Rozzampia - New Castle, gemellaggio tra primarie
Lo scambio interculturale tra le due realtà si protrae ormai da 3 anni, grazie alla collaborazione tra insegnanti e genitori.
Italia e Inghilterra insieme. Un’emozione unica per i ragazzi della primaria «San Giovanni Bosco» di Rozzampia, che da tre anni a questa parte hanno avviato un progetto di gemellaggio con una scuola di New Castle, città dell’Inghilterra del nord al confine con la Scozia, unico nel suo genere. E’ infatti la prima scuola elementare del vicentino, e forse anche del Veneto intero, ad aver allacciato una rete di amicizia così profonda con una scuola straniera, che li ha portati a volare assieme a genitori ed insegnanti anche in UK, esperienza che ripeteranno il 12 giugno prossimo. I ragazzi inglesi hanno invece fatto visita agli amici thienesi il 2 maggio scorso, accolti nel plesso della primaria della frazione tra canti, balli e sorrisi. Ne parliamo con la maestra Raffaella Tagliapietra, docente di inglese e referente del progetto che quest’anno ha coinvolto la quarta elementare dell’istituto, ma indirettamente anche tutte le altre sezioni.
Raffaella, quanta emozione nel vedere questi bimbi così piccoli interfacciarsi con i loro «colleghi» inglesi senza indugi, ma con tanta voglia di conoscere realtà diverse dalla loro. Come nasce l’idea di avviare un gemellaggio così relativamente «presto»?
«Da 17 anni collaboro con ACLE (associazione culturale linguistica educational, ndr),che organizza ogni anno dei city camp, ossia una settimana in cui i ragazzi italiani stanno con i loro colleghi anglofoni. In questo contesto ho conosciuto mr. Riccardo Dunnigan, che abita e insegna a New Castle ma ha la mamma di origini padovane, il quale mi ha proposto di allacciare una collaborazione con la scuola italiana. E quindi tre anni fa inizia il nostro percorso di “gemellaggio” con l’istituto dove Riccardo insegna, il “St. Aidan” di New Castle».
Una bella iniziativa che ha coinvolto i ragazzi di terza elementare prima e di quarta poi, gestita con il prezioso aiuto dei genitori...
«Proprio così, un’avventura interculturale che ci ha portato nel settembre 2017 la prima volta in Inghilterra per restituire la visita dei ragazzi inglesi del marzo precedente. Poi loro sono tornati da noi il 2 maggio scorso. Alle 9 sono arrivati a Rozzampia, accolti da canti, balli e tante attività organizzate dalla nostra scuola. Abbiamo persino creato delle magliette con il logo dell’istituto, disegnato dalla mamma di un alunno, che abbiamo poi regalato loro come ricordo. Alle 18 i genitori hanno preparato un ricco buffet nei giardini del Bosco per salutare gli amici inglesi, che andremo a trovare il 12 giugno. Partiremo in 47, tra cui 17 alunni, 4 insegnanti, genitori e anche l’assessore al sociale Anna Maria Savio, che è una docente della nostra scuola».
Siete riusciti ad organizzare un vero e proprio scambio culturale con le vostre forze. Come avete fatto?
«Rozzampia è un piccolo plesso scolastico, una realtà familiare con pochi alunni. Ma quando c’è da darsi da fare, genitori, insegnanti e dirigente scolastico sono sempre molto disponibili. Grazie ai genitori soprattutto siamo riusciti a organizzare molte iniziative atte a raccogliere fondi per finanziare il progetto, come la vendita di torte ad esempio. Poi devo ringraziare anche la docente di italiano che mi aiuta a portare avanti questo lavoro, Giovanna Tagliapietra. La collaborazione in questi casi è fondamentale».
Qual è lo scopo principale di questo gemellaggio?
«E’ un momento di confronto non solo linguistico, ma anche culturale. La lingua è espressione di un popolo e uno strumento per interpretare la realtà; conoscere una lingua diversa dalla propria significa vedere il mondo anche da un’altra prospettiva. Crediamo tanto in questo progetto, come ci credono molto anche i genitori degli alunni che ne prendono parte. Fra gli studenti inglesi e quelli thienesi è nata poi un amicizia che viene portata avanti durante tutto l’anno, con scambio di pacchi regalo, collegamenti skype e mail che i bambini si scambiano tra loro. Sono amicizie bellissime che resistono alla distanza e alla differenza linguistica. I bambini a questa età sono aperti alla conoscenza dell’altro senza pregiudizi».