Atto gravissimo

Vicenza, pallottola nella cassetta della posta: nuovo atto intimidatorio nei confronti dei sanitari

Secondo l'ordine dei medici vicentino i sanitari scontano la rabbia creata dalla inefficienze del sistema

Vicenza, pallottola nella cassetta della posta: nuovo atto intimidatorio nei confronti dei sanitari
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L'appello è rivolto alle istituzioni e alle forze dell'ordine per porre fine a questa situazione

Vicenza, pallottola nella cassetta della posta: nuovo atto intimidatorio nei confronti dei sanitari

L'escalation di azioni intimidatorie nei confronti del personale sanitario non sembra fermarsi. L'ultima ai danni di uno studio di medicina generale in via San Pio X a Vicenza: nella cassetta della posta, una giovane dottoressa ha trovato una pallottola. Nessuna rivendicazione, nessun messaggio per spiegare tale gesto e nessun sospetto da parte dei professionisti cointestatari. Una sola conseguenza: la convinzione che la professione del medico di base non sia più una scelta di carriera sostenibile.

L'ordine dei medici: " Bersaglio delle disfunzioni del sistema"

L'ordine provinciale dei chirurghi e odontoiatri, da parte sua, non ha aspettato a far sentire la propria voce pubblicando sul sito istituzionale una chiara presa di posizione sul tema.

"Del clima di odio che sembra caratterizzare la nostra società non sembra immune nessuna categoria. Ora, dopo l’epoca della paura e dell’odio, si sta facendo strada un’emozione ancor più primitiva, la rabbia, con le sue traduzioni in condotte aggressive e violente. Ne siamo bersaglio tutti, anche no Medici e operatori sanitari. I Medici nell’attuale organizzazione sanitaria si trovano esposti in prima linea a pagare personalmente le inefficienze o le disorganizzazioni del sistema: sono loro che ci mettono la faccia e devono spiegare ai pazienti perché non ci sono posti letto, perché le liste di attesa sono lunghe, perché bisogna pagare il tiket…I medici diventano bersaglio delle disfunzioni del sistema o delle attese miracolistiche della gente nei confronti delle cure. Ci si attende di guarire sempre e anche subito. Ma la medicina, nonostante le aspettative, non fa miracoli, non ha capacità soprannaturali. E come è nella legge della vita, non sempre il malato guarisce. E allora nascono i problemi e le aggressioni ai Medici e al personale sanitario.

Un'analisi attenta che punta il dito contro una professione che ancora "ci mette la faccia", ma caricata di incombenze che non sono tra le competenze richieste negli studi curriculari. professionisti che pagano la rabbia dei pazienti generata dalla disorganizzazione del sistema.  Alla fine quindi un appello:

"Caro Paziente, il nemico non è il medico o l’infermiere, ma la malattia che assieme dobbiamo cercare di combattere.
Noi Medici, noi operatori sanitari non siamo angeli, non siamo eroi, non siamo infallibili ma siamo sempre dalla parte della gente, dalla parte di soffre e di chi ha bisogno."

La senatrice vicentina Sbrollini:" Azioni vergognose"

Le reazioni da parte della politica non si sono fatte attendere, anche quella della senatrice vicentina Francesca Sbrollini che ha condannato senza appello queste azioni vergognose.

“Apprendo con preoccupazione l'ultima denuncia del Presidente dell'Ordine dei medici di Vicenza. Gli episodi di intimidazione e di violenza che un medico vicentino ha denunciato sono l'ennesima dimostrazione del clima difficile e a volte impossibile in cui vivono gli operatori sanitari dentro e fuori dagli ospedali. Questa volta tocca ad un medico del territorio, che denuncia i ripetuti episodi di violenza che si sono verificati ai suoi danni”.

La vicepresidente della X^ commissione Sanità definisce inverosimile la situazione in cui operano medici e infermieri.

“Che alcuni alcuni pazienti abbiano ripetutamente offeso e minacciato, anche di morte, la dottoressa rende evidente che non si tratta di un caso episodico, dettato da una peraltro ingiustificata situazione occasionale. Siamo di fronte ad un deprecabile atteggiamento di violenza che si sta diffondendo nella nostra società. Tutta la mia solidarietà alla dottoressa. Il caso va enfatizzato per far capire quanto sia pericoloso questo atteggiamento di violenza nei confronti di operatori che svolgono il loro lavoro in situazioni difficili e con grande senso di responsabilità. Forse certi iter burocratici sono incomprensibili e generano sospetti nei pazienti. Ma le Forze dell'ordine devono attivarsi per interrompere questa spirale di violenza e garantire agli operatori sanitari le doverose protezioni”.

Il precedente: la dottoressa aggredita al San Bortolo

Nemmeno un mese fa una dottoressa del pronto soccorso del San Bortolo, era stata aggredita per non aver dato comunicazione delle condizioni di un paziente. Un parente infatti le aveva stretto le mani al collo fino a farla svenire. Dopo l'episodio c'era stato un sit-in fuori dell'ospedale per richiedere maggiori tutele. Da qui la decisione di allungare l'orario del presidio delle forze dell'ordine negli ospedali.

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