Creazioni Zuri: Con le donne e per le donne
Gioielli di carta: ideati, realizzati a mano e venduti da Chaira e Manuela, fatti poi indossare da soggetti femminili del territorio.
Creazioni Zuri: Con le donne e per le donne
Amicizia, passione e avventura. Questi tre elementi uniscono due creature che hanno reso un semplice materiale come la carta in uno strumento d’arte e di oreficeria. Loro sono Chiara Zuliani di Valstagna e Manuela Rigon di Tezze sul Brenta, due menti creative partite dalla valle e sbarcate tra le fiere e le mostre di gioielli più importanti al mondo. La loro realtà si chiama «Creazioni Zuri» e il loro obiettivo è uno solo: creare gioielli per le donne vere con un materiale semplice, ma altrettanto straordinario, lavorato a mano dopo un’attenta valutazione e progettualità.
Com’è nata la vostra idea?
«Si può dire sia nata da una passione comune. Ci conosciamo da tanti anni, precisamente dai tempi dell’università. Ci siamo conosciute, infatti, durante il nostro percorso di formazione nella facoltà di design industriale e poi la nostra passione per il gioiello e per la carta come materiale, ha fatto da collante per un’amicizia che si è trasformata in lavoro. Volevamo fare qualcosa assieme e abbiamo deciso di scommettere sulla carta. Inizialmente è stato davvero difficile proporla e questo perché veniva percepita senza alcun valore, ora invece i gioielli di carta iniziano a conquistare le persone».
Ma vi siete lanciate subito verso un’attività lavorativa?
«Assolutamente no. Tutto è iniziato per gioco, con alcune mostre in cui abbiamo presentato i nostri prototipi. Da quel momento abbiamo pensato “perché no?”. Poteva essere un gioiello originale. Quando abbiamo creato tale realtà non lo abbiamo fatto con spirito imprenditoriale, ma per noi stesse. I tempi sono difficili, ma non abbiamo smesso di provare, crederci e studiare».
Quali sono stati i primi traguardi?
«Sicuramente la partecipazione al Fuori Salone nel 2013, è stata la vera svolta. Poi abbiamo partecipato all’Open Design a Venezia dove siamo state premiate per la qualità del nostro progetto. Un momento importante è stato il ritiro dello stesso premio a Berlino. Poi abbiamo partecipato alla stessa manifestazione anche nel 2016. Non sono quindi mancate diverse mostre ed esposizioni in Italia e all’estero. Senza contare che nel 2015 una nostra collezione è stata esposta al Metropolitan di New York. Questa faceva parte dei prodotti nati dall’idea che tra il 2013 e il 2014 abbiamo lanciato ispirandoci al territorio».
Collezioni ispirate al territorio. Qual è la loro essenza?
«Il colore. Si tratta di cinque diverse città o realtà artistiche del territorio che con le loro tonalità hanno ispirato le nuance dei nostri gioielli».
Si trovano infatti gioielli ispirati dai colori delle case di Venezia, dai bianchi e grigi delle sculture di Canova, fino ad arrivare ai colori delle strutture del Palladio, ai verdi della laguna e infine alle sfumature del legno del Ponte degli Alpini di Bassano del Grappa.
La carta da dove arriva?
«La nostra fonte per il materiale proviene dall’Arbos, un’azienda di Solagna che ci consegna carta e cartoncini riciclati e che noi, a nostra volta, convertiamo in un nuovo prodotto fatto a mano e totalmente autogestito. Infatti progetto, creazione e vendita sono frutto esclusivamente del nostro impegno».
Interessante è la modalità in cui pubblicizzate i vostri prodotti. Infatti ad indossare i vostri gioielli sono donne «reali».
«La nostra ultima campagna mette al centro le donne del nostro territorio, dai 20 agli 80 anni e che rappresentano nel migliore dei modi i nostri gioielli. Questi infatti possono andare bene a tutte le età, nonostante la loro originalità. Abbiamo deciso di abbandonare le modelle e mettere al centro donne reali. Abbiamo avuto un riscontro davvero positivo e per questo tale campagna è in divenire».
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