La mostra: "Il racconto dei luoghi. Le guide turistiche a stampa tra Ottocento e Novecento"
Sarà disponibile dal 5 luglio al 7 settembre 2019 nelle sale della biblioteca civica.
La mostra: "Il racconto dei luoghi. Le guide turistiche a stampa tra Ottocento e Novecento"
È una mostra davvero singolare quella che si inaugura nella biblioteca civica di Bassano del Grappa, dal titolo “Il racconto dei luoghi. Le guide turistiche a stampa tra Ottocento e Novecento”. Un percorso attraverso la storia delle guide per viaggiatori a partire dalla prima metà dell’Ottocento con i pionieristici volumi delle Murray’s Red Guides per arrivare all’editore tedesco Karl Baedeker, alla francese Hachette, fino alla gloriosa produzione italiana affidata al Touring Club Italiano attorno al 1910. Per più di due secoli, dal Seicento all’Ottocento, l’Italia è percorsa da giovani rampolli dell’aristocrazia alla riscoperta della cultura classica e del nuovo umanesimo. Viaggi intrapresi soprattutto dai figli dei nobili, inglesi in primo luogo, ma anche francesi e tedeschi per motivi culturali, alla ricerca delle vestigia di un grande passato conosciuto altrimenti solo in forma libresca. A partire dalla seconda metà del Settecento la moda del Grand Tour contagia anche molti viaggiatori tedeschi, olandesi, spagnoli e nordamericani. La motivazione principale è l’ampliamento delle conoscenze ma, a partire dalla fine del ‘700, con l’affermazione della classe borghese inglese, inizia il declino dell’idea del viaggio come percorso fondamentalmente culturale, a forte valenza pedagogica.
Questo progressivo cambiamento di motivazione comporta una trasformazione delle modalità organizzative e degli strumenti di ausilio per il viaggio. Dal corredo del viaggiatore scompaiono i pesanti volumi sulla storia degli antichi Romani e i diari di viaggio dei grantdturisti. I giovani viaggiatori si svincolano sempre più dalla figura spesso ingombrante del tutor che limitava la loro libertà d’iniziativa e cominciano a ricorrere alle informazioni fornite dalle guide. Oltre agli itinerari consigliati, alle valutazioni sulla qualità e l’interesse di luoghi e monumenti da visitare, le pagine delle guide contengono suggerimenti sui percorsi ritenuti più sicuri, proprio in risposta a quel bisogno di sicurezza tanto presente nella seconda metà dell’Ottocento. Le guide che si affacciano quasi contemporaneamente sul mercato, fino a raggiungere l’apice del successo a cavallo tra i due secoli, sembrano rispondere tutte a questi
bisogni avvertiti da un numero sempre maggiore di turisti che ormai appartengono a strati sociali molto eterogenei.
La prima “Murray’s Red Guide”, Handbook for Travellers on the Continent, fu pubblicata nel 1836: dedicate ai paesi meta del Grand Tour e quindi anche all’Italia, sono le prime a fornire al lettore informazioni non solo culturali ma anche pratiche, quali orari, prezzi e valore delle monete. Quando il 1° luglio 1827 Karl Baedeker fondò la sua casa editrice a Coblenza, non poteva certo immaginare che il suo nome e i suoi libri rossi un giorno sarebbero diventati sinonimo di guida turistica in tutto il mondo. Baedeker rivoluzionò la letteratura di viaggio: le sue pratiche guide dedicate a mete quali la Germania, l’Austria, l’Italia e altri paesi europei consolidarono la fama delle Baedeker facendole diventare precise e affidabili compagne di viaggio. Baedeker diede particolare importanza alla chiarezza, alla precisione e all’attualità delle informazioni e provvide ad una costante revisione delle descrizioni di viaggio.
Nel 1894 nasce in Italia il Touring Club Italiano che pubblicherà di lì a poco la prima Guida-Itinerario dell’Italia e di alcune strade delle regioni limitrofe. La proposta di un Baedeker italiano fu avanzata dai soci del Touring che nel 1914 pubblicò il primo volume della Guida d’Italia, con il titolo Piemonte, Lombardia e Canton Ticino. Le Guide Rosse, eredi dirette di questo primo immane sforzo descrittivo e informativo, saranno aggiornate regolarmente e riproposte in libreria per quasi un secolo. A differenza delle Murray e delle Baedeker, orientate ad un turismo elitario, ricco e colto, le guide del T.C.I. sono pensate per un turista medio, animato dal desiderio di conoscere le bellezze storiche, artistiche e naturali del proprio paese. Più volte ristampati quei volumi portarono a compimento l’impresa di sostituire le guide straniere che avevano accompagnato i turisti alla scoperta dell’Italia e svolsero un’azione di promozione culturale e turistica fondamentale, ineguagliabile.
Dopo gli anni difficili del secondo conflitto mondiale, il Touring riprende la produzione editoriale e cartografica che conoscerà il definitivo consolidamento negli anni ’60 e ‘70. Gli anni Sessanta vedono l’affermazione del “turismo di massa”, fenomeno connotato
negativamente dalla standardizzazione, dalla superficialità e dalla mercificazione. Tra le curiosità esposte in mostra alcuni volumi del XVII e XVIII secolo dedicati ai racconti di viaggio del Gran Tour, rari volumetti di fine Ottocento e molti esemplari di epoca fascista donati alla biblioteca da viaggiatori bassanesi. Tutti testimoniano la passione per il viaggio e fotografano una realtà geopolitica
assai diversa da quella attuale: guide stampate prima della Grande Guerra per la visita dei paesi dell’Impero austro-ungarico, una Guida ai Possedimenti e Colonie (Isole Egee, Tripolitania, Cirenaica, Eritrea, Somalia) del 1929; una straordinaria Guida dell’Altopiano del 1910 e la raccolta completa della Carta d’Italia del Touring Club Italiano realizzata tra il 1906 e il 1913 dal cartografo Achille Dardano, che tenne a battesimo la nascita della cartografia automobilistica di massa di concezione moderna, frutto
della collaborazione tra il Touring Club italiano e l'Istituto Geografico De Agostini con la supervisione della Società Geografica Italiana.
Negli anni del fascismo si inaugura anche il cosiddetto turismo di guerra con la pubblicazione della collana Sui campi di battaglia, di cui viene esposto il volume dedicato a Il Monte Grappa. Negli anni più recenti vedono la luce guide illustrate arricchite di ampi apparati fotografici, affidati – come sarà il caso della collana “Attraverso l’Italia” – ai nomi più celebri della fotografia del tempo, tra cui Gianni Berengo Gardin. Un patrimonio che testimonia non solo la passione per il viaggio, ma il mutare dei costumi e della società
nel corso dei decenni.
La mostra rimane aperta fino al 7 settembre ed è visitabile negli orari di apertura della biblioteca.