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Vendemmia "in nero" sui colli Berici: nessun dipendente in regola, azienda rischia una maxi multa

Tutto il personale impiegato prestava la propria attività lavorativa in totale assenza di qualsiasi rapporto di lavoro

Vendemmia "in nero" sui colli Berici: nessun dipendente in regola, azienda rischia una maxi multa
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La sanzione prevista va da un minimo di 12.600 ad un massimo di € 75.600

Vendemmia "in nero" sui colli Berici: nessun dipendente in regola, azienda rischia una maxi multa

E' tempo di vendemmia, ma anche nei campi si devono seguire le regole. L'ha capito a sue spese il titolare di un'azienda agricola di Barbarano Mossano, su colli Berici che per raccogliere l'uva tra i filari aveva tutta manodopera "in nero". Nei giorni scorsi i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, nell’ambito delle ordinarie attività di polizia economico-finanziaria di prevenzione e contrasto al lavoro nero, in occasione della vendemmia 2023 hanno eseguito un controllo ed è arrivata la maxi stangata.

Più nel dettaglio, i militari della Tenenza di Noventa Vicentina hanno sottoposto a controllo un’azienda agricola di Barbarano Mossano, rilevando che tutto il personale impiegato prestava la propria attività lavorativa in totale assenza di qualsiasi rapporto di lavoro, e, dunque, in assenza di una reale tutela assicurativa, assistenziale e previdenziale. Nello specifico, al momento dell’accesso sono stati identificati 7  lavoratori risultati completamente in “nero”.

La sanzione può arrivare a più di 75mila euro

Nei confronti del titolare dell’azienda agricola, che al momento del controllo era completamente sprovvisto di personale dipendente “in regola”, è stata così elevata una maxi-sanzione che va da un minimo di € 12.600 a un massimo di € 75.600 e la contestuale diffida a procedere al recupero delle contribuzioni previdenziali e assicurative evase, con la relativa regolarizzazione e ricostruzione dei rapporti di lavoro a favore dei dipendenti.

L’attività della Guardia di Finanza risponde all’esigenza di contrastare il lavoro sommerso, che, oltre a sottrarre preziose risorse all’Erario, mina i diritti dei lavoratori, nonché degli imprenditori onesti e rispettosi della legalità, danneggiati da una concorrenza sleale che può permettersi di vendere i propri prodotti a basso costo.

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