LAV: "Emergenza clima, un disastro annunciato, occorre agire tutti e subito!"

Un appello al premier Conte e ai ministri dell'Ambiente, Salute e Politiche Agricole.

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LAV: "Emergenza clima, un disastro annunciato, occorre agire tutti e subito!"

L’emergenza clima è un disastro annunciato, negare l’evidenza o non adottare subito i provvedimenti necessari a ogni livello - individuale e collettivo - sarebbe semplicemente un suicidio: è il commento severo ma realista della LAV (www.lav.it) in questa settimana internazionale di mobilitazione per il clima e il Summit ONU.

È ormai chiaro a tutti come sia indispensabile modificare le scelte alimentari, con un deciso cambio di rotta verso l’allontanamento da fonti proteiche che distruggono il Pianeta e ne stanno ipotecando seriamente il futuro.

L’EMERGENZA CLIMA IN NUMERI: DIFFERENZE DI “IMPATTO”

Le proporzioni di questa emergenza sono studiate e segnalate da tempo, e da più di 10 anni dalla LAV con campagne specifiche e attraverso il sito dedicato www.cambiamenu.it:

Per ottenere 100 grammi di proteine ricavate da carne bovina vengono emessi fino a 105 kg di CO2eq e utilizzano 370 mq di terreno. Per raggiungere lo stesso ammontare proteico ma con i legumi (altre proteine vegetali a basso impatto) si producono solo 0,3 kg di CO2 eq (comprensivi del ciclo di lavorazione, imballaggio e trasporto) e si utilizza solo 1 mq di terreno, spiega uno studio dell’università di Oxford.

Allevamenti, acquacultura, uova e latticini impiegano l’83% delle terre coltivate del mondo, ma forniscono solo il 37% delle proteine e il 18% delle calorie (http://www.ox.ac.uk/news/2018-06-01-new-estimates-environmental-cost-food).

Gli ultimi rapporti IPPC citano la riduzione del consumo di cibi di origine animale come soluzione da mettere in atto subito e anche la campagna “Act Now” dell’ONU spinge in questo senso, mettendo la scelta a tavola tra i punti fondamentali contro i cambiamenti del clima. Nel corso di una recente intervista, Guterres ha spiegato come faccia conto sulla pressione dell’opinione pubblica per spingere i governi a compiere azioni più decise contro quella che esplicitamente chiama “emergenza climatica” e a correre più veloci, perché “stiamo perdendo la gara”. (https://www.theguardian.com/environment/2019/sep/18/un-secretary-general-climate-crisis-trump).

Per bloccare efficacemente la tendenza all’aumento della richiesta di carne da parte di Paesi di nuovo benessere (dati Cina: nel 2026, un cittadino cinese medio consumerà 55 chilogrammi  di carne all'anno, con un aumento del 10% rispetto al 2017 [https://www.caixinglobal.com/2018-10-12/charts-of-the-day-chinas-growing-meat-consumption-101334433.html]. La popolazione nel 2026 sarà di 1.415.799.770 persone, moltiplicando per il consumo pro-capite, saranno necessari 77,86898735 miliardi di chilogrammi di carne all'anno solo in Cina https://www.populationpyramid.net/china/2026/), siamo anche noi in Italia a dover chiedere ai nostri governanti di agire anche sugli assi dell’alimentazione, smettendo di elargire sussidi ai produttori, implementando, al contrario, la tassazione sulla carne e facilitando la transizione verso un’alimentazione sempre più a base vegetale.

LE RICHIESTE LAV AL PREMIER CONTE E AI MINISTRI DI AMBIENTE, SALUTE E POLITICHE AGRICOLE

1)Stop ai sussidi pubblici alla zootecnia 
In questo senso chiediamo al Ministro Costa di prevedere nel “Decreto Legge sui per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell'economia verde", (articolo 6 «riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD)» un taglio a incentivi, agevolazioni, finanziamenti agevolati esenzioni da tributi che favoriscono la zootecnia. Al contrario l’inserimento della riqualificazione in direzione di alimenti vegetali proteici come meritevoli di Sussidio Ambientalmente Favorevole (SAF).

2)Misure di forte vantaggio fiscale per le proteine vegetali rispetto a quelle animali

La tassa sui prodotti inquinanti deve includere anche una tassazione sulla carne (del genere “tassa sui vizi”) e, al contrario, gli alimenti “virtuosi” e di impatto ecologico contenuto, non devono essere disincentivati, ma ne deve essere favorito e promosso il consumo.

3)Policy per gli appalti della ristorazione in favore di alimenti di origine vegetale

Gli aspetti di Green Public Procurement(GPP) - Acquisti verdi della Pubblica amministrazione – devono comprendere anche elementi di Veg Public Procurement, in modo da incentivare anche in situazioni di ristorazione collettiva l’introduzione di piani alimentari meno inquinanti.

4) Includere le emissioni del settore zootecnico nei target di riduzione di emissioni di gas serra

Cominciare a contare anche queste emissioni è indispensabile.

QUALI AZIONI PER IL CLIMA NELL’AGENDA DI GOVERNO?

La 74° Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è aperta ieri 23 settembre con il Climate Action Summit (h 17.30 ora NY) con interventi anche del premier Giuseppe Conte, che parlerà anche oggi all’Assemblea Generale ONU (alle h 19 ora NY).

Il Presidente del Consiglio Conte illustrerà l'agenda del Governo e parlerà di transizione energetica “from gray to green” e degli obiettivi nel medio e breve termine con cui l'Italia è in prima linea tra i paesi dell'Unione Europea sull'accordo di Parigi.

“La diagnosi dell’emergenza climatica è conclamata, ora è il momento della “cura” e nessuno può sentirsi escluso da questa responsabilità: ci aspettiamo che le politiche per il clima siano rigorose, tempestive e con una corsia preferenziale nell’agenda di Governo perché non c’è più tempo. I dati scientifici sono inequivocabili e  tanto a livello politico e collettivo, quanto a livello individuale occorre modificare subito abitudini e scelte alimentari che nell’incentivare per decenni il consumo di carne, spacciato come benessere, è tra i principali responsabili dell’impatto sul clima, e con relative conseguenze sugli animali allevati e mandati al macello - dichiara la LAV (www.lav.itI primi milioni di giovani che hanno manifestato a New York e in numerose altre città del mondo rappresentano il concretizzarsi dell’importanza che rivestono i prossimi giorni per il futuro del PianetaPolitiche ambientali, scienza, economia devono lavorare per “bene comune”, e possono farlo lasciandosi guidare da scelte etiche, non dettate dai centri di potere che ancora oggi negano o minimizzano l’emergenza clima”.

 

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