Assalti in banca

Non più assalti al bancomat: troppo rumorosi e pericolosi

Attaccate le filiali di Villaverla e Zanè;  Romano d’Ezzelino, Grumolo delle Abbadesse e Grisignano di Zocco

Non più assalti al bancomat: troppo rumorosi e pericolosi

I lestofanti da qualche sera se la suonano e se la cantano, forse così: “Se ci riprovo ci sarà un perché, e così lo rifaccio stasera…“.

Ci perdoneranno i nostri lettori se chi scrive la mette sul ridere, pur trattandosi di reati odiosi come il furto.

Se però da qualche giorno i malintenzionati sembrano accanirsi contro gli sportelli della Banca del Veneto Centrale, a parte la dislocazione delle sedi – magari collocate in zone facilmente raggiungibili e facilmente abbandonabili con strade di veloce comunicazione altrettanto vicine per darsi alla fuga – è probabile che nei loro piani operativi abbiano studiato bene come raggiungere lo scopo con il minimo danno.

Non più, quindi, rumorosi e pericolosi assalti ai bancomat, ma sistematica intrusione negli uffici con asporto della cassa corrente: bottini meno corposi ma più facili.

Intanto le Forze dell’ordine stanno svolgendo le loro indagini avvalendosi dei sempre più numerosi occhi elettronici presenti nelle nostre città e periferie, con l’idea di avere a che fare con una banda organizzata, piuttosto che no.

Il modus operandi

I malfattori arrivano in auto alla filiale prescelta, ne scende una squadra di tre o quattro operatori che si introducono nei locali delle casse e si appropriano della cassa corrente che caricano in auto prima di allontanarsi.

Poiché non sono molti i denari che vengono lasciati alla sera nella cassa corrente, ecco spiegato il motivo del bottino esiguo, che negli ultimi cinque colpi potrebbe non aver fruttato più di 10.000 euro.

Più i danni delle effrazioni, quindi, che non per il maltolto, ma in tanto trafficare, finirà che li prendono.

I colpi

I ladri nel giro della settimana scorsa hanno attaccato le filiali di Villaverla e ZanèRomano d’Ezzelino, Grumolo delle Abbadesse e Grisignano di Zocco.

Una volta all’interno delle sedi, sradicano e caricano in auto la cassa, per poi darsi alla fuga prima dell’arrivo della vigilanza e delle Forze dell’ordine, le quali fanno sapere che stanno a loro volta affinando i dispositivi per fronteggiare le insolite modalità truffaldine.

La direzione generale della Banca del Veneto Centrale, anche, sta adattando le sue contromisure, nella circostanza potendo apprezzare l’esiguità dei prelievi ed il relativo modesto disagio creato alla clientela dalle varie spaccate.