Obbligo vaccinale? Per l'ordine degli infermieri è un provvedimento giusto
"In primis perché tiene in considerazione chi per reali ragioni di salute non può essere sottoposto a vaccinazione".
E' netta la presa di posizione dell'ordine degli infermieri di Vicenza in merito all'obbligo della vaccinazione per gli operatori sanitari.
Obbligo vaccinale? La presa di posizione dell'Opi
Riceviamo e pubblichiamo la lettere in cui l'ordine delle professioni infermieristiche di Vicenza ha espresso in merito all'obbligo del vaccino per tutti gli operatori sanitari.
"A partire dal 1° aprile scorso, il Governo con decreto legge 44/2001 ha stabilito che la vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione infermieristica.
Come Opi di Vicenza, Ordine delle professioni infermieristiche, ente sussidiario dello Stato, con una particolare attenzione alla salvaguardia della salute dei cittadini, riteniamo corretto e proporzionato questo provvedimento.
In primis perché tiene in considerazione chi per reali ragioni di salute non può essere sottoposto a vaccinazione; inoltre, perché l’eventuale sospensione dal diritto di svolgere prestazioni che implicano contatti interpersonali, è da considerarsi fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o in mancanza fino al completamento della campagna vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre di quest’anno.
Non ci è dato di sapere quanti dei seimila nostri iscritti si siano finora vaccinati, ma siamo certi che i pochissimi colleghi che non lo hanno fatto, di fronte a questa evidenza torneranno sulle proprie decisioni.
È bene precisare che, come prevede la circolare del ministero della salute, i tanti colleghi che si sono ammalati di Covid nelle corsie svolgendo il proprio lavoro, verranno vaccinati con un’unica dose, in un periodo che va dai tre ai sei mesi dalla fine del contagio; inoltre, ci sono colleghi pensionati ma ancora iscritti all’ordine e i liberi professionisti senza alcuna priorità vaccinale.
Riteniamo perfino inutile parlare di deontologia ed etica a chi ha deciso di occuparsi per professione di propri simili nel momento in cui questi versano in situazioni di fragilità dal punto di vista della salute. Piuttosto, vorrei ringraziare i colleghi ed in particolare i più giovani che con il loro percorso universitario ed umano, fatto di impegno, disciplina e coscienza, ci permettono di portare avanti questa meravigliosa professione, che non sempre viene premiata come dovrebbe essere".