Sequestrata in casa per oltre una settimana, incubo finito: arrestato il padre
Alla base del gesto sembrerebbe esserci un movente culturale: il padre non avrebbe accettato la relazione sentimentale della figlia con l’attuale fidanzato che, seppur delle stesse origini, apparterrebbe ad un gruppo sociale diverso
E' finito l'incubo per una 22enne di origine indiana rinchiusa da mercoledì 7 dicembre senza poter aver contatti con l'esterno
Sequestrata in casa per oltre una settimana: arrestato il padre
Sembrava non dovesse finire mai. Un vero e proprio incubo ad occhi aperti per una ventiduenne di origini indiane che da oltre una settimana era stata rinchiusa in casa dal padre fino a quando, nel primo pomeriggio del 7 dicembre i Carabinieri della Stazione di Valdagno hanno tratto in arresto S.D., 51 anni, che dovrà rispondere del reato di sequestro di persona aggravato.
La vittima aveva chiesto aiuto dopo diversi giorni grazie ad un vecchio cellulare
Lo scorso 5 dicembre, il fidanzato della vittima anch’egli di origine indiana, aveva segnalato, presso la Stazione Carabinieri di Valdagno, la scomparsa della propria ragazza.
Ha raccontato agli inquirenti che non riusciva a contattarla da diversi giorni e che la sua scomparsa sarebbe avvenuta in circostanze sospette. Sono partiti quindi i primi accertamenti svolti dai militari dell’Arma fino a quando, due giorni dopo la denuncia, la stessa ragazza utilizzando di nascosto un vecchio cellulare ormai in disuso e vincendo la paura di essere scoperta dal padre, riusciva a contattare il fidanzato.
Brevissime e veloci conversazioni, sufficienti comunque a descrivere i terribili fatti e a lanciare un grido di aiuto. Il ragazzo, tra l’incredulità e l’angoscia per quanto appena saputo, è andato immediatamente in caserma dove, visibilmente allarmato, veniva rassicurato dai Carabinieri che, prendendo visione dei messaggi, hanno avviato senza perdere altro tempo delle specifiche indagini.
Il movente culturale: il fidanzato indiano, ma di un gruppo sociale diverso
Sono stati quindi raccolti elementi decisivi per corroborare l’ipotesi di sequestro di persona, tra cui le improvvise ed inaspettate dimissioni dal posto di lavoro dove la donna lavorava e dove aveva ricevuto recentemente una promozione. Le indagini permettevano di accertare che alla base del sequestro di persona vi sarebbe un movente culturale, che avrebbe spinto il padre a non accettare la relazione sentimentale della figlia con l’attuale fidanzato che, seppur delle stesse origini, apparterrebbe ad un gruppo sociale diverso.
La ragazza è stata affidata ad una struttura protetta
L’esito delle indagini permetteva di ottenere dall’Autorità Giudiziaria Vicentina un decreto urgente di perquisizione locale dell’abitazione del sequestratore. Nel pomeriggio di mercoledì 7 dicembre, dando esecuzione al provvedimento, i militari dell’Arma hanno potuto finalmente mettere fine all’incubo della ragazza che, nonostante fosse stata sequestrata per oltre una settimana, si trovava comunque in buono stato di salute. Alla fine sono stati acquisiti altri elementi di riscontro alle indagini svolte e così, grazie anche al racconto diretto della vittima, i militari hanno proceduto all’arresto del padre. Nel corso delle operazioni veniva inoltre rinvenuto il telefono cellulare normalmente in uso alla vittima, in precedenza sequestrato dal padre, affinché la ragazza non avesse contatti con l’esterno.
La vittima è stata infine accompagnata dai militari dell’Arma, presso un centro antiviolenza e poi collocata presso una struttura protetta seguita dai servizi sociali, competenti alla sua tutela.
L’uomo, completate le dovute procedure, è stato ristretto nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari a disposizione dell’A.G. Sabato 10 dicembre l’arresto è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Vicenza, il quale ha disposto la continuazione degli arresti domiciliari.
“La segnalazione è stata determinante per consentire ai Carabinieri di svolgere immediati
accertamenti- conferma il Comandante della Compagnia Carabinieri di Valdagno- non conoscendo anche le reali condizioni della giovane. Ciò ha permesso alla Procura della Repubblica di Vicenza di emettere un decreto di perquisizione, eseguita nell’abitazione dove la ragazza abitava e, nel corso della quale, sono stati acquisiti degli ulteriori elementi di riscontro alla denuncia. Da ciò ne è scaturito l’immediato arresto in flagranza di reato del padre convivente.”