Offende le Istituzioni su Facebook: denunciato 50enne vicentino
Le opinioni ed i giudizi espressi sul Web e sui Social Networks sono sottoposti alle stesse regole ed alle stesse leggi che regolamentano i normali rapporti interpersonali e con le Istituzioni.
La D.I.G.O.S., nella giornata di ieri, ha denunciato alla Autorità Giudiziaria M. M., vicentino di 50 anni, per i reati di Vilipendio alla Istituzioni e Diffamazione aggravata.
Offende le Istituzioni su Facebook
Nel corso delle consuete attività di monitoraggio dei siti web, gli investigatori della D.I.G.O.S. hanno riscontrato che il soggetto summenzionato, commentando un articolo di stampa pubblicato sulla pagina Facebook de “Il Giornale di Vicenza”, aveva espresso epiteti palesemente offensivi e denigratori nei confronti delle Istituzioni, manifestando, nello specifico, in maniera espressa, profonda acredine ed ostilità verso le Istituzioni dello Stato, in particolar modo contro la Polizia di Stato ed i suoi appartenenti.
Al termine delle attività di Polizia Giudiziaria, il “leone da tastiera” veniva convocato in Questura presso gli Uffici della D.I.G.O.S. e denunciato alla Procura della Repubblica.
La Polizia di Stato mantiene un attento monitoraggio delle molteplici piattaforme di comunicazione online esistenti, e ricorda che i social networks non sono una zona franca ove poter esprimere impunemente le peggiori manifestazioni di aggressività verbale infarcite di espressioni calunniose e gravemente offensive nei confronti di soggetti pubblici o privati, ovvero di Istituzioni della Repubblica.
Le opinioni ed i giudizi espressi sul Web e sui Social Networks sono sottoposti alle stesse regole ed alle stesse leggi che regolamentano i normali rapporti interpersonali e con le Istituzioni: di conseguenza, le offese e le ingiurie esternate a mezzo social costituiscono fattispecie di reato aggravate dall’utilizzo di un mezzo di comunicazione di massa.
“Il grave errore che compiono questi soggetti è quello di ritenere che ciò che viene detto e scritto sui social networks non abbia ripercussioni, considerando erroneamente la realtà virtuale come un contesto ove è lecito porre in essere qualsiasi tipologia di condotta – ha tenuto a precisare il Questore Sartori –. Questi spazi virtuali, invece, sono del tutto assimilati al contesto reale per quanto attiene, nello specifico, alle conseguenze di carattere giudiziario che derivano da comportamenti illeciti”.