Scoperta maxi frode da 600 milioni nel commercio di carburanti: sequestri per 100 milioni di euro
Le società "filtro" cedevano il carburante ai reali acquirenti della filiera emettendo fatture con esposizione di un minimo ricarico rispetto al costo di acquisto dalle "cartiere".
Nel corso della mattinata odierna militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Vicenza hanno dato esecuzione all' ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Vicenza, su richiesta di questa Procura, nei confronti di S.M., O.F., E.L. (custodia in carcere), D.M.G., M.S. (arresti domiciliari), C.M. e P.E. (obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria) per il delitto di associazione per delinquere finalizzata all' emissione di fatture per operazioni inesistenti (S.N. in qualità di promotore e capo deli' associazione, O.F., E.L., D.M.G. e M.S. quali partecipi) e per i delitti continuati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e mediante altri artifici, omessa dichiarazione ai fini dell' I. V.A.
Scoperta maxi frode
L' ordinanza è stata emessa anche nei confronti di P.A. (custodia in carcere) e M.G. (obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria) che sono allo stato attivamente ricercati.
L' indagine è stata avviata in seguito ad una specifica analisi di rischio nel settore del commercio dei prodotti petroliferi svolta dall' Agenzia delle Dogane di Vicenza ed è stata successivamente sviluppata dai militari della Guardia di Finanza di Vicenza, con il coordinamento di questa Procura, anche attraverso l' esame di copiosa documentazione contabile e fiscale ed operazioni tecniche di intercettazione. Nella struttura della frode rivestiva importanza la disponibilità di due diversi depositi di carburante, l'uno ubicato a Sossano, in uso dapprima ad ALMI s.r.l. e, dopo la dismissione del patrimonio aziendale di quest' ultima, rilevato in affitto dalla neo-costituita SOSSANO CARBURANTI s.r.l., e l'altro in Villadose, nella provincia di Rovigo.
L' illecita attività si è sviluppata nel corso dell' anno 2019 ed ha seguito due distinti sistemi di frode finalizzati all' evasione dell' I. V.A. sui carburanti — è stata accertata l' emissione di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare complessivo di oltre cinquecento milioni consentendo agli acquirenti finali — le c.d. pompe bianche, stazioni di servizio di euro - "indipendenti" esterne al circuito delle maggiori compagnie di distribuzione di carburante — ed agli autori delle illecite condotte di conseguire ingenti profitti, alterando peraltro gli ordinari meccanismi della concorrenza e di regolazione del mercato.
Il primo sistema è stato attuato attraverso l' uso strumentale della disciplina fiscale di favore accordata ai c.d. esportatori abituali ovvero attraverso il sistematico utilizzo da parte della società "innesco" della frode — ALMI s.r.l., società con sede di Sossano amministrata dal S.M. — di fittizie lettere di intento emesse da varie società cartiere (GIPIREMA s.r.l., PARTENOPE GAS ED ENERGIA s.r.l., COPETROL s.r.l., DOC SERVICE s.r.l.) che, senza averne i requisiti, falsamente dichiaravano la qualità di "esportatori abituali"; ALMI s.r.l. acquistava carburante per uso autotrazione (benzina e diesel) da imprese comunitarie croate e slovene - le quali, in base al regime degli scambi intracomunitari, emettevano fatture senza indicazione dell'I. V.A. e lo rivendeva alle società "cartiere" senza a sua volta esporre l'I.V.A. nelle relative fatture poiché queste ultime attestavano falsamente, mediante dichiarazioni d' intento, lo status di "esportatore abituale" che consentiva loro di effettuare acquisti ed importazioni di beni e servizi senza il pagamento dell' I. V.A..
Le cartiere contestualmente rivendevano sempre cartolarmente il medesimo prodotto a varie società filtro — tra le altre, in particolare KIMOTECH s.r.l., società con sede in Vicenza amministrata dagli stessi referenti occulti di ALMI s.r.l. — ad un imponibile più basso rispetto al costo di acquisto ("sottocosto") e con esposizione dell' I. V.A. in fattura trattandosi di cessioni interne.
Le società "filtro" cedevano il carburante ai reali acquirenti della filiera — principalmente distributori al dettaglio, le c.d. "pompe bianche" — emettendo fatture con esposizione di un minimo ricarico rispetto al costo di acquisto dalle "cartiere" in modo da non palesare l'evidente insostenibilità economica dell' operazione, consentendo comunque agli acquirenti di praticare prezzi estremamente concorrenziali.
