vedi foto sopra) di Casa Cecconello – Parolini – Costenaro, come in molte “casere” del Grappa è completata, al di là di una piccola corte, da un modesto edificio abitativo con pozzo.

Il complesso abitativo di Val Lavello

Il fienile probabilmente fu rifatto nella prima metà del 1700 forse in seguito a lesioni riportate durante il grande terremoto del 25 febbraio 1695. Oggi l’interno della stalla vede una pavimentazione in lastame e le canalette di scolo dei fluidi animali in pietre sagomate.

Il fienile ha mantenuto tutte le caratteristiche esterne ed interne divenendo una struttura affascinante e perfetta per accogliere attrezzi e manufatti della vita contadina, rinvenuti nella casera, destinati alla produzione di formaggi, burro, alla lavorazione del legno e all’estrazione della pietra.

Angelo Chemin ha ripreso con fedeltà ogni aspetto storico e culturale della sua iniziativa (nella foto sopra: da sx, Angelo Chemin con Ivano Costenaro).

La scuola di Col del Brocco

Voluta da Benito Mussolini per i bambini residenti nel disagiato territorio montano, la scuola del Col del Brocco, fu eretta nel 1925 in pietra di “biancone” locale e divenne punto di riferimento per centinaia di ragazzi cui si dedicavano maestri che per raggiungerla dovevano percorrere le ripide mulattiere che segnavano il dislivello di 1.061 mt da fondo valle alla scuola, dove poi passavano mesi di isolamento e gelide nottate nella stanza ricavata sopra l’aula scaldata solo da una stufa a legna. A fianco alla scuola anche la chiesetta di San Giuseppe (foto sotto).

Chiesetta di Col del Brocco (foto di Marta Maria Fontana e Massimo Serena)

Lo stabile era appunto essenziale: al piano terra c’erano l’aula ed i servizi, al piano superiore l’alloggio dell’insegnante. L’immobile era addossato al monte e si aggiunse alla scuola di valle ad evitare che i ragazzi figli di montanari rimanessero ignoranti come i loro genitori.

Scuola di montagna al Col del Brocco (foto di Marta Maria Fontana e Massimo Serena)

Difficili se non proibitive le condizioni nelle quali erano costretti a vivere, gli insegnanti non avevano vita facile né lunghe permanenze in Grappa e si susseguivano a ritmo sostenuto poiché non resistevano all’isolamento, alla fatica delle mulattiere e dei sentieri, alla mancanza di case vicine dove scambiare una parola e ricevere un sorriso.

Gli allievi, invece, arrivavano con qualsiasi condizione meteorologica, dalle malghe della Mognola, del Col del Prai, del Fogher, di Val Lavello e del Forcelletto, attraverso sentieri impervi che richiedevano anche ore di cammino.

Annalisa Cecconello 28 settembre 2025 in Val Lavello (foto di Marta Maria Fontana e Massimo Serena)

A ricordare il tintinnare dell’ultima campanella, suonata nel 1970 quando ormai c’erano meno di una decina di alunni, ieri in Val Lavello e in visita alla sua vecchia scuola c’era proprio l’ultima maestra, Annalisa Cecconello Vanin, di Cismon del Grappa che al gruppo dei partecipanti ha riportato aneddoti, testimonianze e ricordi dei tempi in cui in Grappa si viveva.

Per memoria

A  Bassano del Grappa, fino al 26 ottobre 2025, nell’ambito della iniziativa “Bassano fotografia”, sull’argomento troverete proprio “Le ultime Tracce”, a cura di Marta Maria Fontana e Massimo Serena, a completamento delle iniziative di “Costenaro Eventi”.