Omicidio a Chiampo

Sparò e uccise i genitori per impossessarsi dell'eredità, Diego Gugole condannato a 30 anni

La sentenza della Corte d'Assise di Vicenza esclude eventuali disturbi psichici del giovane, che aveva pianificato nei dettagli il crimine

Sparò e uccise i genitori per impossessarsi dell'eredità, Diego Gugole condannato a 30 anni
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Diego Gugole, 26 anni, è stato condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio premeditato dei suoi genitori di due anni fa. Il giovane di Chiampo aveva pianificato il crimine per accaparrarsi l'eredità familiare, procurandosi una pistola con cui ha ucciso prima il padre Sergio, poi la madre Lorena Zanin. Dopo il delitto, Gugole si è costituito alle forze dell'ordine.

Condannato a 30 anni

La sentenza, emessa dalla Corte d'Assise di Vicenza, ha chiuso il caso del duplice omicidio che ha scosso la comunità di Chiampo. Secondo la ricostruzione, il piano di Diego, descritto dagli inquirenti come premeditato, sarebbe stato organizzato con largo anticipo. Tutto, per impossessarsi dell'eredità dei genitori, di 800mila euro.

Procurandosi illegalmente un'arma sul mercato nero per 3.800 euro, il 26enne ha colpito prima il padre, per poi attendere il rientro della madre e uccidere anche lei con la stessa freddezza. Dopo aver ucciso i genitori, ha subito effettuato un bonifico di 16mila euro sul suo conto corrente da quello del padre, poi nel pomeriggio si è cambiato e ha consegnato una somma di denaro all’impresa edile come anticipo per l’immobile che voleva acquistare.

Il giovane ha poi acquistato dei sacchi di tela, dei pennelli e della vernice con l’intendo di occultare le macchie di sangue e di nascondere poi i corpi dei genitori all’interno dell’appartamento situato al piano terra, ormai disabitati da anni dopo la morte dei nonni paterni. Tuttavia, compiuto il crimine, qualcosa ha mandato all'aria il piano, tanto da spingere Diego a consegnarsi spontaneamente ai Carabinieri.

Esclusi i disturbi psichici

La Corte ha respinto ogni tentativo di difesa che cercava di dimostrare eventuali disturbi psichici del giovane, confermando che l'imputato era pienamente consapevole delle sue azioni al momento del duplice omicidio.

Per i parenti delle vittime, che hanno assistito al verdetto, è stato disposto un risarcimento di 1,6 milioni di euro.

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