CLAMOROSO

In cella manager vicentino: consegnati per sbaglio i soldi del narco-riciclaggio... ai finanzieri

I corrieri credevano fossero impiegate, invece erano due ispettrici della Guardia di Finanza in borghese...

In cella manager vicentino: consegnati per sbaglio i soldi del narco-riciclaggio... ai finanzieri
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Si delineano un po' meglio i contorni della clamorosa operazione che negli ultimi giorni ha scoperchiato un giro di narcotraffico fra Lombardia e Veneto.

Inchiesta sul narco-riciclaggio: una trappola da 200mila euro

In cella c'è un manager vicentino, che è stato scoperto perché due corrieri hanno consegnato per sbaglio i soldi da riciclare ai finanzieri, credendo che fossero i reali destinatari.

A Cusago, invece, provincia di Milano, è stata scoperta la base di un vasto sistema di riciclaggio di soldi illeciti del narcotraffico: ufficialmente la famiglia che gestiva il negozio di mobili sembrava fosse del tutto regolare ma in realtà la loro vera attività era tutt'altro.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Milano, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata e l’ausilio di unità cinofile “cash-dog”, hanno arrestato tre persone (tra cui il vicentino) a seguito di perquisizioni presso diverse abitazioni e aziende tra Milano, Novara e il Veneto, e hanno sequestrato disponibilità finanziarie e denaro contante per oltre 6 milioni di euro.

La complessa attività investigativa, supportata anche dalla Rete @ON finanziata dalla Commissione UE, ha permesso di individuare un gruppo familiare, con base a Cusago, formalmente impegnato nella conduzione di un mobilificio ma, di fatto, dedito al riciclaggio, tramite sistema “hawala”, sistema informale di trasferimento di valori, di ingenti somme di denaro provento principalmente del traffico internazionale di sostanze stupefacenti a Milano e nel Nord Italia.

In cella il manager vicentino Mandato

Roberto Mandato, 59 anni, è legale rappresentante di un'azienda orafa di Vicenza. Insieme a lui denunciati il figlio Nicolò di 32 anni e un altro dipendente.

La Direzione distrettuale antimafia è convinta che proprio tramite la sua attività contribuisse a ripulire i soldi del narcotraffico.

Insomma, un po' più di una semplice convinzione, dato che in effetti, proprio mentre gli uomini delle Fiamme gialle si trovavano nell'azienda per effettuare controlli e perquisizioni, è successo un fatto clamoroso: sono arrivati su una Opel Astra due macedoni di 27 e 37 anni e dopo aver parcheggiato hanno preso dal baule due sacchetti della spesa con 200mila euro in banconote di vario taglio, hanno citofonato e li hanno consegnati a due donne che credevano fossero impiegate della azienda di Mandato. Peccato che invece erano due ispettrici della Guardia di Finanza in borghese...

Il sistema hawala e gli hawaladars: come funziona

Il sistema hawala permette di muovere soldi in modo veloce ed economico senza coinvolgere le istituzioni finanziarie. Spesso è quindi utilizzato dai criminali per spostare soldi senza lasciare particolari tracce.

In questo caso il denaro, contato e confezionato nei sacchetti della spesa presso la base operativa del sodalizio criminale individuato dalle Fiamme Gialle in un appartamento milanese, oggetto di perquisizione, era successivamente trasferito presso una società di Vicenza attiva nel locale distretto orafo.

Gli hawaladars, riservandosi un margine di profitto dal 2% al 5% delle somme oggetto di riciclaggio, si sono dimostrati estremamente versatili nelle operazioni di prelievo e consegna del denaro contante, essendo inseriti in un più strutturato e ramificato network di corrieri utilizzato per diverse finalità illecite.

Alla conclusione delle indagini è stato emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto ed il contestuale sequestro preventivo d’urgenza.

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