A Rosà e Cusinati il fotografo dei campanili

Nicola Milan sulle due celle campanarie per realizzare scatti e riprese.

A Rosà e Cusinati il fotografo dei campanili
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A Rosà e Cusinati il fotografo dei campanili

Settantadue metri di altezza e un concerto di campane a nove suoni che è il più grande dell'intera diocesi di Vicenza e uno dei più grandi del Veneto. La fama del campanile di Rosà, soprattutto da quando l'attività del gruppo dei campanari ne ha riscoperto la preziosità, si è diffusa tantissimo negli ultimi tempi ed è arrivata fin nella provincia di Venezia catturando l'attenzione di Nicola Milan, grande appassionato fotografo di campanili. Operaio in un'azienda di Santa Maria di Sala, 46 anni, originario di Zianigo di Mirano e residente a Pianiga in provincia di Venezia, Nicola ha da sempre una grande passione per «queste alte e affascinanti strutture», come le definisce lui stesso, e per tutto ciò che contengono e che si vede dalla loro sommità. Da dieci anni fotografa dai campanili scegliendo quelli che più catturano la sua curiosità e alimentano la sua passione. Circa 200 strutture visitate in tutto tra Veneto e Friuli. Sabato 24 agosto, con approvazione entusiasta di Don Angelo, Nicola è stato sui campanili di Rosà e di Cusinati accompagnato da Marino Carlesso e da Gianni Baggio, per immortalare dall'alto il pezzo di mondo che si stende nel territorio rosatese, uno sguardo ampio ai paesi e alla terra che dalla pianura arriva fino al Grappa.

Nicola, da dove nasce questa passione?

«Facevo il chierichetto nel mio paese da piccolo. Il parroco mi aveva insegnato a suonare le campane, uno strumento che mi affascinava moltissimo. Col tempo è cresciuta la mia passione e l’interesse verso i campanili. Fare foto è un modo per conservare immagini e impressioni. Angolature, stagioni, colori e prospettive viste da lassù danno una sensazione impagabile. Guardare le cose dall’alto significa vedere in modo diverso e nuovo».

Perché Rosà e Cusinati?

«Facendo la strada che arriva da Rossano Veneto ho guardato spesso la maestosità del campanile di Rosà. In rete ho trovato tante informazioni, mi ha colpito molto il complesso campanario di 6, poi 9 campane. Ho saputo della scuola campanaria di Rosà. Ho chiesto il permesso a Don Angelo e ho chiesto di poter vedere anche il campanile di Cusinati che ha la particolarità di essere annesso alla chiesa. La vista che si vede è eccellente. Bassano e il Grappa sono a portata di mano. Un'emozione grande».

Cosa lascia tutto questo lavoro?

«Quando visito i campanili sono sempre accompagnato da qualcuno del posto e questo è occasione per conoscere la storia dei diversi paesi, le tradizioni, le particolarità del territorio. E’ una splendida opportunità per preservare la memoria storica di chi ha costruito, vissuto e realizzato la realtà delle comunità. Il lavoro che stanno facendo i campanari a Rosà è preziosissimo perché recupera l'emozione di una tradizione che va vissuta. E’ un privilegio per le nuove generazioni assistere e vivere queste realtà».

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