Gloria Zanin: In giuria a Miss Italia e a Natale il suo libro
«La raccomandazione è di non rimanere legate solo alla bellezza. Con lealtà e serenità. Preparare un piano B fa parte della vita».
Gloria Zanin: In giuria a Miss Italia e a Natale il suo libro
Era il settembre 1992 e ad incoronarla furono Gina Lollobrigida e Fabrizio Frizzi. Un'emozione che ricorda con nostalgia e affetto. Gloria Zanin è tornata a Miss Italia venerdì 6 settembre nelle vesti di giurata, a giudicare la bellezza di 80 ragazze finaliste che a Jesolo si sono contese il titolo del celebre concorso italiano.
«E' stata una grande soddisfazione e una gioia tornare là. Perché è l'ottantesimo anniversario dell’evento e perché per me è come tornare a casa. Rivedere tante persone con cui ho legami cari con l'unica grande tristezza dell'assenza di Fabrizio Frizzi, elemento principale e anima del concorso».
Legata ai valori saldi degli affetti, oggi Gloria Zanin è pronta ad esordire come autrice con il libro «Non tutte le reginette viaggiano in carrozza», scritto a quattro mani con l'amica ex miss Italia Alessandra Meloni.
«E' la storia di tanti anni insieme, dopo la nostra elezione. Il romanzo parla di due ex miss che girano l'Italia. Siamo noi e sono le nostre avventure sulla Uno bianca di mio papà che io guidavo da neopatentata perché entrambe avevamo paura dell'aereo. La storia è romanzata, ma racconta davvero la nostra esperienza. Speriamo di riuscire ad essere in stampa per Natale».
Un posto in giuria. E’ successo tante altre volte, è ricapitato quest’anno. Cosa hai valutato nelle ragazze in gara?
«Le ragazze sono tutte belle. Oggi più che mai. La bellezza è oggettiva per alcune cose, soggettiva per altre. Io punto alla bellezza soggettiva, a ciò che colpisce al di là della perfezione, dei canoni. Conta la comunicatività. Tante ragazze bellissime alle quali non manca nulla possono essere meno comunicative di altre che magari hanno una perfezione “meno perfetta”. La chiave che vince è quel qualcosa che resta oltre l’apparenza. Questo vale adesso e sempre. Io non ero di sicuro la più bella. Se vado a vedere le foto dell'epoca trovo mille difetti in me, ma penso che quello che mi ha portata alla vittoria e che ha colpito sia stata la mia spensieratezza e il modo di vedere le cose. Mi ritrovo a cercare questo nelle ragazze».
Ricordi cosa ti chiesero?
«Io ricordo che una domanda che mi fecero fu: “Cosa ti serve per essere felice?” All'epoca puntai sull'impegno a seguire le mie aspirazioni senza compromessi o contro quello che sono. Oggi dico che non vorrei nulla, ho tutto quello che mi rende felice. Sono davvero fortunata. Ho i miei genitori, mio figlio, mio marito, gli amici. E sono fortunata perché riesco a fare ciò che mi piace».
Con la tua esperienza, cosa auguri alle ragazze di oggi?
«Auguro, e non è scontato, di fare davvero quello che le rende felici. Oggi le ragazze non hanno quell'aria un po' acerba che avevo io e che avevamo in tante ai nostri tempi. Le ragazze oggi sono sveglie, in gamba, determinate, molto più curate, più belle. Sanno truccarsi, vestirsi, sanno farsi fotografare. Però le sconfitte sono dietro l’angolo, fa parte del gioco. Nessuno è immune a ciò. Puntare su questo mondo è lecito e bellissimo, ma preparare un piano B fa parte della vita. La bellezza cambia, passa. Crescere non è facile. Serve tanta serenità e consapevolezza».