Bassano Operaestate ricorda i Martiri di Viale XX settembre

n memoria dell’eccidio del 26 settembre, la coproduzione di Operaestate Festival Veneto e di Campus delle Arti Erano Come Foglie.

Bassano Operaestate ricorda i Martiri di Viale XX settembre
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Bassano Operaestate ricorda i Martiri di Viale XX settembre

Domenica 28 luglio alle 20.30 Operaestate presenta Erano Come Foglie, una prima nazionale nata da un’idea di Guido Barbieri e realizzata in collaborazione con il Campus delle Arti. I diciotto alberi di Viale dei Martiri saranno i protagonisti di un pellegrinaggio laico che vuole ricordare una dei crimini più atroci della seconda guerra mondiale. Una creazione in cui, attraverso i linguaggi della musica e della narrazione, la comunità si riunisce intorno a quella memoria.
Il 26 settembre 1944, su ordine del vicebrigadiere delle SS Karl Franz Tausch, trentuno giovani partigiani vengono impiccati agli alberi che costeggiano i viali della città. Diciotto di loro vengono appesi ai lecci di Via XX Settembre (ora Viale dei Martiri). Per ogni albero, un uomo.
La storia dell’eccidio di Bassano ha segnato profondamente la memoria collettiva della città. Mai prima d’ora, però, il ricordo della strage era stato tradotto nei linguaggi del teatro, della musica, nelle arti della parola.
Sono ancora lì, identici a come erano settantacinque anni fa. E hanno esattamente la stessa forma di allora: il tronco sottile, la cupola verde sagomata con cura. Sono i diciotto lecci di Viale XX Settembre, a Bassano del Grappa, ai quali il 26 settembre del 1944 i nazifascisti hanno impiccato dodici partigiani. I diciotto alberi di Viale dei Martiri – come è stata ribattezzata la strada dopo la guerra - sono i protagonisti di “Erano come foglie”, il pellegrinaggio laico che vuole ricordare uno dei crimini più atroci della seconda guerra mondiale.
Nove dei diciotto lecci costituiranno per una sera altrettante stazioni di sosta del percorso simbolico al quale gli spettatori sono invitati a partecipare. E sotto ogni alberò potranno incontrare un musicista diverso che offrirà alla memoria un piccolo dono sonoro: dalla tradizione classica, dalla tradizione popolare, o composizioni nuove, composte per l’occasione ed eseguite dai maestri del Campus delle Arti.
E le voci delle vittime della barbarie scaturiranno proprio da quei diciotto alberi che ne furono i protagonisti inconsapevoli. Dai loro rami arriverà la storia di quelle giovani vite: le speranze, le idee, la rabbia, la desolazione, la rassegnazione, i ricordi di nove dei martiri del 26 settembre. Un breve racconto che si alternerà al suono degli strumenti. Ciascun martire non sarà però interpretato da un attore “di professione”, ma parlerà invece con la voce della comunità di Bassano.  A raccontarle non saranno infatti voci di attori, ma la voce della comunità di Bassano. I testi, composti per l’occasione da Guido Barbieri, sono stati infatti letti diversi cittadini bassanesi. Semplici cittadini, giovani e anziani, donne e uomini, chiamati a raccolta per ricordare una tragedia che appartiene alla storia e alla coscienza civile della città.
Dentro la chioma di ogni albero dunque canterà un piccolo coro che rappresenta la voce della comunità bassanese del presente.
La comunità locale sarà presente anche attraverso le voci dei cori cittadini (Coro Bassano, Coro Vecchio Ponte, G. Mayer, Coro Giovani Voci Bassano e Coro Edelweiss Ana Montegrappa), a sottolineare ancora una volta il tema di questa edizione del festival, della civiltà e della partecipazione, dove quest’ultima si concretizza appunto con il coinvolgimento attivo delle diverse comunità locali.
Tra le voci degli alberi e quella degli strumenti, tra i testimoni del passato e quelli del presente, un dialogo costante accompagnerà lungo tutto il viale, dal primo al diciottesimo albero. Per concludersi in un unico corteo silenzioso verso Piazza del Castello, tutti insieme per un ultimo canto, alla memoria dei martiri.

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