Misura di diniego del rinnovo nell'iscrizione nella "White List"

Questa azione è stata svolta nei confronti di una società di capitali vicentina.

Misura di diniego del rinnovo nell'iscrizione nella "White List"
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I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Vicenza hanno approfondito la posizione di una società di capitali con sede nel capoluogo operante nel settore dell’autotrasporto per conto terzi, che aveva presentato alla locale Prefettura un’istanza di rinnovo dell’iscrizione nell’elenco dei fornitori, dei prestatori di servizi e degli esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (c.d. “White List”), rilevando e comunicando al
suddetto Ufficio Territoriale del Governo concreti elementi determinanti per motivare il diniego del suddetto rinnovo, tratti da un recente contesto criminale in cui è rimasta coinvolta l’impresa stessa e i soggetti che rivestono cariche e posizioni rilevanti nel relativo assetto societario.

Misura di diniego del rinnovo nell'iscrizione nella "White List"

La citata “White List” è un elenco, tenuto dalla Prefettura, di imprese che – dopo specifiche verifiche effettuate, su richiesta, dai soggetti preposti – risultano negative al fenomeno dell’infiltrazione mafiosa e, di conseguenza, in maniera diretta o indiretta (tramite sub-appalto) sono qualificate per stipulare rapporti contrattuali con la Pubblica Amministrazione. Infatti, la partecipazione a gare d’appalto da parte delle imprese che operano nei settori a rischio di infiltrazioni mafiose è subordinata all’obbligo di iscrizione alla “White list”, iscrizione che ha durata annuale ed è soggetta a rinnovo ad istanza di parte.

Per quanto precede, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vicenza, elaborando risultanze tratte da una recente, articolata indagine penale svolta dai colleghi del Corpo di Salerno, hanno rilevato elementi sintomatici di un pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata in capo alla menzionata impresa vicentina, posto che i relativi soggetti con mansioni apicali sono risultati avere fatto parte di un’associazione per delinquere responsabile di reati tributari, fatti di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e false attestazioni all’A.G., nonché, al contempo, legati da vincoli associativi con esponenti di un clan camorristico attivo nel salernitano, al quale hanno fornito e dal quale hanno ricevuto appoggio e supporto produttivi di accrescimento del potere criminale e di sviluppo economico.

Le suddette risultanze, partecipate alla Prefettura di Vicenza ed esaminate in sede di Gruppo Interforze Antimafia, hanno permesso l’adozione del menzionato provvedimento di diniego, fondato sulla maturazione di un giudizio prognostico di permeabilità mafiosa da parte dell’impresa in questione, concretizzato dalla sussistenza di elementi sintomatici di tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della stessa.

L’attività in questione, da un lato, si inquadra nella primaria missione istituzionale del Corpo ai fini di prevenzione dei tentativi di infiltrazione delle organizzazioni di stampo mafioso nel tessuto economico sano e di contrasto alla criminalità organizzata radicata e, dall’altro, si sviluppa anche a supporto delle Autorità Prefettizie impegnate con le pertinenti informative antimafia.

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