In Tribuale a Vicenza

Processo ex Miteni, parola alla difesa: "Ma quale inquinamento? Eravamo nei limiti dell'epoca"

La difesa dei due manager tedeschi respinge le accuse di inquinamento ed anche quelle di bancarotta

Processo ex Miteni, parola alla difesa: "Ma quale inquinamento? Eravamo nei limiti dell'epoca"
Pubblicato:
Aggiornato:

Complice l'allarme meteo con tutto quel che ha procurato nei giorni scorsi in provincia di Vicenza, ci stavamo dimenticando del processo ex-Miteni il cui dibattimento continua con la parola che dal PM ed Avvocati dell'accusa è passata, mercoledì scorso, a quelli della difesa.

Continua il dibattimento

Il dibattimento è il momento importante nel quale si "forma la prova" ed è proprio il contraddittorio tra le parti che metterà a disposizione del giudice gli elementi per formulare la sentenza.

Nel corso del processo abbiamo visto il Giudice ascoltare il Pm, gli Avvocati dell'accusa e dei soggetti costituitisi parte civile con le loro richieste di risarcimento del danno, basate per la maggior parte sul fatto che l'azienda ed il suo management inquinavano e consapevolmente hanno continuato ad inquinare, recando danno a persone ed ambiente.

Ora è la volta della difesa per la quale, a sentire gli esordi di questa fase processuale: niente di tutto questo è vero o quasi:

"Nessuno dei reati contestati sono stati commessi dai miei assistiti che non erano a conoscenza della contaminazione del sito".

Questo, appunto, l'esordio dell’Avvocato Ermenegildo Costabile, difensore dei tedeschi Patrick Fritz Hendrik Schnitzer già amministratore delegato di Icig, e Achim Georg Riemann ex componente del cda di Icig, per i quali la Procura ha chiesto una condanna a 17 anni, 15 per avvelenamento delle acque, uno per disastro ambientale e uno per bancarotta.

Ed invece - secondo la difesa - non sarebbe vero che Miteni fosse una azienda che di nascosto produceva materiale tossico (Pfas) e per decenni l'abbia disperso in ambiente, coperta appena da una comunicazione della presenza di sostanze non normate:

"Già dagli anni '70, infatti, si sapeva cosa produceva e scaricava Miteni, ma ciò sarebbe avvenuto nel rispetto della "direttiva Seveso", e dei relativi stringenti adempimenti".

Quando la difesa sposta la sua osservazione ad anni più recenti - uno dei manager in discussione nel 2004 siede in CdA Miteni - dice che:

"Nel 2006 la cosa aveva assunto importanza diversa anche a livello europeo, ma gli Enti preposti, Ministero, Regione, Provincia e Arpav non hanno mai gridato all’avvelenamento, non perché erano irresponsabili ma perché la questione allora, allo stato delle conoscenze, non aveva la rilevanza che ha assunto dal 2013 quando il problema è emerso dopo lo studio Irsa-Cnr".

Prova ne sarebbe l'archiviazione della prima inchiesta datata 2014:

"Non essendo emerse indicazioni univoche circa i limiti di tollerabilità delle sostanze con incertezza sul loro effetto".

Proprio alla pericolosità ed effetti dei Pfas sulla salute dell'uomo, ha fatto riferimento ancora l'Avvocato Costabile, in pieno accordo con il difensore della Mitsubishi, Avvocato Lageard, ribadendo che:

"Sino ad oggi non è emerso alcun nesso causale, se non un leggero aumento del colesterolo che non è una malattia".

I Pfas sono sostanze nocive e ne sono stati trovati in concentrazione tale da rappresentare un pericolo per la salute?

"No - dice il difensore - e senza dati su concentrazione e quantità non si integra il reato di avvelenamento - ma non solo - sino al 2013 non è stato scientificamente accertato si siano superati i limiti di soglia".

Di cosa dunque staremmo parlando?

E' la conclusione verso la quale pare vogliano indurci le parole della difesa dei manager tedeschi, la quale, infatti, ha ribadito che:

"Quando Icig ha acquistato Miteni dalla multinazionale Mitsubishi, non sapeva della contaminazione del sito".

E la bancarotta?

Costabile ha anche rigettato il reato di bancarotta perché non sarebbe sul valore patrimoniale, ovvero i 14 milioni iscritti in bilancio, che si valuta un'azienda ma sulla sua capacità di generare utili che, invece, in Miteni sono andati calando, mentre si generavano perdite che dal 2009 al 2013, sono arrivate a 15, di milioni.

Dinamiche tipicamente aziendali, insomma, altro che sottrazione di patrimonio destinato ai creditori.

Comitati NoPfas al Tribunale di Vicenza

Comitati, Enti, Associazioni ambientaliste e "Mamme NoPfas", intanto osservano.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali