Telecamere sui passi: Trento dice sì, il Veneto no

Dialogo ancora aperto: la condivisione totale deve essere alla base di ogni ipotesi.

Telecamere sui passi: Trento dice sì, il Veneto no
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Telecamere sui passi: Trento dice sì, il Veneto no

Telecamere sui passi, Trento e Bolzano pensano a Ztl montane: ma il Veneto è contrario. Dalla provincia autonoma di Trento si torna a parlare dell’ipotesi di una zona a traffico limitato tra i passi dolomitici ha già riacceso gli animi, soprattutto sul versante veneto.

Il progetto prevede 24 telecamere attive in dodici postazioni fisse, in corrispondenza dei passi Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo. Inizialmente, l’estate prossima, il sistema servirà a monitorare i passaggi, rilevando non solo il numero di auto in transito ma anche i tempi di sosta, la velocità media, la tipologia di mezzo e la direzione d'arrivo.

Il sistema pensato da Trento e Bolzano – che si divideranno le spese, 200 mila euro per un appalto di otto anni – permetterà di cadenzare i passaggi, limitare i transiti, persino istituire una lista di targhe che avranno sempre il via libera (veicoli commerciali, residenti), proprio come accade nelle città ai varchi delle Ztl.

Dalle province venete interessate (Belluno su tutte) la preoccupazione è che, come già successo in situazioni simili nel passato, i rifugi montani denuncino un calo dei visitatori (stimato del 40 per cento circa). E poi, fanno sapere dal versante bellunese, bisogna prestare attenzione alla sostenibilità economica per le attività del territorio, che già devono affrontare costi elevati e infrastrutture complicate.

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