Rifiuti sepolti nella cava di Col Campanaro?

Questa la segnalazione da parte di un denunciante che ha portato alla notifica di sequestro sul tavolo del sindaco Luca Ferazzoli.

Rifiuti sepolti nella cava di Col Campanaro?
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Rifiuti sepolti nella cava di Col Campanaro?

Rischio di rifiuti tossici sepolti nelle cave. Questo il sospetto che ha portato al sequestro probatorio della cava «Col Campanaro», la cui notifica è apparsa sul tavolo del sindaco della Valbrenta Luca Ferazzoli la scorsa settimana.

«La Procura di Vicenza, infatti, ha incaricato la guardia di finanza di verificare se nel luogo sono stati sepolti rifiuti tossici, per intervenire quindi in un secondo tempo al ripristino ambientale dell’area interessata. Sul posto era presente anche il soggetto denunciante, che ha segnalato il fatto che ci potesse essere stato un reato di comportamenti illeciti nei confronti dell’ambiente. Per la verifica dei fatti è quindi intervenuta una squadra dei vigili del fuoco di Belluno, che tuttavia non aveva a disposizione dei mezzi idonei allo scavo e quindi alla verifica effettiva della presenza dei rifiuti. In attesa di ulteriori verifiche, pertanto, si presume che sia presente questa situazione perché sembrerebbero esserci intercettazioni che la confermano. Ad ogni modo rimaniamo in attesa di ulteriori indagini sul luogo. Se poi ci dovesse essere la conferma della presenza di rifiuti tossici, allora si dovrebbe intervenire prontamente per capire se questi hanno percolato a valle e se hanno intaccato la foce di Oliero, fonte di acqua per l’Altopiano dei Sette Comuni. Non vogliamo fare assolutamente allarmismo, ma ora c’è bisogno di attenzione in merito alla questione».

Episodio sgradevole, dunque, quello che ha colpito il Comune della Valle. Un sospetto, non ancora confermato, che spaventa i cittadini del territorio, dove l’ambiente incontaminato può essere sia stato intaccato da un comportamento illecito dell’essere umano. In merito alla questione è intervenuta anche la Direzione Difesa del Suolo della Regione del Veneto che ha precisato:

«Le autorizzazioni delle cave sono state decadute con DD.G.R. n. 10 e n. 11 del 9 gennaio 2015 per il fallimento della ditta. È stata disposta immediatamente, per entrambe le cave, l’escussione dei depositi cauzionali di 713mila e 300 euro e di 611mila e 400 euro garantiti da UNIPOL SAI Assicurazioni s.p.a., finalizzati alla sistemazione ambientale dei siti. L’Ente Garante, nonostante i solleciti, non ha adempiuto all’escussione dei deposti. Con Ordinanze n. 63 e n. 64 del 13 febbraio 2017 sono stati disposti gli atti ingiuntivi nei confronti di UNIPOL SAI per il versamento dei suddetti importi e l’Assicurazione ha presentato atti di opposizione presso il tribunale civile di Venezia. Il contenzioso risulta ancora in corso e si attende per la cava Col Campanaro la sentenza il 14 novembre 2019, quindi non sono state di fatto escusse le garanzie. In questo momento sta indagando la magistratura, la Regione e ARPAV daranno tutto il supporto necessario. Va precisato che la competenza ai controlli per questo genere di attività era delegata a Comuni e Provincia. Si ribadisce che con tali amministrazioni c’è sempre stata la massima collaborazione al fine di preservare il territorio e prevenire qualsiasi forma di inquinamento».

Foto tratta dal sito http://www.valstagna.info/index.php/territorio/85-cave

 

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