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"Patente e libretto", poi la finanza scopre che la passeggera è clandestina e lavora in nero in un negozio etnico

La guardia di finanza ha fermato un'auto durante un controllo: a bordo c'era una coppia di origine marocchina

"Patente e libretto", poi la finanza scopre che la passeggera è clandestina e lavora in nero in un negozio etnico
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La donna era in macchina con il suo " datore di lavoro"

"Patente e libretto", poi la finanza scopre che la passeggera è clandestina e lavora in nero in un negozio etnico

Clandestina in Italia e impiegata come commessa in un negozio etnico. La donna, di origine marocchina, è stata scoperta durante un normale controllo della cirolazione da parte della fiamme gialle di Schio che ha fermato l'auto su cui viaggiava con il suo datore di lavoro in Via Vicenza.

Come di prassi è stato chiesto agli occupanti del veicolo – un uomo e una donna - di fornire le proprie generalità e di esibire i rispettivi documenti di riconoscimento, ma la donna che viaggiava sul sedile del passeggero non aveva con sè nè un permesso di soggiorno in corso di validità nè altri documenti validi ai fini dell’identificazione. Pertanto, previo avviso al Pubblico Ministero di turno presso la Procura di Vicenza, i militari hanno attivato, nei confronti di quest’ultima, la procedura di fermo per identificazione al fine di risalire – tramite appositi rilievi foto-dattiloscopici – all’identità della donna.

 I reati contestati: clandestinità e manodopera in nero

Gli esiti restituiti dal sistema AFIS hanno permesso di rilevare che la donna non risultava essere censita all’interno del Casellario Centrale di Identità, di non aver alcun permesso di soggiorno in corso di validità né tantomeno è stata rintracciata alcuna procedura di regolarizzazione sul territorio nazionale. Per questo è stata segnalata alla Procura della Repubblica per “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” e invitata a recarsi all’Ufficio Immigrazione della Questura di Vicenza. Alla fine, grazie ad un interprete, la donna ha speigato di essere stata assunta in nero come commessa nel negozio di prodotti etnici di proprietà dell'uomo che era alla guida dell'auto che  è stato segnalato alla procura per  impiego di manodopera clandestina.

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