Maxi sequestro

Zanne di elefante, corno di rinoceronte e una katana: cittadino di Vicenza nasconde in casa 80 manufatti in avorio

Il nucleo CITIES lo ha denunciato per importazione e detenzione senza prescritta documentazione di manufatti in avorio di esemplari appartenenti a specie protette

Zanne di elefante, corno di rinoceronte e una katana: cittadino di Vicenza nasconde in casa 80 manufatti in avorio
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Nell'ambito delle operazioni di contrasto alla caccia di frodo di elefanti e al traffico di avorio, i Carabinieri del Nucleo CITES di Vicenza hanno sottoposto a sequestro 80 oggetti in avorio di elefante africano, di presunta provenienza cinese, trovati all'interno di un'abitazione privata in provincia di Vicenza.

Maxi sequestro di avorio

La caccia di frodo agli elefanti e il traffico di avorio nel mercato nero continua ad essere a livelli pericolosamente elevati, come monitorato dal programma CITES MIKE (Monitoring the Illegal Killing Elephants), volto a censire la quota di abbattimenti illegali di elefanti (PIKE - Proportion of Illegally Killed Elephants). E il recente ritrovamento in provincia di Vicenza ne è una dimostrazione.

Nell'ambito delle attività di monitoraggio da parte dei Carabinieri della Sezione CITES di Vicenza, sono stati sottoposti a sequestro 80 oggetti in avorio di elefante africano (Loxodonta africana), di presunta provenienza cinese, per un peso complessivo di 170 kg.

Tutti questi oggetti si trovavano all'interno di un'abitazione privata, da un soggetto di nazionalità cinese.

Un vasto assortimento, per 170 kg di avorio

Molti sono stati i reperti di elevato valore artistico-culturale trovati dai Carabinieri. Tra i più particolari, sono state trovate delle zanne incise con figure orientali, una katana, e degli intagli raffiguranti animali e natura morta. Ai manufutatti, vanno aggiunte delle zanne grezze di elefante africano (Loxodonta africana) e un corno di rinoceronte nero (Diceros bicornis).

Chiaramente, il ritrovamento degli 80 oggetti in avorio ha portato all'immediato sequestro. Quest'ultimo, collegato a un'attività di indagine di natura fiscale della Guardia di Finanza di Senigallia (AN), è stato delegato dalla Procura di Vicenza, alla quale il Nucleo CITES aveva denunciato l'uomo, per importazione e detenzione senza prescritta documentazione di manufatti in avorio di esemplari appartenenti a specie protette.

 

Le operazioni del CITES

Come menzionato, quest'operazione non è altro che una delle tante attività svolte dalle forze dell'ordine, in contrasto al traffico illegale di avorio e specie protette. Più nello specifico, tali operazioni si svolgono secondo quanto dettato dal Regolamento della Commissione UE, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche, mediante il controllo del commercio.

Il regolamento europeo ha introdotto a livello europeo la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle Specie di flora e fauna selvatiche a rischio di estinzione (o CITES, in sigla- Convetion on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), a cui hanno aderito 183 paesi. Negli elenchi CITES, sono indicate oltre 35 mila specie, con diversi gradi di protezione, e gli Stati aderenti hanno l'obbligo di regolare il commercio di tali specie attraverso l'emissione di licenze e certificati.

Tante le restrizioni, ma la caccia continua

Nonostante i tentativi da parte dei governi e delle organizzazioni internazionali di mettere al bando il commercio di avorio, le popolazioni di elefanti continuano ad essere minacciate da uccisioni illegali, essendo una fonte di notevole profitto nel mercato nero, come riportato nell'ultimo World Wildlife Crime Report del 2020.

Secondo una relazione dell'ETIS (Elephant Trade Information System, che controlla il commercio internazionale di elefnati), solo nel periodo tra il 2012 e il 2017, in tutto il mondo sono stati segnalati circa 8000 sequestri, da cui sono rinvenute più di 250 tonnellate di avorio.

Ma la lotta al traffico illegale continua, specialmente in ambito europeo. Dal 2021 l'Unione Europea ha inasprito le proprie norme, in materia di commercio di avorio. Tra i provvedimenti più significativi, l'UE ha vietato l'importazione e l'esportazione per fini commerciali, sia di avorio grezzo, che di prodotti lavorati contententi avorio.

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