Dean Durin, «Vado in moto per fotografare e fotografo per andare in moto»

I suoi scatti hanno vinto concorsi e sono stati pubblicati da riviste nazionali. Tra gli ultimi lavori anche un portfolio sul ciclone Vaia.

Dean Durin, «Vado in moto per fotografare e fotografo per andare in moto»
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Dean Durin, «Vado in moto per fotografare e fotografo per andare in moto»

Fotografia, natura, musica. Tante passioni che raggiungono il sublime in sella alla sua moto. Dean Durin, classe 1967, operaio metalmeccanico, racconta il mondo attraverso l’obiettivo e il suo sguardo vince e conquista le pagine di riviste nazionali ed eventi di settore. Nato a Pola da padre italiano e madre croata, ha vissuto fino il 1993 a Gallesano, paesino in periferia di Pola dove c'è ancora un numerosa minoranza di italiani, discendenti da chi è rimasto dopo la seconda guerra mondiale. Una comunità molto viva con il proprio circolo culturale, eventi di folclore, il coro, un ballo, Canto alla longa, che è inserito nella lista dell'Unesco come bene immateriale. «E l’uomo cosa fa?» è il titolo del portfolio che ha realizzato sul ciclone Vaia. Esporrà a breve nel suo paese di origine con una mostra che racconterà dei suoi viaggi dall’Italia alla Provenza fino al Montenegro.

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Fotografia e viaggi in moto. Passioni nate insieme?

«Mi è sempre piaciuta la natura e la fotografia, ho cominciato a fotografare dopo che mi sono trasferito in Italia. Mi sono iscritto all'Ezzelino fotoclub di Romano, un gruppo dove ho imparato molto. La mia moto è la mia storia, è stata prodotta nel 2005, anno della morte di mio padre. Spero di non doverla cambiare mai. Si chiama “Veli Jože” dal protagonista di una fiaba istriana che ha certe somiglianze con la storia della mia vita. Il nome sulla moto è scritto in glagolitico, antica scrittura croata dell'anno mille circa».

Cosa ti piace fotografare?

«Mi piace prima di tutto coltivare le mie passioni: la moto, la fotografia, la musica. Adoro gli U2. Vado in moto per fotografare e fotografo per andare in moto. A tutto si aggiunge l’amore per la natura e il miglior modo per stare nella natura è andare in moto. Si diventa parte del paesaggio, lo si vive da dentro. Adoro la nebbia e cerco di cogliere la bellezza in tutte le sue forme».

A quali mostre/eventi hai partecipato?

«Ho fatto diversi concorsi, le mie foto sono state premiate a Rijeka in Croazia, ho ottenuto il primo premio a un concorso a Fasana. Sono arrivato tra i primi cinque in Italia nel concorso della rivista Motociclismo che è durato sei mesi con diversi temi. Le testate Motociclismo e Bikers Life hanno pubblicato alcune mie foto».

Raccontaci della mostra nel tuo paese d'origine. Cosa vuol dire per te esporre lì?

«La mostra si intitola “Veli Jože, window in the skies”. E’ un po’ il riassunto delle località che ho visitato in moto, praticamente tutte le Alpi e gli Appennini fino a Matera e Alberobello, e poi dalla Provenza alla Bosnia e il Montenegro. Esporrò nella piazza centrale di Pola, nell'ufficio turistico, e credo che le mie immagini saranno viste da un sacco di gente. Sono felicissimo e orgoglioso».

Quali sono i tuoi fotografi preferiti? Cosa cerchi nelle immagini degli altri e cosa vuoi trasmettere tu con i tuoi scatti?

«I fotografi che amo di più sono Fontana, Fulvio Roiter, Ernst Haas, Steve McCurry. Nelle foto degli altri e anche nelle mie mi piace vedere emozioni e poesia ma anche spettacolarità, forza e una buona composizione. Mi piace cogliere la bellezza della natura e mandare un messaggio di ecologia perché si metta fine allo sfruttamento incontrollato delle risorse del nostro pianeta e si smetta di inquinare».

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