Il margine di profitto della catena di cessioni cartolari era dato infatti dall' evasione dell' I.V.A. operata dalle società "cartiere" — anch'esse variamente riconducibili agli indagati — le quali, pur essendo debitori di imposta, non adempivano agli obblighi di versamento e di presentazione della relativa dichiarazione e venivano di fatto ad estinguersi, dissolvendosi attraverso una serie di fraudolente operazioni di fusione societaria culminate con l' incorporazione dell' ultima società "cartiera" incorporante COPETROL s.r.l. — nella WALL SYSTEM 1.1.c. società di diritto statunitense avente sede nel Delaware, stato a tassazione agevolata; alle operazioni societarie all' estero finalizzate ad occultare l' imponente frode fiscale provvedeva O.F., commercialista gravato da precedenti penali anche specifici con studio professionale a Roma e residenze all' estero (Romania e Giordania), il quale costituiva il principale referente del S.M. nella ideazione e gestione dell' articolato progetto fraudolento che non esitava a descrivere, rivendicando il proprio ruolo, in più colloqui telefonici oggetto di registrazione da parte delle apparecchiature intercettanti
".. Io ho cercato di metterci una pezza, perché lo faccio di mestiere! Quello è il mio mestiere!... Ma no, perché tu lo importi, te ne sbatti di applicare l' I. V.A. e ci metti un 4,5 per cento! Lo vendo con una I. V.A. che non andrai mai a pagare, perché una società filtro assorbe questo! Sai quanti clienti ci ho così? Ma è semplicissimo! Non compra Eldo o che ne so, quegli altri centri famosi e via discorrendo. Quelli lo comprano e pagano una I. V.A. perché ce l' hanno già "ivata" da un altro il quale a sua volta non la paga! Ma questo è un classico assoluto, non è una novità! C' era trenta anni fa!... Tanto è vero che io me la gioco, sì! Poi ci sono delle varianti perché per esempio adesso la cosa più sofisticata che facciamo - e che è ovvio -facciamo le scissioni, no? Cioè, io prima butto tutto dentro in panza all' americano e poi lo scindo! Quindi questa scissione c(i) ' ha un costo aggiuntivo perché tu praticamente depuri la situazione patrimoniale dell'americana, ci tiri fuori quello che ti serve a te, per cui lasci una cosa da una parte e una cosa dall' altra e qui fai la nuova società americana!.. "
Il secondo meccanismo fraudolento - simile nell' articolazione a quello precedente con talune varianti strutturali - è stato elaborato in seguito all' entrata in vigore del comma 941-bis dell' art. 1 legge 27 dicembre 2017 n. 205, introdotto dal d.l. 26 ottobre 2019, n. 124 il quale stabiliva il divieto di utilizzare le dichiarazioni di intento per le cessioni o le importazioni definitive di benzina o gasolio destinati ad essere impiegati come carburante per motori; il sodalizio si è quindi strumentalmente avvalso della prevista facoltà di operare in "reverse charge" c.d. inversione contabile — interponendo una nuova "cartiera", INTER OIL s.r.l. società con sede in che acquistava da ALMI s.r.l. in applicazione del regime fiscale che
Padova consente la neutralizzazione dell' I. V.A. all' estrazione del carburante dal deposito, così permettendo al cedente ALMI s.r.l. di fatturare senza I. V.A. per effetto della traslazione del debito di imposta sul cessionario; senonchè INTER-OIL s.r.l. piuttosto che produrre alla società cedente l' attestazione dell' avvenuto assolvimento dell' imposta (c.d. mod. F24)
condizione indispensabile perché ALMI s.r.l. consentisse l' estrazione del carburante da proprio deposito — produceva all' Agenzia delle Entrate una apparente "idonea garanzia" - facoltà prevista dall' art. l, comma 940 legge 27 dicembre 2017 n. 205 - costituita da una falsa polizza fideiussoria rilasciata dalla società ungherese CIG PANNONIA.
Oltre al S.M. — persona iscritta all' AIRE con residenza dichiarata in Croazia, paese nel quale disponeva di proprie società — ed O.F. assumevano ruoli diversi e di rilievo nell' ambito del sodalizio e del programma delittuoso - in funzione soprattutto di collaborazione e supporto alle attività del S.M. e di preposizione di fatto alle società "cartiere" - E.L., P.A. (entrambi originari di Napoli), D.M.G. (Padova), M.S. (Pianiga), C.M. (Vigonza), P. R. (Padova) e M.G. (Napoli).
L' indagine coinvolge anche altre persone, talune destinatarie di misure cautelari reali. I militari hanno dato esecuzione anche alle misure cautelari reali disposte dal G.I.P. del Tribunale di Vicenza — sequestro preventivo in via diretta a carico delle società coinvolte nella frode e per equivalente sui beni nella disponibilità degli indagati — per un ammontare
complessivo di euro 99.178.938,59 quale illecito profitto dei reati oggetto di contestazione.
Sono stati sottoposti al vincolo cautelare 32 beni immobili, tra i quali
- una villa con piscina sulle colline della Val di Cornia, in provincia di Livorno,
- una villa in Bressanone, entrambe fittiziamente intestate ad una società di diritto
croato riconducile al S.M. ed amministrata da prestanome - una villa al Circeo, un ufficio in Roma ed altri immobili di pregio fittiziamente intestati ad una società di diritto statunitense con sede nel Delaware amministrata da
- una società cipriota riconducibile all'O.F.
- uno yacht di quattordici metri ormeggiato nel porto turistico di San Vincenzo, nella Maremma livornese, intestato anch' esso a diversa società di diritto croato riferibile a S.M.
- tre autoveicoli
- disponibilità economiche bancari/finanziari giacenti su duecentocinquanta rapporti