Ad aprile il processo

Omicidio Davide Rebellin, rigettata la richiesta di patteggiamento del camionista pirata che l'ha ucciso

il fratello Carlo: “Una condotta orribile che merita una pena più severa di quella proposta”

Omicidio Davide Rebellin, rigettata la richiesta di patteggiamento del camionista pirata che l'ha ucciso
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Wolfgang Rieke era rimasto sul posto, accanto al corpo del ciclista, senza fare nulla. Anzi poi è scappato

Davide Rebellin, rigettata la richiesta di patteggiamento del camionista pirata che l'ha ucciso

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza, dott. Roberto Venditti nell’udienza che si è tenuta ieri mattina, giovedì 7 dicembre 2023, ha rigettato la richiesta di patteggiamento presentata tramite il suo legale da Wolfgang Rieke, il camionista tedesco che ha travolto e ucciso a soli 51 anni Davide Rebellin dandosi poi alla fuga.

La decisione è stata accolta con grande soddisfazione dai familiari del campione di ciclismo vicentino.Una buona notizia che arriva pochi giorni dopo il primo anniversario del tragico incidente, accaduto il 30 novembre 2022, a Montebello Vicentino dove Rebellin si stava allenando in sella alla sua bicicletta.  L’imputato è stato dunque rinviato a giudizio, dovrà sostenere il processo per il reato di omicidio stradale e con l’‘aggravante della fuga e comparire in aula nell’udienza già fissata al 22 aprile 2024. E nel frattempo dovrà rimanere nel carcere di Vicenza, dove è attualmente detenuto, da agosto.

Inizialmente era stata avanzata una proposta per una pena di due anni e undici mesi, poi riformulata in extremis in tre anni e undici mesi, e che pure aveva ottenuto l’assenso del Pubblico Ministero titolare del relativo procedimento penale, il dott. Hans Roderich Blattner. Per i familiari una una condanna troppo "leggera" e il Gip infatti ha rigettato la richiesta in relazione non solo al gravissimo comportamento tenuto dall’autotrasportatore, per di più recidivo, dopo il sinistro, ma anche per la negligente condotta di guida nell’affrontare la rotatoria “teatro” del dramma senza azionare l’indicatore di direzione ma anche a velocità troppo sostenuta.

I familiari aspettano l’udienza del 22 aprile 2024 confidando in una condanna più equa 

“Siamo soddisfatti di questo rigetto e ringraziamo ancora la magistratura per il lavoro svolto e per l’attenzione riservata al caso di Davide" ha commentato il fratello Carlo che, come gli altri congiunti dell’atleta, non se l’è sentita di presenziare in aula. A rappresentare la famiglia c’erano il legale, l’avv. Davide Picco del Foro di Vicenza e Alessio Rossato, l’Area manager Vicenza di Studio3a-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono affidati tutti i familiari, compresa la moglie della vittima, che ha già ottenuto per i propri assistiti il risarcimento integrale dalla compagnia di assicurazione del mezzo pesante che ha investito e schiacciato la bici da corsa del campione che si stava allenando.

“E’ un ulteriore e coerente segnale – prosegue Carlo Rebellin – dell’ottimo operato della magistratura berica che in questi mesi ha anche sempre respinto con decisione le reiterate richieste di arresti domiciliari presentate dall’avvocato dell’imputato. Ora aspettiamo con ansia l’udienza del 22 aprile 2024, e confidiamo in una condanna più pesante ed equa rispetto a quella proposta nel patteggiamento: se il giudice l’ha rigettata significa che lui per primo non l’ha ritenuta congrua al crimine commesso.

Ho sempre sostenuto – conclude il fratello di Davide Rebellin – che un incidente può succedere, ma il comportamento tenuto da Rieke dopo l’investimento fa troppa rabbia: il video del sinistro, che abbiamo visto più volte, documenta chiaramente come sia rimasto sul posto per diversi minuti accanto al corpo esanime di mio fratello per poi scappare approfittando del fatto che non c’era nessuno a fermarlo. Capisco l’agitazione del momento, ma poi ha avuto tutto il tempo per riflettere su ciò che ha commesso; anche le scuse ce le ha inviate dopo mesi, e presumibilmente sono state dettate dal suo avvocato. Una condotta orribile che va perseguita e punita adeguatamente”.

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