Si sono svolti ieri nella chiesa parrocchiale di Torri di Quartesolo, i funerali di Diana Canevarolo che il 4 dicembre 2025 alle cinque e mezza del mattino era stata trovata gravemente ferita sul lastricato sottostante una finestra della sua abitazione in via Zara dove viveva con il compagno Vincenzo Arena ed il figlio Nicolò, per poi morire in un letto d’ospedale.
Il fatto e le varie ipotesi
La profonda ferita alla testa, l’orario in cui le era stata inferta da qualcuno o se l’era procurata cadendo accidentalmente dal balcone, avevano aperto mille ipotesi non ancora risolte e molti erano stati i sopralluoghi disposti dalla Procura alla ricerca di armi, indizi e testimonianze utili a chiarire la dinamica e le responsabilità del tragico accadimento.
Ne avevamo scritto più volte anche noi, accompagnando i nostri lettori nei vari risvolti che la vicenda assumeva di giorno in giorno. Si veda QUI quando ancora titolavamo sulle condizioni di salute della Canevarolo; QUI, dove riferivamo dei primi interrogatori dei famigliari; ancora QUI quando dopo due giorni di agonia la signora stava morendo o, infine, QUI quando riferivamo che dopo l’autopsia le ipotesi della caduta accidentale sembrava lasciassero il posto a quelle di omicidio, causa alcune lesioni riscontrate al collo ed incompatibili con una caduta, appunto.
Restituito il corpo alla famiglia che ha organizzato ieri, appunto, le esequie, non è cambiato molto nelle indagini se non che il fronte aperto dall’Avvocato Cesare Dal Maso all’indomani dell’autopsia – quando ai segni rilevati sul collo della Canevarolo, mise in relazione le urla sentite da alcuni testimoni nel corso di quella notte – sta perdendo consistenza, propendendosi ormai per la morte accidentale.
Ciò nondimeno, pur contro ignoti, continuano anche le indagini per omicidio ed il Procuratore di Vicenza, Camilla Menegoni, avrebbe chiesto altri accertamenti in fase di incidente probatorio, ad evitare che le prove fin qui acquisite, nel tempo possano essere compromesse. Impronte rilevate dalla “scientifica”, il telefono ed i files che conteneva, attrezzi sequestrati nel box di casa ed ogni altro reperto saranno così “fissati” per rimanere utili nelle fasi successive dell’indagine.
Le esequie
Compagno e figlio concordi nel non sbandierare l’evento, tanto da non aver neppure fatto stampare il necrologio per mantenere quanto più possibile riservato il doloroso momento, ci hanno pensato invece la cognata e gli amici di Vò, il paese d’origine di Diana Canevarolo, a passare parola sui social per consentire a quanti la conoscevano di darle l’ultimo saluto prima di essere tumulata proprio a Torri.

Così, duecento composte persone hanno salutato ieri pomeriggio, 23 dicembre 2o25, l’amica 49enne che ha “lasciato un vuoto incolmabile” ha detto sempre la cognata dall’ambone, leggendo una lettera di Michele e Katia, fratelli di Diana.
Le esequie celebrate dal parroco don Devis Gennaro, hanno consentito alla comunità locale ed a quella di Vò di esprimere la loro solidarietà al marito Vincenzo e al figlio Nicolò che ancora non sanno chi, perché o come sia morta Diana Canevarolo.