Valentina Guidolin, la rosatese missionaria della comunità di Villaregia

«Costruire legami di fraternità è quello che io cerco, ciò che mi fa sentire viva e mi dà gioia. L'amore gratuito è la risposta».

Valentina Guidolin, la rosatese missionaria della comunità di Villaregia
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Valentina Guidolin, la rosatese missionaria della comunità di Villaregia

Qual è il senso primo e ultimo della vita? Come trovare la propria strada, unica e irripetibile, nel chiasso del mondo? Cosa rende davvero felici? Valentina Guidolin ha iniziato a porsi queste domande molto presto e la risposta l'ha trovata nella vocazione alla missione. Una scelta coraggiosa, totale, per la vita. Classe 1982, da sei anni vive in Costa d'Avorio, nelle periferie di Abidjan, come missionaria della comunità di Villaregia. Una scelta nata e cresciuta all'interno della famiglia accanto a mamma Marina e papà Luigino e ai quattro fratelli, e nella comunità rosatese, generosa in proposte di formazione e di crescita.

«Ho sempre sentito prioritaria la voglia di lavorare per la gente, forse anche per questo ho scelto il liceo sociale, poi sono diventata infermiera».

Periodo chiave nel suo cammino vocazionale è un'esperienza di missione di tre mesi in Perù, nell'estrema periferia di Lima, che decide di fare a 22 anni per assecondare una forte esigenza di aprirsi al mondo e al servizio.

«Come tutti i giovani frequentavo amici e compagnie e mi rendevo sempre più conto che alcune amiche pur essendo realizzate non erano contente. Mi sono sentita di accompagnarle nella comunità missionaria di Villaregia per aiutarle a trovare stimoli e risposte. In realtà sono io che ho ritrovato me stessa. Lì è arrivata la proposta dell'esperienza in missione e sono partita. Vivendo a stretto contatto con le persone in condizioni di estrema povertà dove mancano i bisogni primari, mi sono resa conto che costruire legami di fraternità è quello che io cerco, ciò che mi fa sentire viva e felice. L'amore gratuito è la risposta».

Tante riflessioni, tante domande, nuove ricerche che scavano sempre più nel profondo.

«Oggi ci circondiamo di tante cose che ci fanno sentire, più o meno apparentemente, sicuri. Nei contesti poverissimi delle missioni l’unica risorsa sono le persone e questo spinge ad aprirsi, a fare comunità, a contare sull'uomo che, in tutta la sua disarmante povertà, è davvero al centro. A nessun uomo va tolta la dignità e il diritto alla felicità».

Valentina parla con emozione e con commozione della sua vita e dello spirito che ogni giorno la riveste di senso. Amore, solidarietà, ascolto, apertura. Sono termini che si rincorrono nelle sue parole e sono concetti che a 23 anni la portano a fare la scelta decisiva. Nel 2005 inizia a Villaregia in comunità un percorso di discernimento vocazionale di cinque anni. Nel 2010 i primi voti, nel 2016 i voti definitivi.

«Ho capito che c’è un Amore più grande del semplice sentire umano. Io scelgo questo. La certezza è che l’uomo è fatto per Dio e Dio ci ama. Questo è il messaggio che con il nostro operare noi portiamo nel mondo, al di là di ogni credo e di ogni tradizione. Il contatto con le altre religioni che ogni giorno viviamo ci porta a un’apertura che si fa comprensione e che vede ricchezza nelle diversità. Ho scelto di Amare chiunque Dio metta sulla mia strada».

Oggi da consacrata Valentina svolge la sua opera in Costa D'Avorio come dirigente di due centri medici e nell’opera di alfabetizzazione, formazione umana e al lavoro in una realtà che per il 58 per cento è analfabeta e soffre le piaghe del colera, del tifo e della malaria.

«Sogno il mio paese libero dalla guerra. Dal 2011 viviamo una pace civile che l’anno prossimo con le elezioni potrebbe essere messa a rischio. Prego perché si continui sempre sulla strada dell’integrazione e della crescita comune. Questo vale ovunque, in ogni parte del mondo. Fare comunità a partire dal piccolo è la nostra ricchezza e il nostro potere».

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