Reddito e pensione di cittadinanza percepiti illegalmente: 15 denunce e circa 123mila euro da recuperare
Tra i "furbetti" il titolare di quote di proprietà su 26 immobili, la presidente del C.d.A. di una Società Cooperativa ed un pensionato fortunato giocatore on-line.
Illeciti contro il reddito e pensione di cittadinanza: 15 denunce all'Autorità giudiziaria, blocco dell'elargizione e recupero contributi illecitamente percepiti da 13 soggetti per circa 123mila euro.
Reddito e pensione di cittadinanza percepiti illegalmente
Nel perdurante periodo emergenziale, prosegue senza sosta da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza, in sinergia e collaborazione con l’INPS, l’azione di contrasto al fenomeno dell’illegalità economico finanziaria e ad infiltrazioni della criminalità nel comparto delle prestazioni sociali erogate a sostegno delle fasce deboli della collettività, affinché le risorse economiche siano effettivamente destinate a cittadini in concreta condizione di necessità e bisogno.
Grazie ad un approccio operativo sempre più trasversale e dinamico, le Fiamme Gialle beriche, nell’approfondimento di 15 distinte posizioni previamente selezionate nell’ambito dell’attività di polizia economico finanziaria, hanno infatti individuato 12 casi di illecita percezione del reddito di cittadinanza ed 1 di illecita percezione di pensione di cittadinanza, proponendo all’I.N.P.S. il blocco delle distinte posizioni controllate ed il recupero delle somme erogate per un totale pari a 122.400 euro.
I vari casi contestati: proprio un bel "campionario"...
Gli articolati contesti di investigazione sono stati piuttosto diversificati: in un primo caso, è stato accertato che il soggetto percettore aveva beneficiato di “reddito di cittadinanza”, pur essendo stata Legale Rappresentante e, successivamente, Presidente del Consiglio di Amministrazione di una Società Cooperativa operante nel comparto della logistica. Dall’approfondito esame delle movimentazioni bancarie societarie è emerso che la beneficiaria, almeno da gennaio 2018, avesse avuto la sicura disponibilità di denaro contante per oltre 220 Mila euro.
A carico della stessa, che oltre ad aver dichiarato il falso sulla propria situazione reddituale aveva anche omesso di dichiarare la stabile convivenza con il compagno, peraltro cointestatario del contratto d’affitto, è scattato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca 10.434 euro, pari al contributo illecitamente percepito per le annualità 2019/2020.
In un secondo caso, è emerso che il soggetto percettore aveva prontamente rescisso, dopo soli due giorni dalla data di registrazione, il contratto di locazione dell’immobile inserito nella domanda di richiesta del beneficio del “reddito di cittadinanza”, così conseguendo indebitamente per le annualità 2019/2020 una somma pari a 20.647 euro. In un ulteriore controllo è stato constatato che il soggetto percettore aveva ottenuto il beneficio per l’anno 2019 pur essendo titolare di quote di proprietà non dichiarate nella domanda di contributo su ben 26 immobili, di cui 7 fabbricati e 19 terreni, così conseguendo indebite erogazioni per 7.500 euro.
Un altro soggetto percettore, al momento della presentazione delle dichiarazioni Sostitutive Uniche per il calcolo dell’ISEE all’INPS, ha omesso la comunicazione del possesso di un motoveicolo con cilindrata superiore a 250 cc, immatricolato nei due anni antecedenti la richiesta, conseguendo tra il 2019 e il 2020 la somma indebita di contributo per 14.752 euro. Anche un ulteriore beneficiario, ai fini dell’ottenimento del “reddito di cittadinanza” è risultato non solo aver falsamente attestato l’esistenza di un contratto d’affitto in realtà estintosi mesi prima per morosità, ma avrebbe anche omesso di comunicare l’immatricolazione di un autoveicolo di cilindrata superiore a 1600 cc, percependo così indebitamente, per il 2019 e per il 2020, un contributo pari ad € 20.650.
Nel caso di un altro soggetto beneficiario, è invece stato appurato dai finanzieri l’attestazione di una situazione anagrafica del nucleo familiare del tutto difforme da quella effettiva, tenuto conto che la richiedente aveva omesso di indicare nel nucleo familiare convivente i due nonni, entrambi percettori di reddito di pensione, oltre che il suo diretto conseguimento di redditi a titolo di trattamento di fine rapporto, così percependo erogazioni indebite per 7.260 euro. Dall’esame di un’altra posizione è emerso che il soggetto percettore aveva omesso la comunicazione all’I.N.P.S. di dati afferenti la propria variazione occupazionale, essendo diventata titolare - pochi giorni prima peraltro della presentazione della domanda di “reddito di cittadinanza” - di una ditta individuale operante nel settore della vendita ambulante di piante e fiori, così beneficiando indebitamente di 1.399 euro.
Un altro beneficiario è risultato aver costituito, subito dopo la domanda di erogazione del “rdc”, una società esercente l’attività di bar, assumendone peraltro il ruolo di legale rappresentante percependo indebitamente 5.250 euro. In un altro caso, le Fiamme Gialle beriche hanno prontamente avanzato all’I.N.P.S. la richiesta di revoca di contributo e di recupero della somma indebitamente percepita per 8000 euro a carico del beneficiario che aveva omesso di dichiarare il possesso di un patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa di oltre 52 mila euro, eccedente quindi la soglia di 30 mila euro prevista dalla Legge.
Non poteva mancare la "pensione di cittadinanza"
I controlli delle Fiamme Gialle beriche hanno anche consentito di appurare che un altro soggetto beneficiario aveva perso i requisiti previsti a seguito della recente cancellazione dalle liste anagrafiche del comune di residenza per sopraggiunta irreperibilità. E’ stata altresì denunciata dai finanzieri vicentini anche una beneficiaria che aveva falsamente dichiarato di essere regolarmente residente in Italia nei due anni antecedenti la presentazione della domanda (anno 2019), sebbene fosse tornata all’estero - dove precedentemente era espatriata - a metà del 2018.
Da ultimo, un caso a sé è invece quello di un soggetto percettore di “pensione di cittadinanza” risultato beneficiario del predetto contributo per le annualità 2019 e 2020 in assenza dei previsti requisiti, avendo infatti fraudolentemente omesso di indicare tra i propri redditi le vincite di gioco on-line che, seppur esenti, costituiscono patrimonio e così conseguendo indebitamente tra le predette annualità la somma di 13.116 euro.
In tutti questi casi è stato proposta all’Autorità Giudiziaria l’adozione di un provvedimento di sequestro delle somme indebitamente percepite. La Guardia di Finanza prosegue quindi la propria azione di contrasto ai fenomeni di indebito accesso ad erogazioni pubbliche ed a prestazioni assistenziali che generano iniquità sociale a danno dei cittadini davvero bisognosi di aiuto.